Beckett, Samuel - Aspettando Godot

Sir_Dominicus

Knight Member
Aspettando Godot è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett che viene considerata tra le più rappresentative del cosiddetto "teatro dell'assurdo", un genere di teatro - che ha come protagonisti oltre a Beckett, Ionesco, Adamov (e inizialmente) Genet - dominato dalla credenza che la vita dell'uomo sia apparentemente senza senso e senza scopo, e dove l'incomunicabilità e la crisi di identità si rivelano nelle relazioni fra gli esseri umani.

"Tragicommedia" costruita intorno alla condizione dell'Attesa, "Aspettando Godot" venne scritta verso la fine degli anni Quaranta e pubblicata in lingua francese nel 1952.

A me è piaciuto molto.....è un libro che si legge in pochissimo tempo ma che sicuramente lascia un messaggio pieno di significato...lo consiglio!!
 
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ayla

+Dreamer+ Member
Dovevo vederla a teatro con la scuola!!!(in inglese però...dubito che avrei capito qlc!!)
 

elisa

Motherator
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credo che sia uno dei paradigmi dell'epoca moderna, due personaggi che attendono che arrivi Godot, che arriverà sempre il giorno dopo...illuminante e da leggere
 
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nutella

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A ki nn l'abbia ancora fatto consiglio vivamente di leggere questo capolavoro!Io lo lessi qualke anno fa' spinta dalla curiosita',poike' l'Avvocato G.Agnelli aveva paragonato Del Piero a Godot,mi piaque subito dalla prima pagina,un libro scorrevole,uno di quelli,insomma,ke ti lascia qualcosa.E' sicuramente tra i miei preferiti!!!!!!!!! :D
 
nutella ha scritto:
A ki nn l'abbia ancora fatto consiglio vivamente di leggere questo capolavoro!Io lo lessi qualke anno fa' spinta dalla curiosita',poike' l'Avvocato G.Agnelli aveva paragonato Del Piero a Godot,mi piaque subito dalla prima pagina,un libro scorrevole,uno di quelli,insomma,ke ti lascia qualcosa.E' sicuramente tra i miei preferiti!!!!!!!!! :D


se me lo dici così!!!!mi hai convinto! :wink:
 
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zolla

New member
visto a teatro in una versione quasi comica...secondo me,anche se beckett non amava la lettura comico surreale dei suoi testi,prendono invece una forza ulteriore..ricordo un sensazionale finale di partita con walter chiari e renato rascel poco prima della scomparsa dei due grandi attori...
 

Sir_Dominicus

Knight Member
da una lettera di Samuel Beckett a Michel Polac, gennaio 1952

"Mi domandate cosa ne penso del teatro e in particolare di "Aspettando Godot", del quale mi fate l'onore di pubblicarne alcuni frammenti al "Club d'essai". Non ho idee sul teatro. Non ne so nulla. Non ci vado mai. E' legittimo. Quello che forse lo è meno è di scrivere un'opera e, una volta finita, di non avere nemmeno idee su quanto si è scritto. Purtroppo questo è il mio caso. Non è dato a tutti di poter passare dal mondo che si apre sotto la pagina a quello dei profitti e perdite, e ritorno, imperturbabile, come tra il lavoro e il Cafè del Commercio. Non ne so di più di quest'opera di colui che la legge con attenzione. Non so in quale spirito l'ho scritta. Non so nulla dei personaggi se non ciò che dicono, ciò che fanno e ciò che succede loro. Del loro aspetto ho dovuto indicare quel poco che ho potuto intravedere. La bombetta per esempio. Non so chi sia Godot. Non so neanche, soprattutto, se Godot esiste. E non so se ci credono o meno, i due che lo aspettano. L'entrata in scena degli altri due verso la fine di ognuno degli atti è forse dovuta al bisogno di rompere la monotonia. Tutto quello che ho potuto sapere l'ho mostrato. Non è molto. Ma mi è sufficiente, e di gran lunga. Direi che mi sarei anche accontentato di meno. Quanto a voler trovare a tutto questo un senso più ampio e più elevato, da portarsi via dopo lo spettacolo, con il programma e il gelato, sono incapace di trovarci l'interesse. Ma questo deve essere possibile. Io non ci sono più e non ci sarò mai più. Estragon, Vladimir, Pozzo, Lucky, i loro tempi e il loro spazio, non ho potuto che conoscerli un poco, molto lontano dal bisogno di comprendere. Forse vi devono delle spiegazioni. Che se la vedano loro. Senza di me. Loro ed io siamo pari"
 
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darseven

New member
Mi ricordo che lo leggemmo in Francese al liceo, e poi andammo a vederlo a teatro, sempre nella versione francese. Attesa, assurdo, incompiutezza: queste le parole-chiave che mi vengono in mente pensando a quest'opera di Beckett. Nello stesso filone inserirei, anche se di straforo, Raymond Queneau, sia per lo sperimentalismo (che in Q. è prima di tutto sperimentalismo linguistico) che per il senso del surreale. Siete d'accordo?
 

Dorylis

Fantastic Member
A me è piaciuto molto proprio per la sua originalità! Consigliato!
 
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Masetto

New member
Sir_Dominicus ha scritto:
da una lettera di Samuel Beckett a Michel Polac, gennaio 1952

"Mi domandate cosa ne penso del teatro e in particolare di "Aspettando Godot", del quale mi fate l'onore di pubblicarne alcuni frammenti al "Club d'essai". Non ho idee sul teatro. Non ne so nulla. Non ci vado mai. E' legittimo. Quello che forse lo è meno è di scrivere un'opera e, una volta finita, di non avere nemmeno idee su quanto si è scritto. Purtroppo questo è il mio caso. Non è dato a tutti di poter passare dal mondo che si apre sotto la pagina a quello dei profitti e perdite, e ritorno, imperturbabile, come tra il lavoro e il Cafè del Commercio. Non ne so di più di quest'opera di colui che la legge con attenzione. Non so in quale spirito l'ho scritta. Non so nulla dei personaggi se non ciò che dicono, ciò che fanno e ciò che succede loro. Del loro aspetto ho dovuto indicare quel poco che ho potuto intravedere. La bombetta per esempio. Non so chi sia Godot. Non so neanche, soprattutto, se Godot esiste. E non so se ci credono o meno, i due che lo aspettano. L'entrata in scena degli altri due verso la fine di ognuno degli atti è forse dovuta al bisogno di rompere la monotonia. Tutto quello che ho potuto sapere l'ho mostrato. Non è molto. Ma mi è sufficiente, e di gran lunga. Direi che mi sarei anche accontentato di meno. Quanto a voler trovare a tutto questo un senso più ampio e più elevato, da portarsi via dopo lo spettacolo, con il programma e il gelato, sono incapace di trovarci l'interesse. Ma questo deve essere possibile. Io non ci sono più e non ci sarò mai più. Estragon, Vladimir, Pozzo, Lucky, i loro tempi e il loro spazio, non ho potuto che conoscerli un poco, molto lontano dal bisogno di comprendere. Forse vi devono delle spiegazioni. Che se la vedano loro. Senza di me. Loro ed io siamo pari"

Beh, se non altro è onesto 8)
Scherzi a parte, è un'opera coraggiosa, dirompente
 
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elena

aunt member
Decio ha scritto:
Ma Godot non è ancora arrivato?


Io l'aspetto...


:( :( :( 8) 8) 8) 8) 8) :lol:


lo stiamo tutti aspettando!!!!!
molto molto carino....il senso di attesa......anche se in termini molto diversi.....mi ha fatto ricordare il deserto dei tartari! :roll:
 
E' un libro stupendo. Uno dei migliori che abbia letto. Mi ha lasciato tanto che non posso esprimere xchè non ho ancora trovato un canale adatto. Indipendetemente dai suoi intenti. Vi copio la quarta di copertina:
Non c'è da meravigliarsi che, uscendo dal teatro, la gente si chieda cosa diavolo ha visto. In casi come questo si finisce sempre per attribuire all'autore un preciso disegno simbolico, e si rigira il testo pezzo per pezzo, battuta per battuta, cercando di ricostruire il puzzle. Si ha l'impressione che Beckett, a casa sua, stia ridendo malignamente alle nostre spalle, mentre con una semplice intervista alla televisione potrebbe chiarire ogni cosa. Diremo subito che, a nostro parere, pretendere a tutti i costi questo "sesamo apriti" non ha senso. Stabilire se Godot è Dio, la Felicità o altro, ha poca importanza; vedere in Vladimiro ed Estragone la piccola borghesia che se ne lava le mani, mentre Pozzo, il capitalista, sfrutta bestialmente Lucky, il proletariato, è perfettamente legittimo, ma altrettanto legittima è la "chiave" cristiana, per cui tutto, dall'albero che si trova sulla scena, e che dovrebbe rappresentare la Croce, alla barba bianca di Godot, si può spiegare Vangelo alla mano.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
non so se tutti la conoscono la canzone di Claudio Lolli "Aspettando Godot", ai nostri tempi aveva una forte connotazione politica la piece teatrale di Beckett


Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot.
Ho passato la vita ad aspettare Godot.
Nacqui un giorno di marzo o d'aprile non so, mia madre che mi allatta è un ricordo che ho, ma credo che già in quel giorno però invece di poppare io aspettassi Godot.
Nei prati verdi della mia infanzia, nei luoghi azzurri di cieli e acquiloni, nei giorni sereni che non rivedrò io stavo già aspettando Godot.
L'adolescenza mi strappò di là, e mi portò ad un tavolo grigio, dove fra tanti libri però, invece di leggere aspettavo Godot.
Giorni e giorni a quei tavolini, gli amici e le donne vedevo vicini, io mi mangiavo le mani però, non mi muovevo e aspettavo Godot.
Ma se i sensi comandano l'uomo obbedisce, così sposai la prima che incontrai, ma anche la notte di nozze però, non feci nulla aspettando Godot.
Poi lei mi costrinse ed un figlio arrivò, piccolo e tondo urlava ogni sera, ma invece di farlo giocare un po', io uscivo fuori ad aspettare Godot.
E dopo questo un altro arrivò, e dopo il secondo un altro però, per esser del tutto sincero dirò, che avrei preferito arrivasse Godot.
Sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot, ho cresciuto i miei figli aspettando Godot.
Sono andato in pensione dieci anni fa, ed ho perso la moglie acquistando in età, i miei figli son grandi e lontani però, io sto ancora aspettando Godot.
Questa sera sono un vecchio di settantanni, solo e malato in mezzo a una strada, dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare Godot.
Ma questa strada mi porta fortuna, c'è un pozzo laggiù che specchia la luna, è buio profondo e mi ci butterò, senza aspettare che arrivi Godot.
In pochi passi ci sono davanti, ho il viso sudato e le mani tremanti, e la prima volta che sto per agire, senza aspettare che arrivi Godot.
Ma l'abitudine di tutta una vita, ha fatto si che ancora una volta, per un momento io mi sia girato, a veder se per caso Godot era arrivato.
La morte mi ha preso le mani e la vita, l'oblio mi ha coperto di luce infinita, e ho capito che non si può, coprirsi le spalle aspettando Godot.
Non ho mai agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni aspettando Godot, e ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte, ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte.
 

elena

aunt member
Non ricordo questa canzone di Claudio Lolli (ho visto che anche il suo primo disco)......ma certo che è molto significativa e non solo perché sua e perché di un determinato periodo......ma perché in effetti rispecchia l'elemento portante dell'opera di Beckett......l'inutile attesa di un qualcosa che rivoluzionerà l'esistenza.......cambia l'elemento del quale si attende l'avvento......ma ognuno può adattarlo alle proprie esigenze (e credo che il risultato sia sempre lo stesso :wink: )!
 
non so se tutti la conoscono la canzone di Claudio Lolli "Aspettando Godot", ai nostri tempi aveva una forte connotazione politica la piece teatrale di Beckett


Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot.
Ho passato la vita ad aspettare Godot.
Nacqui un giorno di marzo o d'aprile non so, mia madre che mi allatta è un ricordo che ho, ma credo che già in quel giorno però invece di poppare io aspettassi Godot.
Nei prati verdi della mia infanzia, nei luoghi azzurri di cieli e acquiloni, nei giorni sereni che non rivedrò io stavo già aspettando Godot.
L'adolescenza mi strappò di là, e mi portò ad un tavolo grigio, dove fra tanti libri però, invece di leggere aspettavo Godot.
Giorni e giorni a quei tavolini, gli amici e le donne vedevo vicini, io mi mangiavo le mani però, non mi muovevo e aspettavo Godot.
Ma se i sensi comandano l'uomo obbedisce, così sposai la prima che incontrai, ma anche la notte di nozze però, non feci nulla aspettando Godot.
Poi lei mi costrinse ed un figlio arrivò, piccolo e tondo urlava ogni sera, ma invece di farlo giocare un po', io uscivo fuori ad aspettare Godot.
E dopo questo un altro arrivò, e dopo il secondo un altro però, per esser del tutto sincero dirò, che avrei preferito arrivasse Godot.
Sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot, ho cresciuto i miei figli aspettando Godot.
Sono andato in pensione dieci anni fa, ed ho perso la moglie acquistando in età, i miei figli son grandi e lontani però, io sto ancora aspettando Godot.
Questa sera sono un vecchio di settantanni, solo e malato in mezzo a una strada, dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare Godot.
Ma questa strada mi porta fortuna, c'è un pozzo laggiù che specchia la luna, è buio profondo e mi ci butterò, senza aspettare che arrivi Godot.
In pochi passi ci sono davanti, ho il viso sudato e le mani tremanti, e la prima volta che sto per agire, senza aspettare che arrivi Godot.
Ma l'abitudine di tutta una vita, ha fatto si che ancora una volta, per un momento io mi sia girato, a veder se per caso Godot era arrivato.
La morte mi ha preso le mani e la vita, l'oblio mi ha coperto di luce infinita, e ho capito che non si può, coprirsi le spalle aspettando Godot.
Non ho mai agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni aspettando Godot, e ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte, ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte.

ne avevo postato il testo tempo fa su Scrivi il tuo testo, è una canzone incredibile. Claudio Lolli ha il potere di mettere in musica ciò che molti non riuscirebbero neanche a pensare. OT: anche Ho visto degli zingari felici è alla sua altezza.
 

klosy

Cicciofila Member
E' un libro stupendo. Uno dei migliori che abbia letto. Mi ha lasciato tanto che non posso esprimere xchè non ho ancora trovato un canale adatto. Indipendetemente dai suoi intenti. Vi copio la quarta di copertina:
Non c'è da meravigliarsi che, uscendo dal teatro, la gente si chieda cosa diavolo ha visto. In casi come questo si finisce sempre per attribuire all'autore un preciso disegno simbolico, e si rigira il testo pezzo per pezzo, battuta per battuta, cercando di ricostruire il puzzle. Si ha l'impressione che Beckett, a casa sua, stia ridendo malignamente alle nostre spalle, mentre con una semplice intervista alla televisione potrebbe chiarire ogni cosa. Diremo subito che, a nostro parere, pretendere a tutti i costi questo "sesamo apriti" non ha senso. Stabilire se Godot è Dio, la Felicità o altro, ha poca importanza; vedere in Vladimiro ed Estragone la piccola borghesia che se ne lava le mani, mentre Pozzo, il capitalista, sfrutta bestialmente Lucky, il proletariato, è perfettamente legittimo, ma altrettanto legittima è la "chiave" cristiana, per cui tutto, dall'albero che si trova sulla scena, e che dovrebbe rappresentare la Croce, alla barba bianca di Godot, si può spiegare Vangelo alla mano.


Uhm...io tutte queste connotazioni politiche non le ho viste,
non so se si tratta di una mancanza mia o se effettivamente non era nelle intenzioni di Beckett dare una lettura "impegnata" dell'opera.

Ho letto Aspettando Godot qualche giorno fa, per me Godot non è ne' Dio, ne' Gesù, ne' nessun altro personaggio in particolare...è semplicemente Godot, un personaggio che non arriva mai, o meglio arriva sempre il giorno dopo, di cui non abbiamo una descrizione precisa (come di nessun altro dei protagonisti), ma solo una vaga idea.

Che dire?
Penso che avrei apprezzato maggiormente l'opera se non fosse stata cosi famosa,
o meglio se non avessi saputo già dall'inizio che Godot non sarebbe mai arrivato e che, paradossalmente, i due personaggi di Vladimir e Estragone sono al contempo protagonisti e personaggi secondari!

Nonostante questo, l'opera mi è piaciuta assaje e conto di rileggerla prima o poi.
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Ariel

New member
letto per la maturità nel '97.mi ha colpita.
riletto all'università.
Visto più volte a teatro.
npn mi stanca mai.
mi trasmette sempre senzazioni nuove.
:ad: tra i lavori che preferisco in assoluto
 
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