1° Poeticforum sperimentale - Le poesie che amiamo

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Raccogliendo alcuni pareri decido di lanciare il 1° Poeticforum di Forumlibri in una versione sperimentale per poi valutare se continuare o meno.

Ognuno di noi propone una poesia, quella che ama di più, per poi commentare insieme agli altri emozioni e pensieri che quella poesia suscita in tutti quelli che la leggono.

inizio io

Ho sceso, dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato


Giuseppe Ungaretti
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

(Giacomo Leopardi)
 
G

giovaneholden

Guest
I ragazzi che si amano-Jacques Prevert

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Sono molto ignorante in fatto di poesia, vado a naso, ma voglio comunque partecipare con questa che ho già postato non so quante volte :mrgreen:

Se qualcuno - Fernando Pessoa

Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.


P. S. Bella idea! :YY
 

sharazad

New member
Propongo anch'io Prévert

Barbara

Ricordati Barbara
Pioveva senza sosta quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Serena rapita grondante
Sotto la pioggia

Ricordati Barbara
Come pioveva su Brest
E io ti ho incontrata a rue de Siam
Tu sorridevi
Ed anch'io sorridevo

Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi

Ricordati
Ricordati quel giorno ad ogni costo
Non lo dimenticare
Un uomo s'era rifugiato sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E sei corsa verso di lui sotto la pioggia
Grondante rapita rasserenata
E ti sei gettata tra le sue braccia

Ricordati questo Barbara
E non mi rimproverare di darti del tu
Io dico tu a tutti quelli che amo
Anche se una sola volta li ho veduti
Io dico tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco

Ricordati Barbara
Non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
Sul tuo volto felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare
Sull'arsenale
Sul battello d'Ouessant

Oh Barbara
Che coglionata la guerra
Che ne è di te ora
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco d'acciaio di sangue
E l'uomo che ti stringeva tra le braccia
Amorosamente
E' morto disperso o è ancora vivo

Oh Barbara
Piove senza sosta su Brest
Come pioveva allora
Ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato
È una pioggia di lutti terribili e desolata
Non c'è nemmeno più la tempesta
Di ferro d'acciaio e di sangue
Soltanto di nuvole
Che crepano come cani
Come i cani che spariscono
Sul filo dell'acqua a Brest
E vanno ad imputridire lontano
Lontano molto lontano da Brest
Dove non vi è più nulla
 
MARZO di Salvatore Di Giacomo

Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.

Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.

N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.

Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.


 
Ultima modifica:

Shoofly

Señora Memebr
Cantico della mia nudità

Guardami: sono nuda. Dall'inquieto
Languore della mia capigliatura
Alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
Palpito azzurrino sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
È la curva dei fianchi, ma i ginocchi
E le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m'inarco nuda, nel nitore
Del bagno bianco e m'inarcherò nuda
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.

Antonia Pozzi
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
se c'è qualcun altro che vuole proporre una poesia che domani iniziamo a commentare :)
 

ania

New member
Bella idea quella della poesia! Mi butto... :)

Chi muore (Ode alla vita)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce
il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,

chi non trova la grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce .

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivi
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ho sceso dandoti il braccio

iniziamo i commenti con la prima poesia, che è quella di Eugenio Montale, chiunque è libero di esprimere un proprio pensiero o un'emozione

Ho sceso, dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale


Commento
:metto prima di tutto una foto che questa poesia mi richiama
2v01w6h.jpg


è la foto dell'amore senza tempo e che ha perso i confini tra una persona e l'altra della coppia per diventare un tutt'uno, che forse solo le coppie che sono state insieme in profonda unione per tantissimi anni e tantissime scale riescono a vivere e a comunicare. La poesia mi dà questo senso di condivisione totale che non è fatta di ciò che vediamo ma di ciò che sta dietro a quello che vediamo e che solo la persona che ci ama profondamente conosce.
 
G

giovaneholden

Guest
Meravigliosa,esprime l'amore totale che due anime condividono lungo il percorso della vita insieme e che prosegue anche oltre,quando uno dei due diventa incorporeo ma presente a tutti gli effetti per l'altro.
 

Lin89

Active member
E' bellissima, ma anche molto triste.

Leggendola, mi viene in mente qualcuno che ha perso non solo la persona con cui è stata per tutta la vita, ma un vero e proprio punto di riferimento. Le chiama "vere pupille", magari perchè la persona che gli stava accanto riusciva a fargli vedere il mondo da un'altra angolazione e quindi in modo più completo e reale.

Mi chiedo perchè scenda le scale e, invece, non le salga. Scenderle dovrebbe essere più "facile" che salirle, no?
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
E' bellissima, ma anche molto triste.

Leggendola, mi viene in mente qualcuno che ha perso non solo la persona con cui è stata per tutta la vita, ma un vero e proprio punto di riferimento. Le chiama "vere pupille", magari perchè la persona che gli stava accanto riusciva a fargli vedere il mondo da un'altra angolazione e quindi in modo più completo e reale.

Mi chiedo perchè scenda le scale e, invece, non le salga. Scenderle dovrebbe essere più "facile" che salirle, no?

Molto astuto il tuo giudizio!:D
Mh.. :? Credo che scenda le scale perchè con a fianco la persona amata, che gli faceva vedere il mondo sotto una luce più bella, tutto il grigiore e lo squallore scomparivano... praticamente la vita era più bella e più facile.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
la moglie di Montale era molto miope e forse aveva più difficoltà a scendere le scale che a salirle o forse con lei sotto braccio la vita era più leggera, come sono le scale in discesa
 

Nerst

enjoy member
Poesia molto toccante, non c' è che dire. Esprime la perdita di un amore, che non si riferisce solo alla persona amata che non c' è più, ma ad un mondo che lei faceva vedere e comprendere a lui.

In più di una frase il poeta scrive che senza di lei "non si rende più conto di chi crede che la realtà è quella che si vede e che le vere pupille, anche se malandate, erano quelle della moglie".
Queste due frasi esprimono come le donna faceva vedere al marito il vero mondo, forse proprio perchè lei non era in grado di farlo materialmente, ma aveva la capacità di "vedere" nell'animo delle persone ed arrivare a capire la realtà delle situazioni.
Ed ora lui che è stato una guida per le strade della città, si ritrova senza la sua guida nelle strade della vita.
 

Lin89

Active member
Molto astuto il tuo giudizio!:D
Mh.. :? Credo che scenda le scale perchè con a fianco la persona amata, che gli faceva vedere il mondo sotto una luce più bella, tutto il grigiore e lo squallore scomparivano... praticamente la vita era più bella e più facile.

elisa ha scritto:
la moglie di Montale era molto miope e forse aveva più difficoltà a scendere le scale che a salirle o forse con lei sotto braccio la vita era più leggera, come sono le scale in discesa

Grazie ad entrambe per la spiegazione :)
 

sharazad

New member
è vero, non ci avevo mai pensato a questo fatto dello scendere piuttosto che del salire...forse la discesa si lega meglio al senso del precipitare e di vuoto che dice subito dopo....ad ogni modo è una poesia davvero bellissima...mi ha colpito la frase in cui parla di una realtà che non è quella che si vede...un po' mi ha fatto pensare al piccolo principe quando dice che l'essenziale è invisibile agli occhi...forse questo da un fondo di dolcezza ad una poesia che sarebbe molto triste senza questa riflessione...concordo poi con nerst quando dice che la mancanza non è solo di una persona ma anche del mondo che ogni persona porta dentro ai suoi occhi e che solo, "dandosi il braccio" si riesce a scorgere insieme
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E' stupenda e non la trovo triste, anzi mi mette addosso una sorta di invidia per chi ha vissuto un sentimento così forte per tanti anni, che continua anche dopo la perdita della persona amata. Chissà se, quando lei era ancora in vita, si rendeva conto del fatto che le vere pupille erano quelle di lei e che senza di lei sarebbe stato il vuoto ad ogni gradino, se gliel'aveva in qualche modo detto o dimostrato o se dava tutto per scontato, come spesso succede quando le persone sono da tanto tempo accanto a noi.
 
Alto