Almodóvar, Pedro - La pelle che abito

ayla

+Dreamer+ Member
TRAMA:
Il chirurgo estetico Robert Ledgard ha perso la moglie in un incidente d'auto che l'ha completamente carbonizzata. Da allora, ha messo tutto il suo impegno di scienziato per costruire una pelle sostitutiva, leggermente più resistente di quella umana e perfettamente compatibile. Perfezionata l'invenzione, Robert ha avuto bisogno di una cavia e non ha esitato a sequestrare il ragazzo che ha tentato di stuprargli la figlia...

Devo dire che questo film mi ha lasciata molto perplessa e confesso che lo sono tutt'ora. Ahimè, non l'ho capito!
Il film è stato girato benissimo, sono rimasta affascinata e turbata al tempo stesso dalla storia e dal suo evolversi, dai colori molto freddi, dal clima di follia, ossessione e perversione che si respira e dalla bravura di tutto il cast, anche se la protagonista spicca su tutti, a mio parere, Banderas compreso.
Di contro, non sono riuscita ad apprezzarlo interamente perché non ci ho visto(almeno io non ho capito) un messaggio di fondo e la psicologia dei personaggi, specie della protagonista, l'ho trovata poco approfondita e curata.
In conclusione l'ho trovata una storia inquietante, perversa e sconvolgente, anche se originale e geniale, un film che sicuramente non può lasciare indifferenti, anzi da molto su cui pensare(sarebbe da cineforum).
Da vedere!
 

Shoofly

Señora Memebr
Ahah.... ma qui si strizza l'occhio al memorabile "Occhi senza volto" di Franju (occhio per occhio :wink: chissà se sarà all'altezza? Da Almodovar effettivamente me lo aspetto)
 

darida

Well-known member
Ieri sera mi sentivo pronta per Almodovar
"La pelle che abito": bello!
Una sorta di Frankenstein moderno, una regia vecchio stile per un soggetto inquietante ma lineare nel suo insieme senza sbavature o picchi alla Pedro...se tralasciamo la trashata del Tigro :wink:

E il bell'Antonio Banderas? in forma smagliante :D
 

velmez

Active member
l'ho visto ieri sera...
l'ho trovato inquietante e paradossale... mi ha lasciato piuttosto perplessa...
e, non che io voglia cercare la morale in un film, lungi da me, ma se volessi cercarla... qui, qual è?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
da un cineforum

Almodovar parte seconda all'ennesima potenza. Ossia tutto quello che ha espresso il regista al giro di boa del melodramma qui lo ritroviamo elevato al massimo, in modo secondo me scriteriato, come aver sommerso di besciamella un piatto di saporite lasagne fino a nasconderne il sapore. Qui Pedro ha esagerato, perdendo quindi la verve solita e creando un melodramma con un finale retorico, la "creatura" torna da mammà. Certo tutta la storia è inquietante, come lo è Frankestein ad esempio, ma si perde diventando un po' scontatella tanto da non trovare azzardato il paragone con Natale in casa Cupiello: "ogni scarrafone è bello a mamma sua". Il fascino e il talento geniale del regista c'è, però la nostalgia dei suoi esordi, dove era veramente trasgressivo, quella mi manca.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
una morale ?
la morale è che non c'è una morale.
l'essere umano nella sua animalità, istintuale, descritta con cruda maestria.
la base della piramide esistenziale.
prede. predatori. mors tua vita mea.
la tigre che cazzeggia con la gazzella ormai in suo potere prima di ghermirla, mentre l'operatore la riprende con dovizia tecnologica.
senza intervenire perchè così vuole madre natura.
le vittime urlanti e sanguinanti, mutilate, appena esploso un kamikaze fondamentalista.
e il giornalista che filma senza nemmeno provare una respirazione artificiale.
occhio per occhio. la tua vita per la mia.
giustizia sadismo vendetta perversione crudeltà necessità ...
guerra totale con chi invade lo spazio che ho delimitato con schizzi di urina.
l'alibi delle cavie necessarie per scopi elevati: meglio se cattive e colpevoli piuttosto che inermi e innocenti.
così niente scrupoli.
l'uomo animale-dio giustifica la pena di morte e la tortura, quando si trova nella posizione di stabilire la gravità delle altrui colpe.
perchè stupirsi per il ritorno da mammà: ci sta benissimo nel contesto.
più che un film, un documentario del National Geographic girato da un extraterrestre in un safari ricognitivo su Gaia.
Almodovar.
 
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maredentro78

Guest
A me è piaciuto ma so che certi film di Pedro sono molto indigesti,e stilisticamente talmente crudi da non essere compresi,apprezzati,io lo ammiro perché in questo film riesce a descrivere una parte quasi patologica del protagonista,che si vendica dell'uomo che gli ha portato via la fioglia creando una nuova vita,contro natura e da tenere come oggetto di una collezione chiusa in casa.Io non credo che vada capito,per quanto siamo abituati a capire i film e poi amarli,con lui bisogna rivoluzionare totalmente certi approcci,e cambiare i criteru.Il momento in cui il protagonista/vittima torna a casa mi ha toccata.
 

dario1976

New member
Visto il film, qualche anno fa.
I temi, in tutti i suoi film girano sempre sulla sessualità da far arrossire Freud.
Per il regista non esiste l'eterosessualità ma solo la bisessualità o l'omossessualità.
Regista di nicchia o checca impazzita, non saprei :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Guardando i film di Almodovar ho sempre la sensazione che manchi un vero e proprio messaggio o una morale nel senso più comune del termine; il regista non giudica, osserva e l'unico vero messaggio è la massima tolleranza verso ogni comportamento o categoria di persone. Qui raggiunge l'apice mediante l'osservazione, tutto sommato priva di giudizio, di un comportamento totalmente folle, perverso e amorale. Chi è il "cattivo"? La risposta verrebbe spontanea, ma è il dolore a rendere crudeli e i carnefici a loro volta e in momenti diversi sono anche vittime. Un film sconvolgente, terrificante, fortissimo da digerire (in alcuni momenti ho cambiato canale), la mano del regista è inconfondibile ma non vi è ombra di brio, di solidarietà affettiva o di ambienti vivaci e colorati come avviene di solito; solo odio cieco, amore perverso, ambienti cupi e gelidi. Banderas mi ha stupito positivamente e l'attrice protagonista - Elena Anaya - buca lo schermo, anche per la sua bellezza straordinaria. Non mancano i tre secondi finali tipici di Almodovar che improvvisamente riportano un filo di speranza, sempre per quanto sia possibile in un film del genere, ma non voglio dire altro.
Geniale, grande originalità. Di primo acchito ne ho preferito altri dello stesso regista, ma di certo non è un film che si dimentica.
 
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