Hugo, Victor - L'uomo che ride

matrioska

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Nell'Inghilterra di inizio Settecento un bizzarro vagabondo, Ursus, poeta e filosofo di strada, raccoglie due orfani - un piccolo e una piccola - e li educa all'avventurosa vita dei girovaghi. Insieme formano una compagnia di mimi e vanno alla scoperta della splendida e miserabile società inglese dell'epoca. Ma il ragazzo, Gwynplaine, deformato nel volto da un continuo ghigno, nasconde un segreto. E quando scopre per caso la sua vera origine, vede il proprio destino incrinarsi...

Anche se questo romanzo è considerato uno dei capolavori di Victor Hugo, a me non è piaciuto molto, l'ho trovato molto pesante e ho faticato a finirlo...
 

Minny74

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Mi sonno accostata a questo romanzo con diffidenza, un pò per la mole e un pò perchè era tanto che non prendevo in mano un autore come Hugo. Riconosco che in alcuni momenti la lettura può essere un pò faticosa, però oltre alla storia dei tre personaggi, il mitico Ursus,Gwynplaine e Dea, mi sono piaciuti i richiami storici dell'Inghilterra del 1700.
 

Grantenca

Well-known member
Anche se questo romanzo è considerato uno dei capolavori di Victor Hugo, a me non è piaciuto molto, l'ho trovato molto pesante e ho faticato a finirlo...

Condivido la tua considerazione. Pur essendoci vari motivi di grande interesse nella storia e pur essendo magistralmente descritti i personaggi ho trovato l'insieme della narrazione forse in molti punti abbastanza ripetitiva e ne ha risentito la scorrevolezza della lettura. Non metto in dubbio il grande valore dell'opera che ha anche riferimenti storici molto importanti ma, dal punto di vista strettamente letterario, forse l'autore ha scritto qualcosa di meglio.
 

ila78

Well-known member
Bello-bello-bello-bello!
L'ho adorato dalla prima all'ultima pagina! Assolutamente consigliatissimo! :wink:
 

praschese89

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Questo libro di Hugo non poteva che essere così cupo dato che l'autore lo scrisse mentre era in esilio su un'isola nel canale della Manica e devo dire che proprio questa oscurità rende grande questo libro.
Hugo ancora una volta ci vuole evidenziare la crudeltà dell'uomo e in questo, che sarà il suo penultimo romanzo, si capisce come ormai la sua speranza si sia trasformata in rassegnazione;inoltre Hugo vuole denunciare la nobiltà e il suo menefreghismo verso la povertà e le difficoltà della popolazione e questo tema è più che mai attuale.
La profondità con cui l'autore compone questo libro è incredibile e con questa lo riempie di frasi ed immagini sublimi;la prima parte del libro, quella che va dall'inizio fino all'incontro tra Gwynplaine e Dea con Ursus e Homo, è fatta di pagine meravigliose;i personaggi hanno caratteristiche uniche e sono indimenticabili.
Un libro da leggere assolutamente! 5 su 5 nel suo genere.
 

Nerst

enjoy member
Vorrei esprimere la commozione che provo alla fine del libro, ma ogni parola mi sembra superflua, perchè quando si legge Hugo ci si rende conto che non si è assolutamente capaci di descrivere le emozioni. Una lettura eccezionale, mi ha fatto crescere pagina dopo pagina, meravigliosa lettura.
Ho adorato il libro fin dall' inizio. Con Hugo ho imparato che se non provi la disperazione, la solitudine e il dolore non potrai mai godere della gioia.
 

darida

Well-known member
romanzo straordinario, imprescindibile, indimenticabile, egregiamente scritto a partire dall'incipit:
"Ursus e Homo erano legati da stretta amicizia. Ursus era un uomo, Homo era un lupo. Le loro indoli erano ben assortite. L'uomo aveva battezzato il lupo. È probabile che si fosse dato da sé anche il proprio nome; se Ursus andava bene per lui, Homo sarebbe andato bene per la bestia...." eccone uno stralcio :wink:
 
Oggi ho finito di leggere L'uomo che ride e volevo condividere con voi le mie sensazioni ed emozioni. Si, perchè questo libro, al di là dell'elevatissima valenza artistica (ma rispetto a questo con Hugo si sfonda una porta aperta), mi ha profondamente emozionato. A memoria ci sono due libri che, per motivi diversi, alla fine mi hanno fatto letteralmente venire le lacrime agli occhi: I fratelli Karamazov e L'uomo che ride.
Non ho la pretesa di fare commenti particolari. Forse un giorno a mente fredda potrò anche farli. A caldo mi viene da dire che tutti i personaggi (incluso il lupo Homo!) sono straordinari, anche quelli "cattivi". Ma su tutti giganteggia Gwynplaine. Il suo tormento di deforme e la sua estasi nell'amore con Dea. La sua umanità, le sue cadute, la speranza e la "Grazia" che non l'abbandonano. Ci sono tanti capitoli bellissimi nel romanzo. A caldo mi viene in mente il suo discorso alla camera dei Lord e uno degli ultimi quando fa il bilancio della sua vita e la sua amarissima considerazione che lui non può far altro che far ridere gli altri.
Lo consiglio vivamente, soprattutto ai giovani lettori
 

peter67

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Romanzo indimenticabile

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto. Intenso, sofisticato, istruttivo e, sotto certi aspetti, crudele. Grandiosa e dettagliata la descrizione del contesto storico..... che fa da sfondo ad una storia d'amore unica. "Il destino, quando apre una porta, ne chiude un'altra. Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro." Solo una delle citazioni indimenticabili. E' uno di quei romanzi dove i personaggi entrano nella tua anima per non abbandonarti più. Diventano tuoi amici, con cui ridere e piangere insieme. Davvero bello.
 

Lark

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L'ho letto recentemente, e l'ho amato molto, davvero un ottimo libro. Ho trovato lo stile di Hugo un po' troppo didascalico, spesso dilungandosi inutilmente - nella descrizione del naufragio è stato inutilmente prolisso, a mio parere - a scapito della scorrevolezza del tutto. A compensare questo aspetto dei colpi di genio, stilistici e narrativi, che mi hanno lasciato letteralmente senza fiato. Mi ha dato come l'impressione, il romanzo nel suo insieme, di una mancanza di concretezza che si è infine espressa in un'esperienza molto al di sotto del suo potenziale. Mi spiego meglio.
Personaggi splendidi, romantici e malinconici, dal potenziale incredibile ma spesso trascurati (specie rispetto a come Hugo mi ha abituato nei Miserabili). Allo strepitoso, splendido, Ursus - antieroe vero e proprio, umano e tremendamente mortale - si affianca un Gwynplaine cui viene dato paradossalmente troppo poco spazio - e si vede nella parte della discussione alla camera dei lords come sarebbe potuto essere, e non è stato. Il personaggio di Dea è di una dolcezza destabilizzante, ma senza quella profondità contraddittoria che l'avrebbe resa umana - ma qui penso sia lo scopo di Hugo, presentarci un angelo.
Josiane, per me, è la donna che Dea non sarebbe mai potuta essere, ed è il mio personaggio preferito. Collerica, scostante, viziata e sostanzialmente infelice, ma anche di una passionalità e carisma tutti femminili, non riesco a vederla con quello sdegno che forse l'autore si aspettava suscitasse. Il suo monologo nei bagni, la sua descrizione, la sua sensualità estrema, è un quadro, un capolavoro, l'opera nell'opera.
Apprezzabile, come al solito, la fedeltà storica e l'incredibile forza evocativa del rivoluzionario che è in Hugo. Vede il mondo del suo tempo, e probabilmente ora sarebbe lo stesso, e ce lo regala dandoci quell'accesso senza dubbio tremendo, ma anche evocativo e raffinato, che è il marchio dei grandissimi autori - e delle grandi persone. Scoperchia i mali della verità del mondo, ma in fondo, come nel vaso di Pandora, la speranza - e non ne avrebbe scritto, se non ci fosse stata.
Maledetto socialista!
 
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