Von Trier, Lars - Melancholia

El_tipo

Surrealistic member
Capolavoro assoluto su cui ci sono parecchie parole da spendere, e tutte a lodare.
Il film è una parabola della vita dell'uomo contemporaneo. Nel perseguire i ritualismi e le apparenze, i personaggi, o meglio, il prototipo di quelli che sarebbero i personaggi, vivono in una condizione di quasi anaffettività. Le emozioni sono fugaci e transitorie, sia nel bene che nel male coinvolgono poco, rimangono fini a se stesse. Non solo l'amore tra uomo e donna, ma anche i rapporti tra genitori e figli, tra fratello e sorella sono superficiali e usurati. Nella prima parte del film un matrimonio comincia nel momento in cui inizia. La protagonista sembra sfociare in un delirio depressivo, ma forse non è solo quello, o non è per niente quello. E' la risposta di un uomo vero alla società, la sua totale negazione e quindi un esilio psicologico volontario. Ed è nella seconda parte quando la minaccia di questo pianeta si fa incombente che ci viene da chiedere se forse è la conclusione migliore l'epilogo catastrofico. Von Trier sostiene di aver aperto il film con la scena finale per suscitare l’interesse dello spettatore nel conoscere l’itinerario narrativo della vicenda. E per l'appunto i personaggi sono la rappresentazione di loro stessi: è difficile affezionarsi a loro, qualcuno potrebbe risentirsi del loro cinismo e quasi desiderarlo quell'epilogo.
La fotografia è eccezionale, con delle sequenze vivamente affascinanti come quella della protagonista nuda distesa su una roccia illuminata dal chiarore del pianeta che sembra quasi una luna.
La telecamera a mano libera, uno dei principi del dogma, è volutamente accentuata per tutta la durata dell'opera, ma soprattutto negli ambienti interni, dove il continuo cambiamento di fuoco puo essere un po fastidioso per lo spettatore.
Da vedere assolutamente
 
Ultima modifica di un moderatore:

Raskolnikov

New member
più che d'accordo con El Tipo: da vedere!
E' una settimana che l'ho visto e ancora mi rimbomba in testa. Lunga vita a Von Trier.
 

darida

Well-known member
Potrei rivedere, e lo farò, solo la seconda parte; la prima con ripresa in soggettiva, mi distrugge :boh:
Fotografia di altissimo livello, musiche e cast -soprattutto femminile- lodevole.
Finale perfetto...da rivedere :)
 

velmez

Active member
questa la mia reazione prima e durante il film: :W:W:W:W:W

mi spiace ma io di Von Trier salvo solo Dogville (e anche quello non è il mio genere!). I suoi film sono di una pesantezza incredibile: se avessi dubbi sul suicidio mi farebbero propendere per il sì!
Il suo vero pregio è quello di dare sempre dei finali soddisfacenti per lo spettatore: chi alla fine dei suoi film non prega perchè tutti i protagonisti muoiano??
 

wiktor

Member
stavolta non sono d'accordo con el_tipo e mi dispiace.a me l'unica cosa che mi ha incuriosito è : perché dà il titolo dei due tempi alle due protagoniste?
poi mi meraviglia la dovizia di immagini e di colori sicuramente belli ma non è quello che mi aspetto da lars;mi sembra un cambio di rotta notevole rispetto a "dogma"
l'ho visto sicuramente con piacere ma preferivo le tecniche che usava ai tempi del "Regno" e subito dopo.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
ho visto questo film che la critica sta osannando ma, non so, mi lascia "sospeso" come proprio l'atmosfera della pellicola. Lo slow motion dei primi 5 minuti concordo che sia di notevole effetto. Poi tutta la prima ora è soporifera, questo ricevimento "strano" che la madre della sposa non si perita di rovinare mettendo in imbarazzo tutti, Justine che scompare per delle mezzore e si evince piano piano che sia "sospesa" in un mondo tutto suo, il datore di lavoro col lacchè al seguito che la insegue per uno slogan. Insomma per un'ora e dieci non ti aspetti davvero che sfoci in un film apocalittico. La seconda parte l'ho apprezzata di più per un unico motivo: l'attesa dell'impatto è thrilling, l'attrice che interpreta Claire è molto brava a trasmettere l'ansia e la preoccupazione che aleggia nell'aria nonostante le rassicurazioni di Kiefer Sutherland (bocciato, casting sbagliato e interpretazione piatta).
Bellissima la scena finale e il gesto d'amore della zietta-spezz'acciaio, ma non ci vedo niente di nuovo sotto il sole, è una scena simile a quella di altri film su meteoriti e asteroidi.
Insomma, mi aspettavo molto di più.
Deluso
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
dal cineforum:

"Dopo un paio di giorni dalla visione, che consiglio assolutamente a tutti, posso dire che l'inizio e la fine del film sono da capolavoro. Le immagini dell'inizio io non ho mai avuto occasione di vederle in altri film, anche di altri registi, con quel rallenti estremo che mi hanno ricordato un fotografo olandese, Erwin Olaf, di cui avevo visto una mostra non tanto tempo fa, una fotografia iperrealista ma minuziosa quasi come un quadro fiammingo. Ho trovato questo inizio sfolgorante, soprattutto perchè comprendi il significato delle immagini man mano che vai avanti nella storia. Poi il finale è di grande commozione, un grande gesto d'amore, che "zia spezza-acciaio" regala alla sorella e al nipote, che per me sta a significare come solo i bambini e le persone definite "pazze" o "disturbate" possono vivere fino in fondo la propria vita anche nel momento definitivo della morte con un coraggio e una profondità di sentimenti che nessun altro possiede, nè i razionali nè gli altruisti."
 
M

maredentro78

Guest
Ecco conoscendo solo" Dogville" e"Manderlay" dell'autor(che ho molto apprezzato!)e,questo mi ha un pò sconvolta ..In Melancholia apprezzo lo sforzo di rappresentare certe malattie e patologie,che fanno tanta paura a molti,anche la crudeltà con la quale l'ha dipinta che poi sia depressione,delirio,pazzia poco importa ma esaminandolo nel suo insieme e nel dettaglio non mi è piaciuto.Film angosciante,cinico e "freddo".Adoro Charlotte Gainsbourg come sempre,attrice bravissima e molto atipica, nel suo ruolo di sorella amorevole e che inizialmente pare gestisca tutto,poi anche lei assorbita nel delirio collettivo.
A me pare comunque un film poco omogeneo,so che è diviso in 2 capitoli,ma è anche confuso.Sembrano 2 film a sé.Tutto questo capolavoro non lo vedo sinceramente.La parte iniziale è quasi intollerabile a livello di angoscia e musica ma tale angoscia e tutte queste visioni non mi sembrano "spiegate"nel film.E non penso neanche sia un finale "aperto",mi sembra un'opera sulle ossessioni del regista che non scende dal suo scalino per aiutare a dare anche solo una lontana interpretazione.Sono quei film un pò fini a sé stessi che m'innervosiscono.

Elisa ho una curiosità impellente:il marito si suicida?perché è morto nella stalla??:boh::boh:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ecco conoscendo solo" Dogville" e"Manderlay" dell'autor(che ho molto apprezzato!)e,questo mi ha un pò sconvolta ..In Melancholia apprezzo lo sforzo di rappresentare certe malattie e patologie,che fanno tanta paura a molti,anche la crudeltà con la quale l'ha dipinta che poi sia depressione,delirio,pazzia poco importa ma esaminandolo nel suo insieme e nel dettaglio non mi è piaciuto.Film angosciante,cinico e "freddo".Adoro Charlotte Gainsbourg come sempre,attrice bravissima e molto atipica, nel suo ruolo di sorella amorevole e che inizialmente pare gestisca tutto,poi anche lei assorbita nel delirio collettivo.
A me pare comunque un film poco omogeneo,so che è diviso in 2 capitoli,ma è anche confuso.Sembrano 2 film a sé.Tutto questo capolavoro non lo vedo sinceramente.La parte iniziale è quasi intollerabile a livello di angoscia e musica ma tale angoscia e tutte queste visioni non mi sembrano "spiegate"nel film.E non penso neanche sia un finale "aperto",mi sembra un'opera sulle ossessioni del regista che non scende dal suo scalino per aiutare a dare anche solo una lontana interpretazione.Sono quei film un pò fini a sé stessi che m'innervosiscono.

Elisa ho una curiosità impellente:il marito si suicida?perché è morto nella stalla??:boh::boh:

sicuramente è la visione del mondo del regista, il fatto che lui riesca a condensarla in un film è notevole, Von Trier secondo me è uno dei registi contemporaneamente più sinceri e più manipolatori del nostro cinema, nel senso che riesce a realizzare quelcosa che serve a lui facendoci credere che serva anche a noi.
Per quanto riguarda la domanda essendo uno spoiler ti rispondo in bianco: il marito si suicida perchè credendo solo alla scienza ed essendo un positivista non ha altri mezzi per difendere la sua famiglia da quella che lui vive come un evento impossibile, il fatto che lo faccia nella stalla penso sia perchè la stalla è un luogo primordiale, legato alla nascita, al luogo del ritorno, un aspetto istintivo in contrasto alla sua razionalità.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Ho aspettato un pò a scrivere qualcosa perché dovevo digerire bene il tutto, ma una cosa è certa, mi è piaciuto molto!
L'ho trovato pessimista, angosciante, catastrofico e distruttivo all'ennesima potenza; per la specie umana e per la Terra che, come dice Justine, sono irrimediabilmente cattive non c'è speranza, nessuna via di fuga: solo la morte perché questo ci meritiamo e nient'altro. Questo perché l'uomo è appassito, è diventato schiavo delle proprie debolezze, ha perso il contatto con tutto ciò che lo circonda e non riesce più ad alzare gli occhi al cielo, ma vive sempre chiuso nel proprio mondo e nelle sue idee(bellissima la scena dove la Dunst, nuda e quindi libera, contempla il cielo notturno), perché la famiglia non esiste più, basta pensare al rapporto tra i genitori delle protagoniste, al matrimonio subito fallito tra Justine e il marito, o al rapporto stesso tra le due sorelle: non c'è più amore e passione nel senso ampio del termine. E da qui, forse, la malinconia, quella sensazione costante di tristezza che avvolge Justine, perché sa che l'uomo non può cambiare, che tutto è inutile e che forse, alla fine, è meglio scomparire nel silenzio che continuare a vivere in questo modo.
Il silenzio del contatto con il pianeta Melancholia e la conseguente esplosione è una scelta che mi è piaciuta molto, come pure quella di proseguire questo silenzio nei primissimi titoli di coda, per poi far partire la solita bellissima musica.
n.b. Anche io ho trovato un pò piatto Sutherland, come Germano, ma penso che sia stata un'interpretazione voluta. L'uomo, in questo film, non fa una buona impressione, il padre della sposa, lo sposo, il ragazzo con cui Justine fa sesso e il marito di Claire, Sutherland appunto, appaiono tutti come figure deboli e di contorno, non a caso, alla fine, il marito si suicida, perchè, quando gli sono venute meno le certezze, gli è venuto meno anche il coraggio e la forza d'animo per affrontare la situazione imminente.
 

fabiog

New member
Mi sono avvicinato a questo film con molto scetticismo, precedentemente di von Trier avevo visto soltanto " Dogville " e non ero riuscito ad arrivare alla fine, " Melancholia " mi ha invece entusiasmato dall'inizio alla fine, la parte iniziale con solo splendide fotografie di quello he avverrà nel corso del film lascia senza parole, le immagini sono veri e propri quadri.
Von Trier riflette sulla fine del mondo, ma già il mondo che oserviamo all'inizio con la festa di matrimonio è un mondo distrutto, distrutti sono i rapporti famigliari, distrutti i rapporti matrimoniali, distrutti i rapporti d'amicizia e di lavoro.
Von Trier ci presenta un deserto interiore, la distruzione della persona di Justine è solo un prologo di quello che avverrà alla fine ed è significativo come proprio la fragile Justine abbia la sua più piena lucidità quando il mond st ormai finendo.
Ottimo film e ottime le due protagoniste
 

happytelefilm

New member
più che d'accordo con El Tipo: da vedere!
E' una settimana che l'ho visto e ancora mi rimbomba in testa. Lunga vita a Von Trier.

anche io sono daccordo con El Tipo. Non è un film apocalittico che si gioca sulla suspense, infatti già dall'inizio si sa come va a finire. Il film è la narrazione nel mezzo, l'impatto finale è solo un pretesto per descrivere il comportamento dei vari esseri umani di fronte ad un evento realmente scioccante. Ammirevole Justine, si fa amare da subito. Il premio come miglior attrice alla Dunst è strameritato. Sono convinta pure della scelta di Sutherland, che interpreta bene il marito "dont'worry so tutto io", ma che è solo un modo superficiale di molte persone di affrontare la realtà, con le fette di mortadella sugli occhi. Ma poi, appena la realtà si rivela - spoiler ! - non la reggono e infatti il marito, senza nemeno salutare moglie e figlio, corre nella stalla a suicidarsi.
Fotografia bellissima.

voto 8 (non do di più solo perchè è un film un pò pesante da rivedere, il tema si digerisce lentamente).
 

happytelefilm

New member
stavolta non sono d'accordo con el_tipo e mi dispiace.a me l'unica cosa che mi ha incuriosito è : perché dà il titolo dei due tempi alle due protagoniste?
poi mi meraviglia la dovizia di immagini e di colori sicuramente belli ma non è quello che mi aspetto da lars;mi sembra un cambio di rotta notevole rispetto a "dogma"
l'ho visto sicuramente con piacere ma preferivo le tecniche che usava ai tempi del "Regno" e subito dopo.


perchè ti mostra prima come la vive Justine la tragedia, poi come la vive Claire. Justine sembra a tratti più serena perchè lei dentro è già un pò morta e depressa, è più cinica, sembra quasi aver meno da perdere rispetto a Claire, che invece scoppia di vita, adora figlio, marito, ha una bellissima vita piena di lussi. Claire è completamente felice, ha fiducia nella vita e nell'umanità ed ha davvero tutto da perdere.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Mi spiace di non essere riuscita a percepire tutto ciò che voi siete riusciti a percepire di "positivo" nel film.
Leggendo i vostri commenti (in particolare quelli di elisa e ayla) mi sono resa conto che se avessi ragionato come voi probabilmente avrei apprezzato questo film che invece ho trovato (come velmez e mare) freddo,angosciante e pesante.
Non sono stata capace di cogliere cosa c'era dietro e di emozionarmi :boh:.
Lars Von Trier non fa per me,avevo già provato a vedere Dogville,ma non ero andata oltre la prima mezz'ora.
Questo ho voluto finirlo per pura curiosità,ma alla visione del film ho preferito leggere i vostri commenti :wink:.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Un film che all'inizio ho faticato a seguire a causa della sua lentezza ma che poi procede in modo fluido se si entra nell'ottica psicanalitica.
Parla di depressione, queste due sorelle rappresentano due mondi contrapposti ma con lo stesso comune denominatore.
Justine è spettatrice passiva degli attori che le si muovono intorno, è chiusa nel suo mondo interiore.
Claire è attiva, desiderosa di controllare tutto e tutti, alla ricerca di una perfezione illusoria, apparentemente estroversa.
Di fronte all'imminente catastrofe reagiscono in modo diverso, rassegnazione versus disperazione.
Il film è girato molto bene, le scene al rallentatore sono stupende, sublimate dalla musica di Wagner, le attrici sono bravissime ed intense (ho un'ammirazione per Kirsten che trovo molto intensa, soprattutto nei primi piani) ma, se dovessi trovargli un difetto, trovo che nella suddivisione della storia in questa doppia lettura il regista sia stato un po' troppo didascalico, assurdamente c'è troppa perfezione, non riesco a spiegarlo meglio.
E' molto suggestiva la scena in cui Justine viene rappresentata immersa nell'acqua, vestita da sposa, come Ofelia.
Su internet ho cercato notizie su come sia nata l'idea di questo film molto particolare e ho trovato questo scritto:
L'idea per il film ha avuto origine durante una sessione di psicoterapia a cui Lars von Trier ha partecipato durante il trattamento del suo disturbo depressivo. Uno psicoterapeuta ha riferito al regista che le persone depresse hanno la tendenza ad agire con più calma degli altri sotto una forte pressione, perché si aspettano già avvenimenti spiacevoli. Trier ha poi sviluppato una storia senza i tratti di un film catastrofico e privo dell'ambizione di rappresentare realisticamente l'astrofisica, ma con l'intenzione di esaminare la psiche umana durante una catastrofe.
 
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