Sehnsucht
Chi ha vissuto un terremoto sulla propria pelle, chi è stato ostaggio di un paese in guerra, chi è fuggito di casa cercando un riparo che non c'era, non potrà mai ritornare lo stesso lui di prima.
Lei non sarebbe mai ridiventata la stessa vecchia persona dopo il 15 ottobre tra gli striscioni a Roma. Fossi in lei mi prometterei di non parlare mai più con chi è rimasto a casa, andato a una partita di football, disdegnato l'occasione per cambiare qualcosa. Anche con chi ha trovato altre parole per la mancata rivoluzione di se stesso - dietrofront - dall'uscio di casa per la stazione più vicina. Fossi in lei, soltanto mi incazzerei con il mondo. Ma lei, nonostante che sia
dentro di me, non prometterà silenzio e non farà altro laddove il cemento va preso a calci come il cuore comanda!
Questo vi garantisco. All'incontro delle nostre giovani vite già mi domandavo come spiegarle il
motivo per cui le avevo parlato su quell'autobus...
Invisibile, è così che funziona nei sogni. Tutto scorre, sensa appigli. Un volto, colore, capelli, uno sguardo, scivola tutto, ma va benissimo così. Il tempo non conta più, serve a dimenticare, a spartire un prima, un dopo, un “ci rivedremo”, un “ci siamo già visti”, il tempo può nulla contro i vizi: il mio è quello di averla trovata, quella ragazza.
Mia sorellina non ama molti cartoni: non sa parlare ed è piccola; la mattina guardiamo sempre qualcosa, ma vuoi vedere che ci appassioniamo di Ariel la Sirenetta, e mi innamoro di lei, e dico alla sorellina che Sirenetta esiste ed è tra noi, e vuoi vedere che riscopro antichi ricordi, vorrà forse dire che l'amavo prima di quella mattina, sarà magari che avevo da sempre bisogno dei suoi capelli, l'irriverenza e l'oceano da rendere sempre più bello, non è forse vero che ci si può ricordare un ché di rimosso, ed è poi così brutto pensare che la sognerò sempre come la sognavo anche da piccolo?
Che motivo avevo per dimenticare quel sogno che potevo portare con me per tutta la vita, quale ragione avrò avuto per rimanere, una volta cresciuto, del tutto ignaro sul perché mi piacessero le rosse, così tanto, oh, quanto tempo speso da bambino in cerca delle minime possibilità scientifiche che esistano sirenette in grado di respirare sott'acqua, quante notti io stesso a dimorare nell'Atlantico a casa di Sirenetta, a raccontarle quanto sia meglio da loro piuttosto che in superficie, specialmente perché in superficie, svegliandomi, lei non c'era, non ci poteva essere, non ci sarebbe mai stata...
Ora, la mia sirenetta non si chiama Ariel, non ne ha mai risvegliato i sogni, ne crea di nuovi, mi rende muto come un pesce, e allora le porto la mia scrittura. Ma persino dal primissimo momento in cui le ho parlato su quell'autobus! Con un bigliettino, ragazzi! Avevo così tante scelte... E nulla era scritto, tutto era da scrivere, me lo ripeto tutte le volte, conosco l'empietà di una memoria meretrice.
Mi piace sognarla, e mai la potrò seguire, siamo fatti per non incontrarci, sono proteso a rivederla ancora, mi struggerebbe saperla definitivamente emigrata in America, vorrei piutosto mi sparisse dai sogni di notte, dai pensieri di giorno; dimenticarla è insopportabile; averla dimenticata sarà come non averla mai incontrata; quanti anni saranno passati da quando sognavo la Sirenetta?
Lei, fatta di pochi sogni, mi ricordo fossero pochi. Sono sempre pochi. Sono sempre
troppo pochi.
Il tempo non conta più, serve a dimenticare, a spartire un prima, un dopo, un “ci rivedremo”, un “ci siamo già visti”, il tempo può nulla contro i vizi: il mio è quello di averla trovata, quella ragazza. Due volte! Impossibile da afferrare. Mi innamorassi ancora? Andrebbe in frantumi un mondo: piuttosto che ammettere una sirenetta diversa, mi dimenticherò che ci possono esistere eccome, queste sirenette, fatte di pochi sogni, e perderò la testa, e mi domanderò perché l'abbia fatto e che mai trovo sempre di speciale in ragazze rosse, giammai! come per dire che mai rivedrò il cartone della Disney! ora è
mio - e non parlo la lingua dei pesci - e scrivo un terremoto, io, ostaggio delle sirene in fuga verso un mare in cui abitare non posso! Oh, solo sapessi perché, perché resto sempre uguale a come allora?! me lo ripeto tutte le volte, qualcosa si ripete identico. Ma vivo, ma l'amo!
Ma chi?!
GIUDIZI
Giovaneholden
Devo dire che con un titolo così roboante, mi aspettavo decisamente di meglio. Il racconto gira a vuoto, non trova una sua via fluida, si spezzetta ad ogni riga per non approdare a nulla. Mi sembra il classico esempio della montagna che partorisce il topolino. Tanto rumore per nulla. Inconsistente.
Cristina67
Racconto romantico e toccante. Onirico eppure ancorato alla realtà.
Ila78
Anche questo racconto rientra in quelli che ho apprezzato meno, lo trovo un po' confuso e mi è ri-sultato poco chiaro a partire dal titolo, forse déjà vu in tedesco?? Non lo trovo scritto male ma non sono riuscita ad apprezzarlo in pieno.
Nerst
Ho dovuto rileggerlo per cercare di comprendere a pieno il racconto. Credo di aver colto i ricordi, o meglio i sogni, di una persona che, parlando come un poeta, cerca di creare ciò che vorrebbe vi-vere in un paese di cui non resta oramai nulla. La solitudine è quello che mi ha fatto provare il racconto, una solitudine che prova il protagonista, che per sfuggirle sogna e vive momenti irreali e conosce persone anch’ esse irreali. Il tema deja-vù credo sorga da queste immaginazioni.
Risus
Non mi ha detto niente, fin troppo poetico per i miei gusti, non nelle mie corde, sorry... e poi, chi dice "football" a Roma?!?
Bianca
Un racconto triste e malinconico. L'ho trovato originale, con una buona adesione al tema e scorre-vole.
Go daigo
Poca cura e attenzione nella scrittura del racconto. L'ho trovato confusionario, a tratti di difficile comprensione. Sarebbe potuta essere una gran bella storia.
Sopraesistito
Questo è il tipico racconto scritto "strano", ce n'è uno ad ogni concorso. Per capire se valeva la pena di leggere una pagina scritta in modo non convenzionale trovo il "dunque" della vicenda, se mi è possibile condensarlo in una frase allora il racconto non valeva la pena, se può essere solo parafrasato allora può andar bene. In questo caso lo posso solo parafrasare. Buona esperienza.