Piavoli, Franco - Al primo soffio di vento

elisa

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Una afosa domenica di agosto in una tenuta agricola lombarda. Gli abitanti della casa lo trascorrono ognuno da solo senza mai quasi incontrarsi, solo gli operai agricoli africani lo trascorrono tra di loro. Il film di Piavoli cerca di raccontare per immagini e per suoni, la musica di Satie e Ravel è dominante, non ci sono quasi parole, l'incomunicabilità e la solitudine dell'uomo. Ne viene fuori un qualcosa che non è cinema, ma fotografia in movimento, che affascina per la bellezza delle immagini e la profondità del pensiero che ci sta dietro. Una gioia per gli occhi ma non per tutti proprio per la particolarità e la lentezza dello scorrere della non-storia. A volte mero esercizio stilistico, altamente intellettuale e colto, a volte emozionante nella sua poesia. Il titolo è tratto da un verso delle Argonautiche di Apollonio Rodio. Piavoli regista, fotografo e montatore dell'opera, ovviamente.
 
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giovaneholden

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Allievo di Ermanno Olmi,Franco Piavoli prosegue nel suo stile particolare documentaristico,sezionando i suoi personaggi e analizzandoli come sotto al microscopio nei loro comportamenti sociali.Il tutto condito con delle meravigliose immagini,azzeccate colonne sonore e citazioni alte. Cantore della sua terra,può risultare di non facile approccio a causa del ritmo lento,che però è in linea col passare delle stagioni,attraverso l'alternarsi e il rinnovarsi ciclico di cui è debitore al capolavoro del suo maestro,L'albero degli zoccoli.
 

elisa

Motherator
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Allievo di Ermanno Olmi,Franco Piavoli prosegue nel suo stile particolare documentaristico,sezionando i suoi personaggi e analizzandoli come sotto al microscopio nei loro comportamenti sociali.Il tutto condito con delle meravigliose immagini,azzeccate colonne sonore e citazioni alte. Cantore della sua terra,può risultare di non facile approccio a causa del ritmo lento,che però è in linea col passare delle stagioni,attraverso l'alternarsi e il rinnovarsi ciclico di cui è debitore al capolavoro del suo maestro,L'albero degli zoccoli.

ma a differenza del maestro insuperato Olmi o anche di Diritti de Il vento fa il suo giro, in Piavoli non c'è la storia, tutto è rappresentato da frammenti, non esiste comunicazione tra i personaggi, una sceneggiatura, inoltre non c'è lo stesso sentimento ed emozione che lega i registi precedenti alle loro storie e che invece sembra assente in Piavoli, più interessato all'immagine che a quello che sta dietro all'immagine,
 
G

giovaneholden

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Io ho affermato che è stato preso in prestito un aspetto della cifra stilistica di Olmi,non il suo film,che è ben diverso da quelli di Piavoli.La giusta visione delle sue opere è quella che si ha davanti ala Natura,di contemplazione e di meditazione.
 

elisa

Motherator
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Concordo con te che Piavoli ha uno sguardo da entomologo ma lievemente ossessivo rispetto al soggetto, è affascinato dallo sguardo e allora lo riproduce in tutte le sue forme, è affascinato dal suono di un nome, in questo film il nome mantra è Jean, che viene ripetuto senza un chiaro significato e contesto. E' uno sperimentatore senza ombra di dubbio. Una cosa mi ha colpito, nel film non c'è mai silenzio, anche questa forma di riempimento assomiglia ad un horror vacui. Il pregio di un'opera come questa è anche il fatto di andare a comprenderla, è altamente stimolante.
 
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giovaneholden

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Giusta osservazione quella sul fatto che non ci sia mai silenzio nei suoi film,magari un semplice fruscio,ma c'è sempre qualcosa che si sente... Più che un horror vacui,direi che è la Natura che non è mai silenziosa per chi la sa ascoltare...
 
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