Una afosa domenica di agosto in una tenuta agricola lombarda. Gli abitanti della casa lo trascorrono ognuno da solo senza mai quasi incontrarsi, solo gli operai agricoli africani lo trascorrono tra di loro. Il film di Piavoli cerca di raccontare per immagini e per suoni, la musica di Satie e Ravel è dominante, non ci sono quasi parole, l'incomunicabilità e la solitudine dell'uomo. Ne viene fuori un qualcosa che non è cinema, ma fotografia in movimento, che affascina per la bellezza delle immagini e la profondità del pensiero che ci sta dietro. Una gioia per gli occhi ma non per tutti proprio per la particolarità e la lentezza dello scorrere della non-storia. A volte mero esercizio stilistico, altamente intellettuale e colto, a volte emozionante nella sua poesia. Il titolo è tratto da un verso delle Argonautiche di Apollonio Rodio. Piavoli regista, fotografo e montatore dell'opera, ovviamente.