Autori militanti o buoni autori ?

fabiog

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Sull'inserto di domenica de Il Corriere della Sera ( La lettura ) c'era un articolo di Francesco Piccolo che personalmente ho trovato interessante e che tocca un tema su cui molto spesso mi trovo a dibattere.
Piccolo nel suo articolo si lamentava della presenza piuttosto numerosa di scrittori che si dedicano sempre più ad un impegno civile trascurando invece la loro arte creativa , anzi spesso è proprio l'impegno civile che permette loro di aver buon successo nella loro arte che altrimenti sarebbe piuttosto scarsa.
Cito alcuni pezzi : " Noi scrittori veniamo giudicati o consideriamo noi stessi, più bravi o meno bravi, non tanto sulla base di un libro bello o mal riuscito, ma dalla quantità di esposizione del nostro impegno civile . Ci sembra di essere bravi se scriviamo editoriali sarcastici contro i politici del momento , se firmiamo appelli in favore della Costituzione..... " " il problema più serio è che scendendo in piazza , formulando invettive sarcastiche noi scrittori veniamo considerati scrittori di maggior valore. Man mano che passano gli anni alcuni di noi sostituiscono la furia civile a quella creativa "
Come detto questo è un tema su cui mi son trovato spesso a discutere e questo articolo mi trova pienamente d'accordo con l'autore, mi domando quindi se la causa o meglio se una delle cause del decadimento della cultura in Italia non sia anche dovuta all'atteggiamento che molti di questi " intellettuali " assumono per mascherare una loro incapacità o una loro perdita di vena artistica e cosa ancor più grave all'importanza che noi diamo loro più in conseguenza del loro impegno civile che del loro impegno artistico
Ritengo poi che questo discorso possa essere benissimo condotto anche nel confronto di attori, cantanti etc etc
Voi che ne pensate ?
 
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