La distruzione della morte.

Dallolio

New member
Molti avranno letto i miei interventi dove auspico un ritorno alla vera essenze delle cose, finendola con il consumismo e con l'esteriorità, optando per uno stile di vita povero.
Ebbene, vorrei sottoporre all'opinione di voi tutti (perchè per me il confronto con alcuni utenti di questo forum è fondamentale) la seconda parte del mio pensiero; tale tentativo di tornare a un'umanità vera non va però disgiunto dalla costante ricerca del raggiungimento dell'obiettivo primario dell'uomo, e cioè la sconfitta della morte. Penso che questo sia raggiungibile e che la tecnica abbia fatto enormi progressi in questa direzione; spesso mi è stata fatta osservare un'incoerenza tra i due pensieri (ritorno alla semplicità ed esaltazione della tecnica) ma per me tale contraddizione non c'è, in quanto ciò che sostengo è che la tecnica deve avere esclusivamente lo scopo del superamento dei limiti umani, cancellando tutto ciò che ha a che vedere con l'esteriorità e il possesso.
Cosa ne pensate?
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Molti avranno letto i miei interventi dove auspico un ritorno alla vera essenze delle cose, finendola con il consumismo e con l'esteriorità, optando per uno stile di vita povero.
Ebbene, vorrei sottoporre all'opinione di voi tutti (perchè per me il confronto con alcuni utenti di questo forum è fondamentale) la seconda parte del mio pensiero; tale tentativo di tornare a un'umanità vera non va però disgiunto dalla costante ricerca del raggiungimento dell'obiettivo primario dell'uomo, e cioè la sconfitta della morte. Penso che questo sia raggiungibile e che la tecnica abbia fatto enormi progressi in questa direzione; spesso mi è stata fatta osservare un'incoerenza tra i due pensieri (ritorno alla semplicità ed esaltazione della tecnica) ma per me tale contraddizione non c'è, in quanto ciò che sostengo è che la tecnica deve avere esclusivamente lo scopo del superamento dei limiti umani, cancellando tutto ciò che ha a che vedere con l'esteriorità e il possesso.
Cosa ne pensate?

Forse non sono la persona adatta per esprimere un parere, dal momento che adoro il lusso e le cose esteticamente piacevoli. Il possesso lo vedo come una cosa interiore, sentimentale più che effettivamente tangibile.
Però per rispondere alla tua domanda: nemmeno io noto differenza o contraddittorietà, comunque la si voglia chiamare, tra il ritorno alla semplicità e l'esaltazione della tecnica. Per il semplice motivo che credo che il superamento dei propri limiti faccia parte della natura dell'uomo. Però anche l'esteriorità è parte della natura umana, così come anche il possesso. Prendiamo a esempio un bambino (creatura non corrotta e ingenua): se c'è una cosa che gli piace se la prende, diventa meccanicamente sua.
Se per semplicità intendi "vita povera" non posso aggiungere altro che se tutti la pensassero così il mondo oggi sarebbe migliore.
Del tipo: beati gli ultimi se i primi saranno onesti.
Però vorrei capire che c'entrano il consumismo, l'esteriorità e la possessività con la morte... :?
...la morte dell'anima? Un individuo che da umano diviene una sorta di macchina sempre in prima fila? :??
 

irene

Reader
"sconfiggere" la morte sarebbe un superamento dei limiti? la morte è un limite? non posso risponderti adeguatamente perché non sono d'accordo con questo per vari motivi, e quindi penso che la tecnica, se per tecnica intendi ricerca scientifica eccetera, debba avere l'obiettivo di migliorare la vita, non di annullare la morte...
però:
per me non è incoerente in connubio tecnica-vita povera: la semplicità (povertà lo intendo così, non come regresso a forme di civiltà anteriori) renderebbe le persone più umili, più coscienti delle limitazioni delle conoscenze e dell'intelletto umano e quindi più pronte a combattere, attraverso il progresso scientifico, per il miglioramento della vita, non verso il consumismo ma verso una qualità superiore.
aiuto, non mi capisco...

@Vale: io il desiderio di possedere, il consumismo etc li vedo legati al pensiero della morte... cerco di spiegarmi: prima che finisca il mio tempo, cerco di avere quanto più posso, di sentirmi attraverso i miei averi una persona migliore, quasi invincibile, e quasi immortale. almeno, quando morirò, avrò avuto più degl altri... poi cosa intendesse Dalollio non saprei :)
 

Dory

Reef Member
Ho capito bene? Sconfiggere la morte?
Non sia mai!!!

Il mio pensiero in merito è che senza morte non c'è vita.
Nulla può esistere se non esiste il suo contrario.
Senza la morte, la vita perderebbe il suo significato.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
@Vale: io il desiderio di possedere, il consumismo etc li vedo legati al pensiero della morte... cerco di spiegarmi: prima che finisca il mio tempo, cerco di avere quanto più posso, di sentirmi attraverso i miei averi una persona migliore, quasi invincibile, e quasi immortale. almeno, quando morirò, avrò avuto più degl altri... poi cosa intendesse Dalollio non saprei :)

Probabilmente hai ragione, ma non lo faccio per "avere" le cose, ho l'abitudine di non buttare via niente e conservare anche l'inutile, solo perchè mi piace.
Sconfiggere la morte potrebbe anche essere possibile: chissà fra un milione di anni come sarà il mondo e quali passi avrà compiuto la tecnologia...
Ma personalmente la penso come Dory, niente esiste senza il suo contrario. Fra l'altro ciò che ci aiuta ad apprezzare la vita è proprio la morte stessa; viviamo ogni giorno con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo e non c'è niente di più bello :wink:
Se poi si parla di "limiti" e si ritiene che la morte sia un limite, mi trovo di nuovo a essere in disaccordo... Penso che i limiti vengono superati con la conquista, non evitandoli, per cui l'unica maniera per superare la morte è morire :D
 

Apart

New member
Senza dilungarmi troppo, spero che la morte non venga distrutta mai. Tutto quello che facciamo assume un senso perchè siamo esseri finiti, perchè siamo costantemente in rapporto con la morte. Che senso avrebbe una vita senza fine? La morte è la nostra interlocutrice. La morte ci interroga, e continuamente ci svela cose di noi.
 

SALLY

New member
Anch'io la penso come Dory sulla morte,è necessaria per poter dare valore alla vita...il consumismo ci ha fatto perdere la vera essenza della vita,noi non viviamo,rimbalziamo in un mare di cose inutili,abbiamo perso i contatti con ciò che ci circonda,con ciò che è importante,la tecnica è stata utile,ci ha sollevato da un sacco di fatica,da tante malattie,ci fa vivere di più e meglio,però l'abbiamo usata male,non vedo facce più felici,penso siano compatibili semplicità e tecnica,ma al lato pratico non ne siamo capaci.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io più che distruggere la morte vorrei che la scienza e la tecnologia distruggessero le cause di tanti morti inutili e anzi tempo, noi viviamo già abbastanza, ma tutti dovrebbero vivere abbastanza e con una qualità della vita accettabile. Bisogna distruggere l'ingiustizia e non la morte.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
io più che distruggere la morte vorrei che la scienza e la tecnologia distruggessero le cause di tanti morti inutili e anzi tempo, noi viviamo già abbastanza, ma tutti dovrebbero vivere abbastanza e con una qualità della vita accettabile. Bisogna distruggere l'ingiustizia e non la morte.

Questo è vero e giustissimo! Quante morti sul lavoro, in guerra o anche in missione di pace?! Recentemente anche per il maltempo... e solo perchè qualche cretino non si è posto il dubbio: ma se il corso del fiume passa di lì forse c'è una ragione...
Consideriamo anche che al mondo d'oggi i medici stessi sono i primi colpevoli (si muore per un'operazione di appendice, o per semplice febbre... mah...) tutto questo perchè in Italia il lavoro si tramanda di padre in figlio, anche se poi il figlio non ci capisce un tubo in medicina e magari avrebbe fatto meglio a fare l'avvocato, così nel caso di un ricorso sapevamo a chi rivolgerci, giacchè quelli che già ci sono non valgono una mazza...
Ok... terminato il piccolo OT :mrgreen: ribadisco che la morte è essenziale per vivere; non avrebbe altrimenti senso impegnarsi tanto nelle cose, vivere al meglio e con la gioia negli occhi se sapessimo che domani resterà domani per sempre.
 

Dallolio

New member
Ho bisogno di qualche ora per meditare alcune delle vostre affermazioni; innanzitutto grazie per la grande e attiva partecipazione... ora rispondo a Irene
Hai centrato bene ciò che intendevo dire parlando del rapporto tra consumismo e morte; il consumismo è l'eccesso di un'etica che potremmo dire "dell'oggetto" e che è sempre esistita, ma che con la rivoluzione industriale si è diffusa parossisticamente. Tutto questo eccesso di oggetti (dall'oggetto di alto artigianato alle moderne bambole gonfiabili) non sono che modi per riempire il nulla che avanza e ci devasta ogni giorno.
E' contro questo nulla che mi alzo in piedi e dico che non ci sto e che, seppure annichilito non dirò mai che è una cosa buona, ed è contro al consumismo, degno epifenomeno della paura della morte, a cui io mi ribello. La morte è un abominio, è la separazione degli amanti, la separazione dei fratellini, la separazione dei due sposi e, la più dolorosa, la seprarazione dei genitori dai figli e viceversa.
Io so e spero che la scienza possa continuare il suo percorso di luce e progresso fino a questa inevitabile vittoria finale, che potrebbe magari non avvenire mai, ma che sicuramente è il tacito e inespresso punto di arrivo di tutte le ricerche scientifiche.
 

Nerst

enjoy member
La morte è un abominio, è la separazione degli amanti, la separazione dei fratellini, la separazione dei due sposi e, la più dolorosa, la seprarazione dei genitori dai figli e viceversa.

Se si prende come argomentazione la morte prematura, allora ti do del tutto ragione. E' contro natura un genitore che sopravvive al un figlio, ma anche questa è parte della vita.

Io so e spero che la scienza possa continuare il suo percorso di luce e progresso fino a questa inevitabile vittoria finale, che potrebbe magari non avvenire mai, ma che sicuramente è il tacito e inespresso punto di arrivo di tutte le ricerche scientifiche.


La scienza ce la mette tutta per cercare cure a malattie quali cancro, leucemie, ecc...ma non credo che si arriverà all' elisir di vita eterna, anche perchè se esistesse io di certo non lo ingurgiterei.
 

Dallolio

New member
Non capisco chi assegna un ruolo positivo alla morte di un qualunque genere; la morte è l'erosione del soggetto, la perdita dell'io, il nulla che avaza, la fine di tutto, la possibilità che mette fine a tutte le possibilità. Cosa ci si può trovare di positivo? L'unica cosa che la morte fa è quella di rendere gli ultimi anni della vita dolorosi e tristi.

Io amo tutto della vita, anche le cose non mi piacciono. Lo sport non mi piace, le feste non mi piacciono, il lusso non mi piace e non lo approvo, tuttavia queste cose fanno parte della Vita pluriforme e quindi sono benedette... non c'è nulla che sia nella Vita che sia negativo, tranne ciò che la degrada e che fa quindi parte della morte, come ad esempio la violenza.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Non capisco chi assegna un ruolo positivo alla morte di un qualunque genere; la morte è l'erosione del soggetto, la perdita dell'io, il nulla che avaza, la fine di tutto, la possibilità che mette fine a tutte le possibilità. Cosa ci si può trovare di positivo? L'unica cosa che la morte fa è quella di rendere gli ultimi anni della vita dolorosi e tristi.

Io amo tutto della vita, anche le cose non mi piacciono. Lo sport non mi piace, le feste non mi piacciono, il lusso non mi piace e non lo approvo, tuttavia queste cose fanno parte della Vita pluriforme e quindi sono benedette... non c'è nulla che sia nella Vita che sia negativo, tranne ciò che la degrada e che fa quindi parte della morte, come ad esempio la violenza.


La morte non è nè la perdita dell'io nè il nulla che avanza. Perchè dare alla morte una descrizione così orrenda futile, quando può essere dolce? Non sappiamo cosa ci attenda, vivamo nel mistero e nell'inquietudine, è vero, ma cosa c'è di più bello e romanzesco?
Guarda alla morte come a un traguardo, come a qualcosa che non sia distruzione ma rinascita, come essenza fondamentale della vita. La morte è trasformazione, tutto si trasforma, dal sasso che cade dalla montagna e le intemperie ne mutano i lineamenti, dall'acqua che diventa ghiaccio o neve, fino ad arrivare alle stelle che i gas mutano continuamente in nebulose. :wink:
E poi, perdona la domanda: sei ateo? Ovvero, non intendo chiederti se credi in un dio in particolare, ma se credi in una vita oltre la morte, qualsiasi essa sia.
 

Dallolio

New member
La morte non è nè la perdita dell'io nè il nulla che avanza. Perchè dare alla morte una descrizione così orrenda futile, quando può essere dolce? Non sappiamo cosa ci attenda, vivamo nel mistero e nell'inquietudine, è vero, ma cosa c'è di più bello e romanzesco?
Guarda alla morte come a un traguardo, come a qualcosa che non sia distruzione ma rinascita, come essenza fondamentale della vita. La morte è trasformazione, tutto si trasforma, dal sasso che cade dalla montagna e le intemperie ne mutano i lineamenti, dall'acqua che diventa ghiaccio o neve, fino ad arrivare alle stelle che i gas mutano continuamente in nebulose. :wink:
E poi, perdona la domanda: sei ateo? Ovvero, non intendo chiederti se credi in un dio in particolare, ma se credi in una vita oltre la morte, qualsiasi essa sia.

Sono ateo e non credo in nessun dio, nella vita dopo la morte o in qualunque forma consolatoria tra quelle che sono stata introdotte negli millenni precedenti. La mia definzione è orrenda e toglie il respiro, ma è quella che ho nella testa da quando ho iniziato mio malgrado a riflettervi. Tu l'hai definita in modo più dolce, sei una inguaribile ottimista da questo intervento, Valentina.
Comunque vorresti dirmi che tu non temi la morte? Ti invidio davvero molto...
 

Sopraesistito

Black Cat Member
La morte va temuta, nessuno è in grado di non averne paura, in quell'ultimo istante di vita quando ci si rende conto che tutto sta per finire tutti provano il terrore più assoluto e nessuno se ne va in pace amenochè non fosse cerebralmente morto già da un pò (ed anche così, se l'anima esiste, penso in quell'ultimo istante essa provi agonia). E' una paura troppo basilare, troppo essenziale per poterla superare.

Ma senza la vita è un'esperienza incompleta.

Certo che lotterò con tutte le mie forze per non morire, è nella natura di qualsiasi animale, certo che urlerò di terrore in quell'ultimo istante, non importa quanto soddisfatto, vecchio o rassegnato io possa essere. Ma il concetto di morte, quella fine inevitabile e imprevedibile, non può e non deve essere "distrutto" o la vita perderà ogni valore.

Trovo che il tuo discorso, Dallolio, sia di una semplicità e ingenuità disarmanti, al punto di farmi quasi infuriare, come se non bastasse dalle tue discussioni iniziate di recente (su crisi mondiali, economiche, eccetera) traspare paura di vivere, non di morire. Chi vuole vivere non cerca di rallentare la corsa, pur sapendo che al traguardo c'è il vuoto.

Fatti una domanda molto semplice: "e poi?".
E ogni volta che trovi una risposta, ripeti la domanda, trova una nuova risposta e via così finchè non vedrai che l'ultima risposta sarà "muori".
Forse a te ci vorrà parecchio per arrivare a quella conclusione ma non è ancora troppo tardi (forse). Infine se non ci arriverai da solo, preparato quanto si può essere, la risposta ti batterà sulla spalla e saprai di aver fallito la vita.

Giusto per preservare una parvenza di civiltà e delicatezza, mi scuso per i toni usati in questa risposta, speravo che quella precedente chiarisse tutto ma a quanto pare dovevo essere più esplicito.
 

Dallolio

New member
La morte va temuta, nessuno è in grado di non averne paura, in quell'ultimo istante di vita quando ci si rende conto che tutto sta per finire tutti provano il terrore più assoluto e nessuno se ne va in pace amenochè non fosse cerebralmente morto già da un pò (ed anche così, se l'anima esiste, penso in quell'ultimo istante essa provi agonia). E' una paura troppo basilare, troppo essenziale per poterla superare.

Ma senza la vita è un'esperienza incompleta.

Certo che lotterò con tutte le mie forze per non morire, è nella natura di qualsiasi animale, certo che urlerò di terrore in quell'ultimo istante, non importa quanto soddisfatto, vecchio o rassegnato io possa essere. Ma il concetto di morte, quella fine inevitabile e imprevedibile, non può e non deve essere "distrutto" o la vita perderà ogni valore.

Trovo che il tuo discorso, Dallolio, sia di una semplicità e ingenuità disarmanti, al punto di farmi quasi infuriare, come se non bastasse dalle tue discussioni iniziate di recente (su crisi mondiali, economiche, eccetera) traspare paura di vivere, non di morire. Chi vuole vivere non cerca di rallentare la corsa, pur sapendo che al traguardo c'è il vuoto.

Fatti una domanda molto semplice: "e poi?".
E ogni volta che trovi una risposta, ripeti la domanda, trova una nuova risposta e via così finchè non vedrai che l'ultima risposta sarà "muori".
Forse a te ci vorrà parecchio per arrivare a quella conclusione ma non è ancora troppo tardi (forse). Infine se non ci arriverai da solo, preparato quanto si può essere, la risposta ti batterà sulla spalla e saprai di aver fallito la vita.

Giusto per preservare una parvenza di civiltà e delicatezza, mi scuso per i toni usati in questa risposta, speravo che quella precedente chiarisse tutto ma a quanto pare dovevo essere più esplicito.

Sono costernato che la semplicità dei miei interventi ti abbia disarmato e addirittura fatto infuriare; visto che il tempo a nostra disposizione è così breve non hai avuto probabilmente tempo di orchestrare una risposta meno scortese e sgarbata; ovviamente non ti risponderò nel merito
Ciao ciao
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Sono ateo e non credo in nessun dio, nella vita dopo la morte o in qualunque forma consolatoria tra quelle che sono stata introdotte negli millenni precedenti. La mia definzione è orrenda e toglie il respiro, ma è quella che ho nella testa da quando ho iniziato mio malgrado a riflettervi. Tu l'hai definita in modo più dolce, sei una inguaribile ottimista da questo intervento, Valentina.
Comunque vorresti dirmi che tu non temi la morte? Ti invidio davvero molto...


Inguaribile ottimista :mrgreen: sì lo sono!
Credo che chiunque temi la morte, ma credo anche che se viviamo continuamente nella paura di morire non vivremo affatto. Per ora non ho paura, penserò ad averla quando arriverà il momento, non voglio rodermi il fegato rischiando di non vivere appieno la mia vita per una cosa che ancora non si è presentata.
E comunque io non so se un dio esiste, forse da qualche parte dentro di me lo spero. In una altra vita oltre la morte ci credo, e questo è un movente per sperare che non finisca tutto per sempre, anche perchè: sempre è un tempo un po' lungo, non ti pare? :D
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Sono costernato che la semplicità dei miei interventi ti abbia disarmato e addirittura fatto infuriare; visto che il tempo a nostra disposizione è così breve non hai avuto probabilmente tempo di orchestrare una risposta meno scortese e sgarbata; ovviamente non ti risponderò nel merito
Ciao ciao

Sopraesistito ha detto soltanto una cosa molto semplice, il suo linguaggio può apparire rude... ma con quel "e poi?" ti fa capire che ognuno deve prefiggersi degli obbiettivi da raggiungere per poter vivere, e non c'è niente di più bello che raggiungerli e poi inventarcene degli altri :wink: è il gioco della vita in fondo, una sfida, che può avere anche battaglie perse, ma ricordati che la guerra può essere tua :D
 

Apart

New member
Non capisco chi assegna un ruolo positivo alla morte di un qualunque genere; la morte è l'erosione del soggetto, la perdita dell'io, il nulla che avaza, la fine di tutto, la possibilità che mette fine a tutte le possibilità. Cosa ci si può trovare di positivo? L'unica cosa che la morte fa è quella di rendere gli ultimi anni della vita dolorosi e tristi.

Morire, non esserci più non ha del positivo. Son d'accordo con te. Non è bello morire, che bellezza c'è nel non vivere più?, la penso come te, credo che chiunque la pensi come te. E' positivo però che si instauri un rapporto con la morte, con questo possibile non esserci più. Se non l'avessimo, perderemmo il domandare. Su tutto. E' perchè sappiamo che un giorno moriremo che ci facciamo certe domande. E domandare non è importante?
Inoltre dovremmo riconsiderare un nuovo senso, se vivessimo in eterno. E quale senso avrebbe fare le cose che facciamo ora se vivessimo in eterno?
:wink:
 
Alto