Denni
New member
I - LA REALTÀ
Oh, fine pratico della mia poesia!
Per esso non so vincere l'ingenuità
che mi toglie prestigio, per esso la mia
lingua si crepa nell' ansietà
che io devo soffocare parlando.
Cerco, nel mio cuore, solo ciò che ha!
A questo mi son ridotto: quando
scrivo poesia è per difendermi e lottare,
compromettendomi, rinunciando
a ogni antica mia dignità: appare,
così, indifeso quel mio cuore elegiaco
di cui ho vergogna, e stanca e vitale
riflette la mia lingua una fantasia
di figlio che non sarà mai padre ...
Pian piano intanto ho perso la mia compagnia
di poeti dalle facce nude, aride,
di divine capre, con le fronti dure
dei padri padani, nelle cui magre
file contano soltanto le pure
relazioni di passione e pensiero.
[…]
‹‹Voi, uomini formali - umili
per viltà, ossequienti per timidezza ¬-
siete persone: in voi e in me, si consumi
il rapporto: in voi, di arido odio,
in me, di conoscenza. Ma per la società
di cui siete inespressivi rapsodi,
ben altro io ho da dire: non da marxista
più, o ancora, ma, per un momento
- se il rapimento degli Autori
.
dell' Apocalisse affabula in un fuoco
che non ha tempo: I miei amori
¬griderò - sono un'arma terribile:
perché non l'uso? Nulla è più terribile
della diversità. Esposta ogni momento
- gridata senza fine - eccezione
incessante - follia sfrenata
come un incendio - contraddizione
da cui ogni giustizia è sconsacrata.
Ah Negri, Ebrei, povere schiere
di segnati e diversi, nati da ventri
innocenti, a primavere
infeconde, di vermi, di serpenti,
orrendi a loro insaputa, condannati
a essere atrocemente miti, puerilmente violenti,
odiate! straziate il mondo degli uomini bennati!
Solo un mare di sangue può salvare,
il mondo, dai suoi borghesi sogni destinati
a farne un luogo sempre più irreale!
Solo una rivoluzione che fa strage
di questi morti, può sconsacrarne il male! ».
Questo può urlare, un profeta che non ha
la forza di uccidere una mosca -la cui forza
è nella sua degradante diversità.
Solo detto questo, o urlato, la mia sorte
si potrà liberare: e cominciare
il mio discorso sopra la realtà.
Oh, fine pratico della mia poesia!
Per esso non so vincere l'ingenuità
che mi toglie prestigio, per esso la mia
lingua si crepa nell' ansietà
che io devo soffocare parlando.
Cerco, nel mio cuore, solo ciò che ha!
A questo mi son ridotto: quando
scrivo poesia è per difendermi e lottare,
compromettendomi, rinunciando
a ogni antica mia dignità: appare,
così, indifeso quel mio cuore elegiaco
di cui ho vergogna, e stanca e vitale
riflette la mia lingua una fantasia
di figlio che non sarà mai padre ...
Pian piano intanto ho perso la mia compagnia
di poeti dalle facce nude, aride,
di divine capre, con le fronti dure
dei padri padani, nelle cui magre
file contano soltanto le pure
relazioni di passione e pensiero.
[…]
‹‹Voi, uomini formali - umili
per viltà, ossequienti per timidezza ¬-
siete persone: in voi e in me, si consumi
il rapporto: in voi, di arido odio,
in me, di conoscenza. Ma per la società
di cui siete inespressivi rapsodi,
ben altro io ho da dire: non da marxista
più, o ancora, ma, per un momento
- se il rapimento degli Autori
.
dell' Apocalisse affabula in un fuoco
che non ha tempo: I miei amori
¬griderò - sono un'arma terribile:
perché non l'uso? Nulla è più terribile
della diversità. Esposta ogni momento
- gridata senza fine - eccezione
incessante - follia sfrenata
come un incendio - contraddizione
da cui ogni giustizia è sconsacrata.
Ah Negri, Ebrei, povere schiere
di segnati e diversi, nati da ventri
innocenti, a primavere
infeconde, di vermi, di serpenti,
orrendi a loro insaputa, condannati
a essere atrocemente miti, puerilmente violenti,
odiate! straziate il mondo degli uomini bennati!
Solo un mare di sangue può salvare,
il mondo, dai suoi borghesi sogni destinati
a farne un luogo sempre più irreale!
Solo una rivoluzione che fa strage
di questi morti, può sconsacrarne il male! ».
Questo può urlare, un profeta che non ha
la forza di uccidere una mosca -la cui forza
è nella sua degradante diversità.
Solo detto questo, o urlato, la mia sorte
si potrà liberare: e cominciare
il mio discorso sopra la realtà.