La nostra formazione culturale

Dallolio

New member
Per conoscerci meglio mi piacerebbe farvi riflettere su ciò che ha caratterizzato la vostra formazione culturale, quali eventi sono stati decisivi per costruire la nostra visione del mondo. Formazione culturale non è quindi semplicemente il titolo di studio, ma è proprio l'insieme di quelle esperienze che hanno costruito la nostra cultura; formazione culturale potrebbe essere perfino il rifiuto consapevole della scuola e una ricerca alternativa di cultura, oppure l'adesione a una religione o la frequentazione di un forum o di un'associazione.
Inizio a racccontarvi la mia (questo topic penso che sarà molto utile per tutti per chiarire il proprio percorso umano e formativo):

La mia formazione di base ha coinciso con l'indottrinamento religioso cattolico, avendo fatto scuole di questo tipo, ma con un preciso orientamento sociale e culturale, un cattolicesimo insomma non oscurantista, ma progressista. Al termine della scuola, negli ultimi due anni, ho avuto una svolta atea e filosofica, imparando a conoscere questa disciplina e decidendo di studiarla.
Il mio periodo maggiormente formativo è stato dai venti anni ai venticinque anni, in cui, grazie a una buona disponibilità di tempo libero, ho costruito una base solida, che ho potuto approfondire dopo ai venticinque (ahimè, con sempre meno tempo libero).
Per due anni ho seguito un corso per diventare insegnanti che a mio avviso ha prodotto più danni che vantaggi alla mia cultura e poi mi sono inserito nel mondo del lavoro (docente di sostegno) che mi ha permesso di rendere maggiormente concreto ciò che sapevo dell'uomo e del mondo.
La cultura scientifica ha avuto purtroppo poco peso nella mia formazione, nonostante io abbia tentato di impadronirmene più volte con scarsi risultati e ciò che so l'ho ottenuto grazie alla mediazione dei grandi divulgatori umanisti; per quanto riguarda l'esoterismo e l'occultismo vi sono stato a stretto contatto fino ai 18 anni ma non ne sono mai stato influenzato; tutta la mia formazione è avvenuta solo in opere e traduzioni italiane.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
mmm, topic interessantissimo. vediamo di rispondere.

considerando l'arco di una vita umana, io sono ancora giovanissima e perciò non posso certo dire (e anche se lo dicessi sarebbe un atto di presunzione, oltre che una falsità) di essere acculturata. è pur vero però che tento ogni giorno e con tutti i mezzi di abbattere le barriere dell'ignoranza, mia e altrui... ahimè, questo secondo compito mi riesce poche volte purtroppo :roll: (l'ignoranza altrui è uno strenuo nemico).
ho frequentato scuole statali, un liceo e l'università. l'esperienza che mi ha formata più di tutte, sarò banale, ma sono stati i viaggi compiuti, in italia e all'estero. quelli credo mi abbiano seriamente trasmesso qualcosa e insegnato tanto. altra esperienza altamente formativa, sarò di nuovo banale, sono stati i lunghi periodi lontani da casa mia e dal focolare domestico.
di lavoro e di particolari corsi di formazione non posso ancora parlare, visto che in quel mondo ancora non mi sono addentrata.

e le vostre esperienze invece? sono curiosa di leggerle :wink:
 

Nerst

enjoy member
Quoto Dallolio, quando afferma che la formazione culturale trascende dai titoli di studio acquisiti. Personalmente la scuola mi ha dato la cultura di base, ma gli anni di università mi hanno dato esperienze culturali da autodidatta. Quando percorro le strade di Napoli per ritornare a casa butto sempre un' occhio alle chiese aperte e molte volte sono incappata in mostre di quadri, di lettere antiche o di monete. Sempre camminando per i vicoli del policlinico ho visitato la cappella di S.Severo ed ho potuto ammirare il Cristo Velato.

Ma le esperienze e la cultura, a parer mio, trascindono anche da questo...ho imparato a come sbrigarmela quando il treno è soppresso :mrgreen: , quando ti ritrovi tra i fumogeni ad una manifestazione :paura: , o quando sei immerso nel folclore dei vicoletti per rimediare una bella sfogliatella calda :sbav:
 

swann

New member
Bello questo thread, strano che non risponda nessuno...

I miei maestri sono stati i libri, i viaggi e gli amici. I primi li ho "scoperti" a sedici anni, quando ho iniziato a leggere i classici. Prima leggevo solo storie dell'orrore. Da allora ogni periodo della mia vita è stato scandito da una lettura, tanto che posso ricondurre gli eventi passati ad un determinato romanzo e oggi, a volte, mi sorprendo a pensare cose tipo “Ah, sì, era il periodo in cui leggevo Nietzsche”.
La letteratura psicologica è stata la prima grande risorsa che mi ha spinto ad approfondire la conoscenza di me stesso. Tra i miei preferiti c’erano Dostoevskij, Proust, Hesse, Mann e Svevo.
Poi i viaggi. Viaggiare da solo è stata probabilmente l’esperienza formativa più importante, tanto che potrei dividere la mia vita tra prima e dopo la transiberiana, i cui binari rappresentano per me uno spartiacque. La completa solitudine è un’esperienza spaventosa e sublime, che ti trasforma. Cresci al quadrato.
Infine gli amici, che mi hanno insegnato molto e con i quali sono cresciuto umanamente.
E l’università? All’epoca volevo fare il Dams per studiare cinema. Alla fine ho studiato ingegneria. Lì insegnano solo a fare strage di sogni, anche se devo ammettere che ho oggi apprezzo il fatto di aver potuto approfondire la conoscenza scientifica, che avrei probabilmente ignorato se avessi fatto una facoltà umanistica.
 
Ultima modifica:

jancarlo

New member
Io sono un figlio degli anni '60. Forse, si era già capito dai miei interventi nella discussione su quegli anni...
Sono talmente un figlio di quegli anni che mi ritrovo nel 2012 ad ascoltare ancora i dischi in vinile e per i miei spostamenti utilizzo una Buick del '62.
Ho sessant'anni ma, culturalmente, sono nato in quegli anni e me li porto dietro, ciarpame compreso!
Sì, perchè gli anni '60 sono stati anni di grandi ideali e cambiamenti ma anche di ingenue utopie, ideologici un tanto al chilo, retorici fino alla nausea...
 

SALLY

New member
Anch'io sono figlia degli anni 60-70...ed anch'io ascolto ancora dischi in vinile,e li cerco pure :mrgreen:..ed ho una grande nostalgia di quegli anni che forse proprio perchè così "fermentosi" hanno consentito di pormi un sacco di domande e di essere una (lo ammetto :W) a cui non andava mai bene niente...non è stata la scuola (una banalissima ragioneria),che tra l'altro non mi piaceva,ad invogliarmi ad approfondire le cose,mi è sempre piaciuto leggere,fin da piccola,leggevo col vocabolario vicino per le tante parole che non conoscevo...ho cominciato con i Salgari,poi mi sono innamorata della civiltà egizia...dopo di che (forse perchè gli anni 90' sono stati un duro colpo ai miei anni 70' :mrgreen:) ho avuto bisogno di libri di filosofia,occidentale ed orientale e non ultime...letture prettamente femminili,il tutto intervallato dai classici che sono stati sempre motivo di riflessione,confronto ed evasione.
 

lodopiko

New member
é un post molto interessante.
Premettendo che ho 18 anni e la mia necessità di scopertà cresce di continuo, inconsapevolmente oserei dire ma nello stesso tempo in modo molto romantico e sincero.
Lo scorso anno ho deciso di abbandonare la scuola nonostante mancasse poco al diploma perchè mi sentivo del tutto censurato sotto un punto di vista strettamente personale in particolar modo nei rapporti sociali e con la conoscenza in generale. Internet è stato per un periodo uno strumento utile pr avvicinarmi a filosofie di cui spesso si conosce poco o nulla. Ho provato un'esperienza a Berlino per cercare di arrangiarmi in qualcosa ma non avendo un'idea chiara ne delle mie prospettive tantomeno di me stesso, ed essendo Berlino una città totalmente aldi fuori di quel poco che cercavo, son tornato. Per una crescita dell'individuo, vedo la scuola uno strumento di appallotolamento sociale, distorto ma non per tutti negativo. La fede cattolica e il moralismo etico del nord italia le sentivo come delle tentazioni che volevano trascinarmi in una sorta di oscurantismo anche proiettato al futuro. Ora ci convivo vivendoli come semplici filosofie di un vivere che non mi appartiene. Riprenderò la scuola il prossimo settembre e nel frattempo mi accomodo nel tempo con la prospettiva di viaggiare da solo, investendomi nell'investire. Ho tanta voglia di crescere e inoltrarmi sempre più sinceramente nella vita.
 

maurizio mos

New member
Un post davvero interessante e anche insolito.
Premesso che concordo pienamente, non sono (solo) gli studi che ci fanno quelli che siamo,
cosa ha contribuito, in modo più o meno determinante, alla mia formazione, a essere, nel bene e nel male, il sessantenenne che sono? Sarò sincero, non lo so. Mi spiego, prima di passare da idiota: non sono mai riuscito a stabilre con esattezza "ecco, questa cosa, questa esperienza mi hanno dato/portato/reso consapevole..." No, e non so se è perché sono fermamente convinto che non si possa stabilire con esattezza cosa e quando ci muta o ci arricchisce.
Almeno per me la vita è stato uno scorrere di esperienze, talune belle altre putroppo meno, di persone che via via mi hanno affiancato a vario titolo, di sensazioni ed emozioni sulle quali non ho mai indugiato a riflettere: le ho vissute e messe da parte.
Ora quelle esperienze riemergono a seconda delle occasioni e così mi trovo ancora a indignarmi da sessantottino (sì, gli anni sessanta sono stati anche gonfi di retorica ma eravamo giovani e ci credevamo, almeno un po', come tutti i giovani in tutti i momenti storici) di fronte a certi fatti e a commuovermi per altri come quando ero con una ragazza di milioni di anni fa.

PS: magarì avremo modo do discutere degli anno "60

PPS: sono anch'io di Spezia, ben trovata concittadina.
 

jancarlo

New member
Un post davvero interessante e anche insolito.
Premesso che concordo pienamente, non sono (solo) gli studi che ci fanno quelli che siamo,
cosa ha contribuito, in modo più o meno determinante, alla mia formazione, a essere, nel bene e nel male, il sessantenenne che sono? Sarò sincero, non lo so. Mi spiego, prima di passare da idiota: non sono mai riuscito a stabilre con esattezza "ecco, questa cosa, questa esperienza mi hanno dato/portato/reso consapevole..." No, e non so se è perché sono fermamente convinto che non si possa stabilire con esattezza cosa e quando ci muta o ci arricchisce.
Almeno per me la vita è stato uno scorrere di esperienze, talune belle altre putroppo meno, di persone che via via mi hanno affiancato a vario titolo, di sensazioni ed emozioni sulle quali non ho mai indugiato a riflettere: le ho vissute e messe da parte.
Ora quelle esperienze riemergono a seconda delle occasioni e così mi trovo ancora a indignarmi da sessantottino (sì, gli anni sessanta sono stati anche gonfi di retorica ma eravamo giovani e ci credevamo, almeno un po', come tutti i giovani in tutti i momenti storici) di fronte a certi fatti e a commuovermi per altri come quando ero con una ragazza di milioni di anni fa.

PS: magarì avremo modo do discutere degli anno "60

PPS: sono anch'io di Spezia, ben trovata concittadina.

Se ti può essere utile c'è una bella discussione sugli anni '60 nelle "Sempreverdi" dal titolo: Cos'è finito negli anni '60.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Per conoscerci meglio mi piacerebbe farvi riflettere su ciò che ha caratterizzato la vostra formazione culturale, quali eventi sono stati decisivi per costruire la nostra visione del mondo. Formazione culturale non è quindi semplicemente il titolo di studio, ma è proprio l'insieme di quelle esperienze che hanno costruito la nostra cultura; formazione culturale potrebbe essere perfino il rifiuto consapevole della scuola e una ricerca alternativa di cultura, oppure l'adesione a una religione o la frequentazione di un forum o di un'associazione.
Sono d'accordo su quanto scrivi.
Per me una formazione culturale non è collegata unicamente all'esperienza scolastica.
Per me un'esperienza stimolante a livello culturale è stato il corso di teatro e un corso di mindfulness.
Poi importanti sono stati incontri con persone conosciute quando lavoravo in fabbrica e quando svolgevo un servizio presso un'associazione.
In ultimo anche una psicoterapeuta da cui ero in terapia.
Fuori dall'ambiente scolastico sono venuta a conoscenza di un mondo fatto di arte, letteratura, poesia, di cui ignoravo l'esistenza.
Anche questo forum mi ha arricchito tantissimo.
 

alevale

Well-known member
Sono nuova e sto spulciando un po' il forum, perché mi incuriosisce e lo trovo molto interessante, quindi sto tirando fuori vecchie discussioni. Mi scuseranno gli amministratori e gli utenti attivi.
Dunque, come mi sono formata...
Penso che tutto contribuisca a formare la cultura di una persona, iniziando dalla propria famiglia.
Le scuole (ho avuto la fortuna di studiare parecchio e parecchio a lungo)
Concordo che l'istruzione scolastica non sia tutto.
Mi hanno arricchito i viaggi, gli scambi con altre persone.
Poi ci sono stati i libri letti per diletto, i film, il mio lavoro.
Sicuramente mi arricchirà questo forum e
tanto devo imparare ancora
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Dopo tanti anni sul Forum e oggi scopro questa discussione così interessante.
Rispondo senza pensarci più di tanto:

A. scuola italiana statale all'estero dall'inizio alla fine, mia e dei miei figli, che imparo più dalla loro scuola che dalla mia
B. facoltà di ingegneria totalmente inutile e scollegata dal mondo, che se avessi fatto teologia, sarebbe stato più pratico
C. perdita di mio padre, prima a 13 anni e poi a 18.
D. capire la vita a base di capocciate col supporto di mia mamma che era tanto buona ma ingenua
E. il femminismo a oltranza di mia sorella a colazione, pranzo e cena, che secondo me aveva ragione su tutto fino a quando (e questo non mi è chiaro) o mi sono sposato io, o a un certo punto devono essere cambiate tutte le donne, perchè qualcosa ha cominciato a non tornarmi più :rolleyes:
Comunque, visto che ho una moglie e una figlia, resto femminista più che mai, solo che il mio è un femminismo repubblicano, e cioè: io maschio alfa e peloso e mio figlio non siamo i re, ma voi femmine non siete le regine e le principesse; questo vuol dire che mia figlia a 5 anni ha attraversato il Trebbia a nuoto da sola, a 7 anni fa otto flessioni, fa il giro del lago del Brugneto 14Km sotto la pioggia, si allena a fare braccio di ferro con me e quando perde le dico che l'unico modo di vincere è battere il suo dolore, mi si ribella quando le dico che a 17 anni la farò ebrea in modo che possa farsi 2 anni di militare tra gli incursori (scusate ma non so come si declini al femminile) israeliane, mio figlio le fa le unghie di nascosto quando vado in trasferta :mrgreen:
F. la cultura profondamente antifascista ma non marxista della mia famiglia
G. il mondo del lavoro, da cui ho imparato quasi tutto anche se non mi ha insegnato quasi nulla (faccio eccezione per l'ing. G, e l'ing. FI e Dan ai quali devo tanto)
H. i giri per il mondo che ho fatto per lavoro, dall'Argentina alla Cina, dal Sud Africa all'Islanda, dagli USA al Kazakhstan, passando dal Biafra, le coltivazioni di canna da zucchero brasiliane evitando la polizia, le sparatorie in Libia e altre esperienze che non posso raccontare qui.
Un conto è girare il mondo pagando (e scopri quant'è bello, quanto sei alto, biondo, simpatico e intelligente), e un altro facendoti pagare e allora capisci come e quanto presto andremo a farci friggere se non ci svegliamo e ci teniamo stretto ciò che ci hanno lasciato i ns nonni.
I. il senso del dovere che bene o male ho sviluppato in gran parte da solo e che credo sia fonte di dignità.
J. l'esempio del Risorgimento, della IGM, della Resistenza, della lotta contro il Brigatismo, la lotta contro la criminalità organizzata
K. le letture, soprattutto Tolstoi, Gogol, Lampedusa, Primo Levi, Sciascia, Lussu, Dario Fo e Franca Rame, Kapuscinski... e tra i giornalisti seguo Travaglio e Serra (che un po' mi ha deluso).

Qualcosa avrò dimenticato per strada....se anche qualcuno, chiedo scusa.
 
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