3° Poeticforum - Le poesie che amiamo

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In questo poeticforum ognuno di noi può proporre una poesia che poi commenteremo tutti assieme liberamente.

Le proporremo di getto oppure tirando fuori dalla memoria quella poesia che ci aveva tanto colpito, l'importante è condividerle con altri.


La prima poesia la propongo io, è una poesia del cuore



Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l'alba è silenzio.
E sei come le voci
della terra; l'urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo; le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.
Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov'è entrato una volta
ch'era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come il cortile antico
dove s'apriva l'alba.
"Hai viso di pietra scolpita"
da: "La terra e la morte" - 1947 -
Di: Cesare Pavese -
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Fantastico Elisa! Allora ne propongo subito un'altra: :)

Salvatore Quasimodo

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
 
G

giovaneholden

Guest
Ecco la mia proposta: La poesia di Marianne Moore


La poesia

Neanche a me piace: vi sono cose più importanti di tutte
queste inezie.
A leggerla, però, con totale disprezzo, vi si scopre,
dopo tutto, uno spazio per l’autentico.
Mani capaci di afferrere, occhi
che sanno dilatarsi, capelli che possono drizzarsi
all’occorrenza, queste cose sono importanti

non già perché si possa sovrapporvi un’interpretazione
altisonante, ma perché
sono utili. Quando diventano così elaborate da divenire
inintellegibili,
di tutti noi si può dire la stessa cosa,
che noi non ammiriamo
quello che non potremo mai comprendere: la nottola
appesa a testa in giù o in cerca di qualche cosa da
mangiare,elefanti al lavoro, un cavallo selvaggio che si rotola, un lupo
instancabile in agguato
sotto un albero, il critico impassibile che arriccia la pelle
come un cavallo che sente una pulce, il tifoso di base-
ball, L’esperto di statistica -
e non è giusto
fare preclusioni contro “documenti d’affari

e libri di scuola”*; sono tutti fenomeni importanti. Ma c’è da
fare
una distizione: se vengono gonfiati da mezzi poeti,
il risultato non è poesia;
né mai potremo avere poesia
e i poeti tra noi non diventano
“letteralisti dell’immaginazione”** - superiori
all’insolenza e alla volgarità, disposti a sottoporre

a ispezione “giardini immaginari con rospi veri dentro”.
Frattanto, se pretendi da una parte
la materia grezza della poesia
allo stato più grezzo che ci sia,
dall’altra parte ciò che è genuino,
allora ti interessi alla poesia.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Ecco la mia proposta:
Canzone d'autunno - Verlaine

I singhiozzi lunghi
dei violini d'autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.

Ansimante
e smorto, quando
l'ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;

e me ne vado
nel vento ostile
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.
 

Nerst

enjoy member
Scusate l' imperdonabile ritardo, vorrei aggiungere una poesia.

Guido Gozzano

SPERANZA

Il gigantesco rovere abbattuto
l'intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.
Ma poi che Primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d'essere fronzuto.
Rampolla e sogna - immemore di scuri -
l'eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l'ire
aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!
 
La culla

"Un grande sonno nero
cade sulla mia vita :
dormite ogni speranza,
dormite ogni desio !

Io non vedo piú nulla,
e perdo la memoria
del male e del bene…
Ah, triste storia!

E io sono una culla
che una mano dondola
sul vuoto d'una tomba.
Silenzio, silenzio..."


(da Sagesse, Paul Verlaine)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Propongo questa poesia di un autore che amo (anche se non credo che mi sia mai capitato di non pensare a niente :roll: ):

Non sto pensando a niente di Fernando Pessoa

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
 
Lentamente... P. Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini
sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Hai viso di pietra scolpita di Cesare Pavese

cominciamo con il commentare la prima poesia:


Hai viso di pietra scolpita di Cesare Pavese



Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l'alba è silenzio.
E sei come le voci
della terra; l'urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo; le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.
Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov'è entrato una volta
ch'era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come il cortile antico
dove s'apriva l'alba.



"Hai viso di pietra scolpita"
da: "La terra e la morte" - 1947 -
Di: Cesare Pavese -


è una poesia che amo tantissimo, fatta di ricordi legati alle esperienze che si vive nell'infanzia e che ci lasciano il segno per sempre, che vengono richiamate alla memoria nel momento in cui un'emozione, una sensazione, un odore ci riporta indietro con gli anni. Poi è una poesia piena di suoni, di odori, di rumori, di sapori, tutto viene filtrato dai sensi e quindi è profondamente radicato in noi.
 

francesca

Well-known member
Hai viso di pietra scolpito

Non la conoscevo affatto
e mi ha incantata.
Bellissimo il tuo commento Elisa,
in effetti leggendola la prima volta, anch'io non ho potuto fare a meno di pensare all'infanzia a come sono i ricordi di quel periodo, all'alone di nostalgia e di magia che li rende dorati, come nessun altro ricordo successivo.
Solo mi domando una cosa: Pavese si rivolge a qualcuno, una figura, un'idea, una persona, al femminile.
Non riesco a capire a chi si sta rivolgendo.

Francesca
 
G

giovaneholden

Guest
Tipica poesia di Pavese,bellissima ma assai pessimista,come tutte quelle di questa breve raccolta intitolata La Terra e la Morte. Una madre terra,donna buia,misteriosa,vicina e lontana allo stesso tempo. Proviene dal mare che anch'esso però è un corpo estraneo,non la culla della vita. Solo i versi che ricordano l'infanzia danno un barlume di nostalgica felicità che si contrappone al doloroso presente. Sappiamo dei difficili rapporti di Pavese con l'altro sesso,al punto che l'hanno portato a compiere l'estremo gesto del suicidio. Azzarderei un'interpretazione che identifica i momenti felici con le donne solo nell'infanzia,con la madre che accudisce,nutre e protegge,mentre nell'età adulta il poeta sente un distacco insanabile con l'altro sesso.
 

Nerst

enjoy member
Questa poesia mi ha fatto pensare che a volte le parole non sono necessarie nel descrivere un sentimento o un ricordo. Il tonfo di una mela, come è riportato nella poesia può richiamare in noi il pensiero di chi è andato via, o una cantina chiusa il ricordo dello scalpiccio dei piedi di un bimbo. Davvero bella, ma malinconica, è come se tutti quei suoni non possono essere più sentiti.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Salvatore Quasimodo

questa la prossima poesia da commentare, di Salvatore Quasimodo


Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
 
G

giovaneholden

Guest
Una poesia che sembra un haiku,quella del premio Nobel,fatta di sensazioni ma anche profonda e lucida su quello che di più profondo c'è nell'essere umano,un vero capolavoro.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Salvatore Quasimodo

Una delle poesie più amate da tutti gli studenti delle scuole medie superiori d'Italia al momento di mandarla a memoria :)

Nella sua essenzialità è un concetto filosofico pessimista quello che esprime il poeta, di solitudine, di incomunicabilità, ma anche di sofferenza, il sole ci trafigge non ci scalda o ci illumina, e dopo questa solitudine e sofferenza siamo già arrivati alla fine della nostra vita.
Ogni volta che la penso o la leggo vengo sommersa dalla tristezza.
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
E' vero,per la sua brevità,sarà amata dagli studenti,almeno per impararla a memoria non è difficile :wink:.
Ma io non ricordo di averla approfondita al Liceo,forse perchè Quasimodo,insieme a Montale ed Ungaretti,veniva spesso tralasciato perchè si trovava alla fine del programma scolastico di letteratura italiana. E il tempo non c'era mai per terminarlo tutto.
Non so se la trovo più triste o realistica,concordo abbastanza sul fatto che ognuno è solo sulla terra,anche se bisognerebbe sempre fare il possibile per unirsi ai propri simili (si sa l'unione fa la forza).
Il verso ed è subito sera mi fa pensare a come la giornata e dunque la vita umana sia veloce a finire,a passare e qui ci sarebbe stato bene il seguito "carpe diem",cogli l'attimo fuggente,perchè potresti non aver più il tempo per farlo.
Il verso trafitto dal sole per me è positivo,nel senso che adoro i raggi del sole,il suo calore addosso,ma non so se l'autore l'abbia inteso in maniera positiva o negativa :??...trafiggere è un verbo che di solito fa pensare a qualcosa di doloroso fisicamente.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Bellissime entrambe le poesie finora commentate.
In Hai viso di pietra scolpita ritrovo il senso di nostalgia de La luna e i falò, il ricordo forte e vivo dei tempi passati, che il poeta rivive totalmente in un semplice odore o in un suono. Mi viene spontaneo immaginare la donna a cui si rivolge (anch'io ho pensato fosse la madre, come ha detto GH) come una donna che ha vissuto un'eternità senza mai tradire nemmeno fisicamente le sue radici, una donna il cui percorso e il cui dolore sono impressi nel volto di pietra ma che apparentemente non mostra ciò che ha vissuto, "non muta", sta in silenzio e sopporta il peso della vita, mi sembra di vedermela davanti con i capelli neri raccolti in una crocchia e gli occhi neri e profondi, vedo in lei la forza e l'orgoglio delle donne di una volta.


La poesia di Salvatore Quasimodo la studiai forse alle medie, quando, nonostante la facilità nell'imparare a memoria le poesie brevi, si facevano le "versioni in prosa" di malavoglia e senza partecipazione (almeno per quanto mi riguarda :mrgreen:); alle superiori non arrivai, come diceva Minerva, a quella parte del programma.
E' una poesia tristissima, viviamo soli aspettando quel raggio di sole, quella felicità che ci trafiggerà per un momento fugace, per tornare poi alla nostra buia solitudine, che tuttavia riusciamo a sopportare poichè vi è la speranza di essere trafitti ancora una volta...e trovarci senza accorgercene alla fine della vita, nel ricordo di quel raggio. Non so se sia questo il suo significato, così io la percepisco in questo momento.
 

Nerst

enjoy member
La poesia può essere anche breve, ma lascia pensare a lungo su quello che sono le "sere" che ognuno di noi si porta dentro. Si può stare anche tutto il giorno alla luce del sole a goderne il tepore, ma la malinconia di un tramonto la si porta sempre dentro ed è quella luce della sera che ti spinge a riflettere su ciò che si è... persi nella vastità del proprio io.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
La poesia di Marianne Moore

Passiamo alla terza proposta


La poesia (Marianne Moore)

Neanche a me piace: vi sono cose più importanti di tutte
queste inezie.
A leggerla, però, con totale disprezzo, vi si scopre,
dopo tutto, uno spazio per l’autentico.
Mani capaci di afferrere, occhi
che sanno dilatarsi, capelli che possono drizzarsi
all’occorrenza, queste cose sono importanti

non già perché si possa sovrapporvi un’interpretazione
altisonante, ma perché
sono utili. Quando diventano così elaborate da divenire
inintellegibili,
di tutti noi si può dire la stessa cosa,
che noi non ammiriamo
quello che non potremo mai comprendere: la nottola
appesa a testa in giù o in cerca di qualche cosa da
mangiare,elefanti al lavoro, un cavallo selvaggio che si rotola, un lupo
instancabile in agguato
sotto un albero, il critico impassibile che arriccia la pelle
come un cavallo che sente una pulce, il tifoso di base-
ball, L’esperto di statistica -
e non è giusto
fare preclusioni contro “documenti d’affari

e libri di scuola”*; sono tutti fenomeni importanti. Ma c’è da
fare
una distizione: se vengono gonfiati da mezzi poeti,
il risultato non è poesia;
né mai potremo avere poesia
e i poeti tra noi non diventano
“letteralisti dell’immaginazione”** - superiori
all’insolenza e alla volgarità, disposti a sottoporre

a ispezione “giardini immaginari con rospi veri dentro”.
Frattanto, se pretendi da una parte
la materia grezza della poesia
allo stato più grezzo che ci sia,
dall’altra parte ciò che è genuino,
allora ti interessi alla poesia.
 
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