Christie, Agatha - Poirot e la strage degli innocenti.

Meri

Viôt di viodi
Durante i preparativi per la festa di Halloween, Joyce una ragazza confessa di aver assistito, da piccola, ad un omicidio. Nessuno le crede perchè la ragazza è nota come bugiarda. Durante la festa la ragazza viene uccisa e toccherà a Poirot trovare l'assassino e il movente.

Carino, ma non il migliore tra quelli che ho letto.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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Puoi spiegare perchè non lo consigli? C'era qualcosa nella trama che non funzionava? Poco credibile?
Che Agatha abbia toppato ci può stare comunque, su 80 gialli:ad:
 
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Meri

Viôt di viodi
In certi punti l'ho trovato ripetitivo. Le persone dicevano tutte le stesse cose, anche i commenti erano uguali e non avevano niente a che vedere con la soluzione del caso. La sorpresa finale c'è in ogni caso.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
finalmente un thread per qst giallo che è invece uno dei miei preferiti! a dire il vero nn ricordo nulla di nulla perchè l'ho letto un po' di tempo fa, ma ricordo bene che mi piacque molto!!! siccome ho intenzione di rileggerlo (è un periodo che sto rileggendo tutti i gialli della cara zia Agatha), posterò a breve un "aggiornamento" del mio commento!!!
 

ayla

+Dreamer+ Member
Sembrava promettere bene questo giallo sia per il titolo molto intrigante, almeno alle mie orecchie:mrgreen:, sia per l'atmosfera di Halloween che solitamente riesce a regalare quel non so che in più...peccato però che il risultato un pò delude.
La lettura è come sempre scorrevole e i personaggi sono sempre ben presentati e caratterizzati, ma la storia non stuzzica e più di tanto non incuriosisce. La Christie non sfrutta bene quello che ha, non punta sull'atmosfera sinistra e misteriosa tipica di Halloween, non punta su personaggi affascinnti come la strega locale e opta per un movente, secondo me, un pò debole, originale, indubbiamente fuori dagli schemi, un pò da pazzi, ma debole, non convince fino in fondo.
Poirot qua in compenso con le sue strette e scomode scarpe in vernice, in aperta campagna, è più dandy che mai:mrgreen:
Interessante è il passo in cui la Christie, come spesso fa, riporta le sue teorie e opinioni in materia "penale", in questo giallo ruota attorno al concetto di pietà: Poirot non le approvava. Per lui, la giustizia veniva sempre avanti a tutto. La pietà, la pietà eccessiva, non lo convinceva affatto. Come sapeva da una lunga esperienza fatta in Belgio e in Inghilterra, quel genere di pietà produceva spesso altri delitti fatali per vittime innocenti: delitti che non sarebbero mai stati commessi se la giustizia fosse stata anteposta alla pietà.
Non male come romanzo, ma la Christie, se giocava meglio le carte che aveva in mano, poteva fare molto, molto di più. Peccato.
 

Lark

Member
L'ho trovato un po' banale, a dire il vero, decisamente non il suo romanzo migliore. Ho capito (a grandi linee) tutti gli intrecci ben prima della fine, più per una certa difficoltà della Christie nello sviare i sospetti che per abilità personale: è come se fosse stata molto stanca lei, molto stanco Poirot, molto stanchi i personaggi. Non riesce a rendere l'atmosfera, certi dialoghi sono identici tra loro ed i personaggi si assomigliano troppo (in quel che dicono, almeno). Non rende minimamente il carattere delle bambine, a volte troppo adulte per la loro età ed altre volte decisamente troppo infantili - inoltre tutta la sequenza finale nel crescendo d'azione è forzata e ben lontana dalla paziente cura del testo dimostrata (ad esempio) in dieci piccoli indiani. Altri personaggi invece sono completamente trascurati - e viene da chiedersi perché venga dato loro spazio, come se avesse cambiato qualche volta idea strada facendo.
C'è da dire che l'ha pubblicato nel 1969, alla venerabile età di 79 anni, e un po' si sente. Dalle pagine traspira una certa insofferenza per il momento storico di rivoluzione e cambiamento, qualche riferimento di troppo a teorie (all'epoca non ancora superate, a dire il vero) dell'uomo geneticamente criminale che dovrebbe essere individuato fin da bambino (una prospettiva un po' lambrosiana) - almeno tre o quattro dialoghi su "i manicomi che sono pieni e lasciano andare i pazzi" ed una generale insofferenza per la gioventù che corre troppo in auto, si accorcia le gonne ed uccide la gente.
Se vi piace la Christie è un libro interessante per immergersi in modo inedito nel suo universo, ma come libro in quanto tale non lo consiglio.
 
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