Germi, Pietro - Gioventù perduta

elisa

Motherator
Membro dello Staff
A Roma subito dopo la guerra un gruppo di giovani universitari, appartenenti a famiglie borgesi, organizza delle rapine dove ci scappa spesso il morto. Un commissario di polizia si infiltra nell'ambiente per smascherare i colpevoli.

Un bellissimo film stranamente dimenticato, potente nel suo messaggio di degrado di una società che esce dalla guerra prostrata moralmente e che ha intaccato tutte le classi sociali e le generazioni. E' un film che potrebbe essere ambientato in qualsiasi paese occidentale tanta è la capacità di Germi di non caratterizzare nè l'ambiente nè i personaggi come invece la maggior parte dei registi italiani fa. La guerra porta dietro di sè non solo la distruzione e la morte ma pure modifica il senso e il valore della vita e del futuro, rendendo le persone ciniche, opportuniste e senza ideali.
 
Ultima modifica:
G

giovaneholden

Guest
Bellissimo,io ho un debole per Germi,penso si sia capito!Un noir di grande impatto,girato con grande maestria,inquadrature che sono debitrici del cinema hard boiled americano degli anni 40. Ottimi attori,da vedere!
 

maurizio mos

New member
Spesso Germi viene "dimenticato" a favore di altri registi certo grandi ma che raramente hanno saputo illustrare il "quotidiano", il vivere normale, nel bene e nel male, specie dell'immediato dopoguerra e comunque fino agli anni "70. O se ci hanno provato sono caduti spesso nel miserabilismo, certo trasmettendo l'angoscia, la disperazione del vivere, come es "ladri di biciclette". Uan disperazione che c'era e che Germi recupera in modo più grandioso e umile nel contempo ne "Il cammiono della speranza"
Vedo che oltra a "gioventù bruciata" tra i film ricordati ci sono "In nome della legge" e appunto "Il cammino della speranza". Aggiungerei "Un maledetto imbroglio", tratto da "Quel pasticciaccio brutto ecc..." di Gadda.
Molti hanno trovato nei film di Germi influssi del cinema americano, giungendo a scomodare i western di Ford per "In nome della legge" e gli hard boiled anni "30 per "Un maledetto imbroglio". Può essere che il regista abbia sentito l'influenza delle opere di quel periodo: è indubbio ad esempio che il commissario di "Un maledetto imbroglio" abbia tratti che rammentano a volte quei film (penso a quando rientra nella sua stanza e senza togliersi il cappello scorre la posta e poi telefona alla sua ragazza o amante, visto che andavano insieme in quel motel che entrerà nell'indagine: siamo alla fine degli anni "50, ricordiamolo)
Tuttavia la completezza della sua opera dimostra la sua originalità totale e la capacità di seguire l'evolversi del costume e della società, senza staccarsi però dal personale, dal semplice, seguendo spesso un filo ironico e benevolo. Non dimentichiamo che "Amici miei" nasce proprio da lui.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ciao, maurizio, molto interessante quello che dici e devo testimoniare che la "dimenticanza" di Germi è totale, questo film per vederlo ho dovuto andare in una mediateca a Milano perchè difficile da reperire.
 

maurizio mos

New member
ciao, maurizio, molto interessante quello che dici e devo testimoniare che la "dimenticanza" di Germi è totale, questo film per vederlo ho dovuto andare in una mediateca a Milano perchè difficile da reperire.

Sì, è un limite con cui deve fare i conti anche Risi, ad esempio. Forse deriva anche dal fatto che non sempre per i loro film hanno utilizzato grandi attori. Che so, Un maledetto imbroglio è un film pressoché perfetto, pure penso che pochi lo conoscano e ancora in meno lo ricordino. E Germi, nel ruolo del protagonista, riesce a caratterizzarlo in modo superbo.
Ma sai com'è, se ci si allontana dai "mostri sacri"...
 
Alto