Alessandra e Cesare sono cognati ma si amano da sempre anche se lei ha sposato Antonio, il fratello di Cesare, per volontà testamentaria del padre di lui, nobile e ricco siciliano. Quando lei resta vedova con un figlio di cinque anni, scopre poco dopo di avere una grave malattia, allora il cognato la porterà in viaggio, all'inizio per dei consulti medici per poi arrivare infine a Venezia per poter vivere insieme gli ultimi attimi del loro amore finalmente rivelato.
Questo è l'ultimo film di De Sica ed è verò che è un melò un po' forzato, tratto da un racconto di Pirandello, ma l'eleganza della regia la si vede nelle bellissime ambientazioni, in scene suggestive come quella di Adriana che durante il lutto obbligato sale sulla terrazza esposta al sole e bianca di lenzuola ricamate che asciugano all'aria, perchè è la mancanza d'aria che contraddistingue la vita di questa donna, oppressa dalle convenzioni a cui lei si attiene rigorosamente e che riesce ad esprimere la sua vera indole solo in prossimità della morte. La Loren è un po' in età per la parte e recita l'ultima scena in modo troppo teatrale, Burton un po' strano nel ruolo del nobile siciliano, quasi algido nella sua raffinata ma sterile recitazione, dicono fosse sempre ubriaco, forse anche vero visto che sembra sempre un po' sperso. Io rivaluterei più che la storia in sè le riprese degli alberghi, delle ville,, dei paesaggi e delle città, un vero e proprio godimento per gli occhi.
Questo è l'ultimo film di De Sica ed è verò che è un melò un po' forzato, tratto da un racconto di Pirandello, ma l'eleganza della regia la si vede nelle bellissime ambientazioni, in scene suggestive come quella di Adriana che durante il lutto obbligato sale sulla terrazza esposta al sole e bianca di lenzuola ricamate che asciugano all'aria, perchè è la mancanza d'aria che contraddistingue la vita di questa donna, oppressa dalle convenzioni a cui lei si attiene rigorosamente e che riesce ad esprimere la sua vera indole solo in prossimità della morte. La Loren è un po' in età per la parte e recita l'ultima scena in modo troppo teatrale, Burton un po' strano nel ruolo del nobile siciliano, quasi algido nella sua raffinata ma sterile recitazione, dicono fosse sempre ubriaco, forse anche vero visto che sembra sempre un po' sperso. Io rivaluterei più che la storia in sè le riprese degli alberghi, delle ville,, dei paesaggi e delle città, un vero e proprio godimento per gli occhi.