Capuana, Luigi - Giacinta

Dallolio

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Giacinta è segnata dal grande e inconfessabile dolore della violenza sessuale subita da bambina; questo drammatico evento segnerà la sua capacità di avere una vita normale: l'angoscia di questo evento la porterà prima a sposare un uomo che disprezza, poi a scegliere come proprio amante un sognatore debole e irresoluto, che la porterà alla delusione e in seguito alla follia.
Capuana riesce a delineare la psicologia dei suoi personaggi con un credo realismo e con una scientificità che impressionano; la società umana è spietatamente ritratta, senza alcuno spazio per personaggi interamente positivi.
10/10
 
"Piú tardi, venne il dottor Follini. Chiedeva qualche soccorso per una
sua ammalata.
— È giovane? — domandò Giacinta.
— Giovanissima e bella. Il lavoro la uccide.
Giacinta gli diede un biglietto da cento lire.
— Grazie!… È anche troppo. Come sarà contenta quella infelice!
— Guarirà? — riprese Giacinta, dopo una breve pausa.
— Oh, no! E vorrebbe vivere!
— Con una vita cosí piena di stenti?
— La sua povera mamma, cieca e paralitica, perirà di fame senza di
lei. Trista cosa il mondo! Nessuno può saperlo quanto noi medici, che vediamo
miserie e dolori incredibili, non possiamo alleviarli. Che sono mai in confronto,
i dolori quasi artificiali delle persone ricche, della gente elevata?
"

Ha ragione il dottor Follini, l'amore altro non è che un dolore artificiale per le persone ricche.
Woody Allen faceva dire ad un suo personaggio nel film Harry a pezzi: "Le parole più importanti nella vita non sono: "Ti amo", ma "E' benigno".
E Verga nei suoi Malavoglia faceva dire a N'Toni: "Il guaio è che non siamo ricchi per volerci sempre bene".

Si muore d'amore, anche se i tempi son cambiati e l'amore "malato" fa uccidere e non morire. Ma il succo è lo stesso, il dottor Follini guarda esterefatto Giacinta e non comprende come questa possa amare a tal modo un "— Vigliacco! Incapace d'un fermo proposito! Non era un uomo, ma
un bruto, una carognaccia!
". Eppure Giacinta ama, gli sacrifica tutta se stessa, fino all'estremo.
Gerace non è nemmeno in grado di chiudere un amore che non c'è più.

Descrizione vivida di una società che non cambia mai. Libro da leggere, perché l'amore "per alcuni" è magia.
 

Lollina

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La trama è esile e riproduce molte situazioni tipiche del romanzo ottocentesco: si pensi a quale spessore letterario acquista l'amore sovversivo tra Anna e Vronskij nell'Anna Karenina di Tolstoj. Notevoli sono però sia l’analisi sottile e spietata dei mali della famiglia borghese e la complessità e raffinatezza del ritratto psicologico della protagonista. Anche a causa della sua traumatica iniziazione alla relazione con l'altro sesso (Giacinta aveva subito, poco più che bambina, le attenzioni morbose di un giovane servitore e le chiacchiere ancora più morbose che ne erano derivate), quando incontra l’amore decide di viverlo fuori dai modelli e dai vincoli borghesi, legandosi ad Andrea con un legame di sola passione, senza aspettarsi l’uno dall’altra alcun ritorno in termini di rispettabilità sociale. A questo sogno di perfetta corrispondenza di sensi e sentimenti dedica tutta la vita, ma viene smentita dai fatti: le chiacchiere della gente, il peso della soggezione economica che Andrea avverte, la morte della figlia che lascia i due amanti soli e nudi l'uno davanti al dolore delll'altra, determineranno un fallimento che per Giacinta diventa addirittura esistenziale.
 

velmez

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ho fatto fatica a immedesimarmi in questo romanzo... non ho ben capito la scelta del matrimonio e le sue scelte in generale... non si tratta solo di mentalità diversa, ho spesso avuto l'impressione che mancasse qualcosa, che si saltasse troppo facilmente alle conclusioni... avrei preferito un romanzo più introspettivo, forse... non mi ha convinto!
 
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