Pasternak, Boris - In morte di Majakovskij

Mesnilgrand

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Non ci credevano. Pensavano fandonie.

Ma lo apprendevano da due, da tre, da tutti.

Si mettevano affianco,

nella riga del tuo tempo fermatosi di botto,
case di mogli di impiegati e di mercanti.

Era un giorno, un innocuo giorno più innocuo

d’una decina di precedenti giorni tuoi.

Si affollavano allineandosi nell’anticamera

Tu dormivi.

Spianato il letto sulla maldicenza dormivi.

E cessato ogni palpito eri placido,

bello, ventiduenne,

come aveva predetto il tuo tetrattico
come allineati dal tuo sparo.

Tu dormivi stringendo al cuscino la guancia,

dormivi a piene gambe, a pieni mallèoli,

inserendoti ancora una volta di colpo

nella schiera delle leggende giovani.

Tu ti inseristi in esse con più forza,

Il tuo sparo fu simile ad un Etna

in un pianoro di codardi e di codarde.

Oh, s’io avessi allora presagito,

quando mi avventuravo nel debutto,

che le righe con il sangue uccidono,

mi affluiranno alla gola e mi uccideranno.

Mi sarei nettamente rifiutato

di scherzare con siffatto intrigo.

Il principio fu così lontano,

Ma la vecchiezza è una Roma

senza burle e senza ciance

che non prove esige dall'attore

ma una completa autentica rovina

così timido il primo interesse.
 
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