Murakami, Haruki - Nel segno della pecora

Go daigo

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Trama tratta dal web: "
Sotto il segno della pecora inizia come tante altre storie: il protagonista, un pubblicitario trentenne, viene lasciato dalla moglie e vive le sue giornate immerso nella monotonia. Un giorno, però, realizza una campagna pubblicitaria che utilizza la fotografia di un gregge di pecore al pascolo, e una di queste pecore, identificabile per via di una macchia a forma di stella sulla fronte, viene riconosciuta come quella responsabile di aver preso possesso di un uomo politico molto potente, il Maestro; questi è gravemente malato e il nostro protagonista si trova obbligato a partire per ritrovare entro un mese la pecora incriminata, fotografata tempo addietro da un suo vecchio amico, il Sorcio, latitante da qualche anno. Insieme a una ragazza dalle orecchie così belle da spingerla a tenerle sempre coperte per mostrarle solo nell'intimità, il narratore inizia una caccia che lo porterà da Tokyo, dove vive l’anziano Professore delle Pecore, a Sapporo, per finire in cima alle gelide montagne a nord di Hokkaido, dove troviamo l'Uomopecora e il Sorcio."

Ho letto molti dei libri di Murakami ma questo è il mio preferito. L'idea della pecora conquistatrice del mondo è geniale. La storia è coinvolgente,mai noiosa,onirica come tutti gli altri racconti dello scrittore nipponico. Mentre leggevo non ho mai pensato "Questo è assurdo,irreale" ma percepivo ogni singolo avvenimento come reale e tangibile. Mi è piaciuta in particolar modo l'ultima parte,quando si passa da un ritmo frenetico ad una solitudine pacifica,leggera. Consigliatissimo.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Ugly Betty

Scimmia ballerina
L'avevo iniziato circa due annetti fa, ma non ricordo bene perchè, l'ho mollato a metà. Probabilmente non mi aveva catturato abbastanza!
 

velmez

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Io invece l'ho trovato scadente verso il finale... mi è piaciuta moltissimo la prima parte e la seconda... ma quando inizia a dare delle risposte... ho trovato le sue risposte un po' azzardate, non magiche e interessanti come il resto del libro... è come se avesse perso i collegamenti, se fosse uscito dal seminato...
Comunque bel libro, Murakami rimane sempre uno dei miei preferiti!!
Nello stile, nella costruzione, e anche in un personaggio, mi ricorda molto Dance, Dance Dance, che in assoluto trovo sia il migliore tra quelli letti fino ad ora!!
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Il protagonista, di ritorno dal funerale di una ragazza frequentata ai tempi dell'università, trova in casa la moglie da cui ha appena divorziato venuta per recuperare le ultime cose che le appartengono. Il nostro, di professione pubblicitario, ricorda che di lì a poco avrebbe incontrato una ragazza di ventuno anni, di bellezza media, che nella vita svolgeva tre lavori: correttrice di bozze, modella per spot pubblicitari basati sulle orecchie e call girl. A causa di uno degli spot pubblicitari che la vedevano protagonista avvenne l'incontro tra i due; la ragazza, che pareva avere particolari poteri di preveggenza, precognizzò al suo nuovo compagno l'arrivo di un'importante telefonata avente come soggetto delle pecore. Sarà l'inizio di un'avventura cui il termine "strana" calza come un morbido e caldo paio di guanti di lana sulle mani del proprietario infreddolito in un gelido giorno d'inverno.

Ancora una volta faccio tappa nel suggestivo universo creato da Murakami; incontrarlo nuovamente è come riprendere un piacevole discorso con un amico che non si vedeva da tempo. La confezione, ovvero l'atmosfera e il lavoro di cesello sulla cornice portati avanti dall'autore giapponese, è di grande livello. In questo caso l'elemento onirico (strettamente legato a quello "weird") non è spinto ai massimi livelli: le precognizioni della ragazza, l'incontro col Sorcio, l'essenza dell'Uomo Pecora, le incredibili capacità della pecora "smarrita"; tutto ciò aiuta il lettore a seguire le evoluzioni nella trama e facilita la comprensione delle svolte narrative. La prima parte, che serve a porre le basi per la storia, risulta interessante grazie ad alcune digressioni, nelle quali Murakami resta maestro, come quella incentrata sul ricordo della ragazza universitaria senza nome (definita "quella che andava a letto con tutti, da qualche parte tanti anni fa"). Anche in questo lavoro nessuno, o quasi, ha un nome proprio, solo nomignoli, infatti i due protagonisti non si chiamano mai per nome e gli altri personaggi sono identificati tramite appellativi comuni o soprannomi (sono l'Uomo Pecora, il Maestro, il Sorcio e il professor Pecora); d'altronde, in un mondo che pare "parallelo" e complementare a quello del Giappone "reale", a che cosa potrebbe servire un nome?
Le lettere del Sorcio e lo strano incarico assegnato al protagonista indubbiamente aumentano quell'aura di mistero che ammanta la prima metà. Anche l'inizio della ricerca con relativo trasferimento del pubblicitario e della sua fidanzata "dalle belle orecchie" sugli inospitali monti dell'Hokkaido e l'intrigante resoconto dello sviluppo della città di Junitaki (vi ho scorto un eco lontana del Defoe de "La peste di Londra") sono passaggi di rilievo. A mio parere i problemi cominciano nella seconda con l'apparizione del professor Pecora e ancora di più con quella dell'Uomo Pecora: è da questo momento che principia il tentativo di connessione dei vari elementi fino a lì disseminati. Il tutto dovrebbe confluire in una spiegazione convincente e chiara, invece, di nuovo, Murakami resta nel vago e non fornisce tutti i chiarimenti del caso.
Mi sono decisamente perso nelle chiacchiere del Sorcio e, per l'ennesima volta ("La ragazza dello Sputnik", "Norwegian Wood"), ho constatato una peculiarità "murakamiana" che m'indispettisce: la sparizione, di punto in bianco, di uno dei personaggi principali. La comunicazione del fatto viene data in maniera molto semplice e diretta dall' "Uomo Pecora", la motivazione? Nessuna! Qualcosa in merito verrà approfondito nell'ideale seguito, ovvero "Dance Dance Dance". Comunque la modalità "succede così perché si" non è che mi entusiasmi molto. Il finale m'è parso "monco", con innumerevoli domande lasciate senza risposta. Il tutto si risolve con il protagonista che non porta a termine del tutto il compito assegnatogli ma qualcuno già sapeva a cosa sarebbe andato incontro (per quale motivo allora fargli fare tanta fatica?); il Sorcio è un qualcosa d'indefinito e Professor/Uomo Pecora risultano essere due soggetti aventi meramente funzioni di supporto tecnico e implementazione del lato "bizzarro".
Lavoro insolito, di gradevole lettura, ma non del tutto riuscito; io amo decisamente il Murakami più concreto che mette in moto la macchina della vita reale e dei "ricordi" emozionali ("Norwegian Wood", "A sud del confine, a ovest del sole").

VOTO 6
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Anche in questo romanzo, come nei primi due, Murakami è ancora alla ricerca del suo stile. Sicuramente questa storia è già più matura rispetto ai precedenti "Ascolta la canzone del vento" e "Il flipper del 1973". Restano però diverse pecche narrative che impoveriscono un po' la lettura. Anche qui la storia fatica inizialmente a prendere il via, sembra che Murakami scriva senza sapere in che direzione vuole andare, e ne risultano perciò diverse pagine che sarebbe stato meglio cancellare completamente, in cui i personaggi non fanno niente di che. Certo, non manca qualche buon paragrafo che ci aiuta a immergersi nel personaggio, o qualcuno in cui emerge la "magia" tipica dei libri di Murakami, ma per il resto tanta noia, in attesa che succeda qualcosa di interessante. Manca in parte quel collante che rende la storia un intero invece che una collezione di eventi legati dagli stessi personaggi.
Rispetto ai primi due libri però i personaggi mostrano già una maggiore profondità e quel vuoto interiore tipico dei personaggi di questo autore che li accompagna in ogni cosa che fanno. Va aggiunto che il romanzo è una specie di continuazione dei due precedenti, anche se non si può chiamarlo sequel. Si può leggere benissimo senza aver letto i primi due.
Questa è comunque la prima apparizione dell'uomo pecora, anche se qui in una forma forse ancora abbozzata rispetto ai romanzi successivi. Resta però un tratto tipico del surreale nei romanzi di questo autore che aiuta a creare la magia tipica delle sue storie.
Insomma, fa piacere leggerlo se si conosce già l'autore, per completare un po' il panorama dei suoi romanzi, ma non lo consiglio affatto come prima lettura.

Voto: 3 stelle su 5 (arrotondando un po' per eccesso)
 
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