Spilla
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Cito da IBS:
Un Gogol privo della sua consueta ironia che deforma la realtà, crea qui un affresco epico della forza e volontà del popolo cosacco che combatte indomito contro ebrei e polacchi. Da tutta la narrazione emerge la primitiva, selvaggia natura di questo popolo, la sua natura incoercibile, la sua vitalità sfrenata. Sullo sfondo di una natura ora terribile ora bellissima, le scene si susseguono con elementare e immediata potenza; difficilmente il lettore, preso dagli eventi incalzanti, dimenticherà la forza con cui sono descritte.
Una strana epopea di guerra, in cui non si intravede giudizio da parte del suo autore. I cosacchi non sono buoni né cattivi, solo feroci, combattono come noi respiriamo, perché questa è la loro vita. Hanno un rudimentale ma potentissimo codice d'onore, e squarciar i corpi dei nemici vinti o farli spappolare trainati da cavalli in corsa per loro è un aspetto qualificante dell'essere grandi guerrieri. Taràs Bul'ba è uno strano tipo di padre orgoglioso, che si affretta a mandare i propri figli al macello senza un pensiero al mondo se non quello dell'onore del suo distaccamento cosacco.
Non so se si possa amare questo libro, ma certo esso offre un tentativo di ricostruire una mentalità, quella dei cosacchi del Dnepr nel XVI secolo, in maniera apparentemente rigorosa.
Un Gogol privo della sua consueta ironia che deforma la realtà, crea qui un affresco epico della forza e volontà del popolo cosacco che combatte indomito contro ebrei e polacchi. Da tutta la narrazione emerge la primitiva, selvaggia natura di questo popolo, la sua natura incoercibile, la sua vitalità sfrenata. Sullo sfondo di una natura ora terribile ora bellissima, le scene si susseguono con elementare e immediata potenza; difficilmente il lettore, preso dagli eventi incalzanti, dimenticherà la forza con cui sono descritte.
Una strana epopea di guerra, in cui non si intravede giudizio da parte del suo autore. I cosacchi non sono buoni né cattivi, solo feroci, combattono come noi respiriamo, perché questa è la loro vita. Hanno un rudimentale ma potentissimo codice d'onore, e squarciar i corpi dei nemici vinti o farli spappolare trainati da cavalli in corsa per loro è un aspetto qualificante dell'essere grandi guerrieri. Taràs Bul'ba è uno strano tipo di padre orgoglioso, che si affretta a mandare i propri figli al macello senza un pensiero al mondo se non quello dell'onore del suo distaccamento cosacco.
Non so se si possa amare questo libro, ma certo esso offre un tentativo di ricostruire una mentalità, quella dei cosacchi del Dnepr nel XVI secolo, in maniera apparentemente rigorosa.