Vorrei scrivere un libro...

Zaccone

New member
Ciao, vorrei scrivere un libro (sono indirizzato verso il fantasy), avete qualche consiglio di darmi? Qualcuno che ha già pubblicato potrebbe darmi spiegazioni e magari qualche suggerimento utile??? Grazie! :)
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Ciao Zac!
Allora siamo in due, sai? :YY
Un libro l'ho scritto e adesso sto dietro al secondo (sempre fantasy per la cronaca).
Beh... consigli... non è facile darne... però sono certa che ciò che colpisce non sono tanto le scene o le fisonomie dei personaggi; la trama se non ha colpi di scena e se non è innovativa non risalta all'occhio, per cui non genera interesse.
Per saperne di più: quali idee hai in mente? Ti sconsiglio le classiche storie d'amore tra vampiri (ce ne sono fin troppe) ma se vuoi scriverne mettici qualcosa nella trama che colpisca oltre la mera storia d'amore. Del tipo che magari il bene non sempre vince. Qualcosa di diverso insomma... :wink:
E il miglior consiglio che posso darti è di evitare le case editrici a pagamento e di partecipare ai concorsi (quelli seri):wink:
Tantissimi auguri!!!!! TUNZZZ
 

Zaccone

New member
Ciao Zac!
Allora siamo in due, sai? :YY
Un libro l'ho scritto e adesso sto dietro al secondo (sempre fantasy per la cronaca).
Beh... consigli... non è facile darne... però sono certa che ciò che colpisce non sono tanto le scene o le fisonomie dei personaggi; la trama se non ha colpi di scena e se non è innovativa non risalta all'occhio, per cui non genera interesse.
Per saperne di più: quali idee hai in mente? Ti sconsiglio le classiche storie d'amore tra vampiri (ce ne sono fin troppe) ma se vuoi scriverne mettici qualcosa nella trama che colpisca oltre la mera storia d'amore. Del tipo che magari il bene non sempre vince. Qualcosa di diverso insomma... :wink:
E il miglior consiglio che posso darti è di evitare le case editrici a pagamento e di partecipare ai concorsi (quelli seri):wink:
Tantissimi auguri!!!!! TUNZZZ

Ciao, sono del tuo stesso parere: la mia trama (che già sto iniziando a stendere) è ricca di colpi di scena, e anche innovativa.
Vorrei scrivere una storia che comprenda un po' tutte le razze magiche, vampiri, zombi, fantasmi, giganti, maghi, e chi più ne ha più ne metta!, magari ambientata proprio in un regno di fantasia, dove gli umani nemmeno esistono. Sicuramente non ci saranno storie d'amore (le odio, soprattutto quelle sdolcinate), però sarà il bene a vincere (e se no che sarebbe, un horror? Il bene vince sempre, nella letteratura. Nella realtà un po' meno), e, cosa più importante, non vi saranno ragazzi che sembrano poco dotati e che poi si rivelano "speciali" o "unici": solo personaggi che si capiscono con uno sguardo. E un Signore del Male, quello è da sempre il mio personaggio preferito :mrgreen:
 

pigreco

Mathematician Member
E allora? Nella Divina Commedia vince il bene, ne I promessi sposi vince il bene, nella Bibbia vince il bene, in tutti i veri grandi libri vince il bene. Ed è per questo che io farò vincere il bene.

quindi non consideri grandi libri, che ne so, "La storia" di Elsa Morante? Oppure "Il diario di Anna Frank"? O ancora "Le affinità elettive" e "La certosa di Parma"? (sai che potrei proseguire con decine di altri "grandi libri" in cui il bene non trionfa nemmeno un po'? ;-)
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
E allora? Nella Divina Commedia vince il bene, ne I promessi sposi vince il bene, nella Bibbia vince il bene, in tutti i veri grandi libri vince il bene. Ed è per questo che io farò vincere il bene.

E chi ha detto che sia un bene?? Anche nei peggiori film d'ammmmmore (cioè quasi tutti) vince il bene.. Che tristezza.. :( :(

E tanto per rimanere in tema con pigreco, nemmeno il mio libro preferito ("1984"), tanto bene non finisce :)
 

Zaccone

New member
quindi non consideri grandi libri, che ne so, "La storia" di Elsa Morante? Oppure "Il diario di Anna Frank"? O ancora "Le affinità elettive" e "La certosa di Parma"? (sai che potrei proseguire con decine di altri "grandi libri" in cui il bene non trionfa nemmeno un po'? ;-)

No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.
 

maurizio mos

New member
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.

Mi pare che una discussione simile, cos'è un grande classico, quali sono i grandi classici, sia stata affrontata altrove.
Personalmente non mi ritrovo nelle catalogazioni troppo strette e non credo nemmeno che la vera arte esiga che il bene vinca e il male perda... tuttavia sono fermamente convinto che ogni scrittore debba scrivere come sente (se a un altro non piace dice che brutto e getta il libro). E' per questo che capisco poco le richieste di consigli su "come" scrivere un libro: non credo esistano regole fisse, al limite (molto al limite) nemmeno regole grammaticali o di sintassi (basta che si capisca cosa c'è scritto). Uno scrive quel che sente e poi si vedrà. Quanto a partecipare a concorsi ho vaste riserve, avendone qualche esperienza: non li giudico attendibili, salvo lodevoli eccezioni. Infine per le case editrici approvo in pieno il consiglio di tenersi alla larga da quelle a pagamento, se non altro perché pubblicano tutto, tanto le spese le paga l'autore, tengono alto il livello (statistico) di produzione (cosa che conta) e il libro a volte non viene nemmeno non dico pubblicizzato ma distribuito. Per la pubblicazione sono da prendere in considerazione gli e-book, che secondo me rappresentano un futuro importante. Quanto al self-publishing... mah, temo che troppe volte sia una bella illusione
 

pigreco

Mathematician Member
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.

Sono felice che tu sappia quali sono i "veri grandi libri" e non posso che augurarti di scriverne uno di questi. Mi chiedo solo se sei sincero oppure se sei proprio Moccia travestito da utente del forum...
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Molto bella e interessante questa discussione! :)
Premettendo che ritengo qualsiasi opera "un vero grande libro" per il semplice fatto che è e resterà il frutto della mente di una persona e che se piaccia o meno quello dipende esclusivamente dai gusti personali; aggiungerei anche che il bene purtroppo (o forse per fortuna/dipende) non sempre vince.
Se stiamo parlando di un romanzo tratto dalla vita reale o di un'autobiografia e la storia si conclude male, dispiace molto, almeno personalmente (per citare il "diario di Anna Frank" già nominato sopra). Se invece si tratta di un romanzo di pura invenzione a parere mio non esistono canoni di misura per i quali in una storia debba per forza esistere il lieto fine; e questo proprio perchè è lo scrittore a decidere e magari la cosa neanche potrà apparire così sconvolgente, ma potrà risultare molto interessante. Faccio un paio di esempi: La promessa, Novecento, Via col vento... anche in un romanzo d'amore può non esistere il lieto fine, e non per questo non è un buon libro. Ma ripeto: dipende tutto dai gusti personali:wink:
Comunque sia, Zac, costruisci bene la tua trama! Date le tante creature che hai intenzione di usare avrai molto lavoro da prestare al tuo romanzo! In bocca al lupo! E tienici aggiornati!!!! :)
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
No, non li considero VERI GRANDI LIBRI. Quelli che intendo io sono libri che sono restati nella storia, che hanno fatto cambiare la mentalità a tutta la società del tempo, che hanno rivoluzionato la letteratura. Non possiamo paragonare Dante e Manzoni alla Morante o a Stendhal, c'è troppa differenza. Di grandi libri (Divina Commedia, I promessi sposi, I miserabili, Don Chisciotte della Mancia, Alla ricerca del tempo perduto) ve ne sono massimo 2-3 per ogni secolo.
E poi vi sono i libri che hanno per base una storia vera, come quello di Anna Frank, la maggior parte di quelli finisce male, così è la vita vera. Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.

è molto interessante che tu "restringa" numericamente il valore universale di un'opera a 2-3 per secolo, quando ultimamente stiamo affrontando diversi dibattiti sul tema "cosa è classico" e cosa nn lo è, con una tendenza a includere nel termine "classici" anche opere di dubbio valore o a escluderne altre tradizionalmente considerate tali...
cmq sia, tu ribadisci una cosa che nn lascia spazio a contestazioni e che mi lascia molto perplessa: la vera arte esige che sia il bene a vincere...
tanto per parlare di un'opera da te citata: qual'è il bene che trionfa nel Don Chisciotte??? io, che l'ho letto da poco, ho trovato un finale assolutamente disarmante e che proprio per qst lascia irrisolti una serie di interrogativi: Don Chisciotte si è davvero "pentito" della sua "follia"? è morto da "sano"? ma da "sano" per chi? era davvero sereno, in pace con se stesso, dopo aver preso coscienza della realtà? e se così fosse (cosa di cui dubito) lo trovi un finale così "allegro"? certo drammatico nn è... ma è un finale aperto, non un "lieto fine"!!!...
è qst perlopiù che fa grande un'opera secondo me: la capacità di lasciare dei non detti che sopravvivano al "finale" e permettano all'opera di scavalcare i secoli e risultare sempre e comunque attuale, e mai, mai "risolta"...
Sono le opere che non siamo in grado di "risolvere" qll che sono capaci di parlarci ancora...
Per nn parlare del fatto che, se è vero che - come dici tu stesso - il male trionfa solo nella "vita vera"... da qst dovrei dedurre che tu nn ritieni ci siano grandi opere che trattino, appunto, della "vita vera"??? ma cosa leggi???
 
Ultima modifica:

Zaccone

New member
Mi pare che una discussione simile, cos'è un grande classico, quali sono i grandi classici, sia stata affrontata altrove.
Personalmente non mi ritrovo nelle catalogazioni troppo strette e non credo nemmeno che la vera arte esiga che il bene vinca e il male perda... tuttavia sono fermamente convinto che ogni scrittore debba scrivere come sente (se a un altro non piace dice che brutto e getta il libro). E' per questo che capisco poco le richieste di consigli su "come" scrivere un libro: non credo esistano regole fisse, al limite (molto al limite) nemmeno regole grammaticali o di sintassi (basta che si capisca cosa c'è scritto). Uno scrive quel che sente e poi si vedrà. Quanto a partecipare a concorsi ho vaste riserve, avendone qualche esperienza: non li giudico attendibili, salvo lodevoli eccezioni. Infine per le case editrici approvo in pieno il consiglio di tenersi alla larga da quelle a pagamento, se non altro perché pubblicano tutto, tanto le spese le paga l'autore, tengono alto il livello (statistico) di produzione (cosa che conta) e il libro a volte non viene nemmeno non dico pubblicizzato ma distribuito. Per la pubblicazione sono da prendere in considerazione gli e-book, che secondo me rappresentano un futuro importante. Quanto al self-publishing... mah, temo che troppe volte sia una bella illusione

Grazie per i consigli, ne farò tesoro.

Sono felice che tu sappia quali sono i "veri grandi libri" e non posso che augurarti di scriverne uno di questi. Mi chiedo solo se sei sincero oppure se sei proprio Moccia travestito da utente del forum...

No, grazie a Dio sono sempre sincero! Ma non credo che io possa nemmeno sfiorare il livello raggiunto da Dante, o da Manzoni (che oggi, 7 marzo, ha fatto il suo 227° "compleanno", auguri!!!!)

Comunque sia, Zac, costruisci bene la tua trama! Date le tante creature che hai intenzione di usare avrai molto lavoro da prestare al tuo romanzo! In bocca al lupo! E tienici aggiornati!!!! :)

Certo, già la trama sta prendendo forma! E' un fantasy dove però ci sono molti intrighi, vorrei partire da due storie completamente parallele per poi riunirle, una tecnica molto usata ma che penso anche molto efficace :D
 

Zaccone

New member
è molto interessante che tu "restringa" numericamente il valore universale di un'opera a 2-3 per secolo, quando ultimamente stiamo affrontando diversi dibattiti sul tema "cosa è classico" e cosa nn lo è, con una tendenza a includere nel termine "classici" anche opere di dubbio valore o a escluderne altre tradizionalmente considerate tali...
cmq sia, tu ribadisci una cosa che nn lascia spazio a contestazioni e che mi lascia molto perplessa: la vera arte esige che sia il bene a vincere...
tanto per parlare di un'opera da te citata: qual'è il bene che trionfa nel Don Chisciotte??? io, che l'ho letto da poco, ho trovato un finale assolutamente disarmante e che proprio per qst lascia irrisolti una serie di interrogativi: Don Chisciotte si è davvero "pentito" della sua "follia"? è morto da "sano"? ma da "sano" per chi? era davvero sereno, in pace con se stesso, dopo aver preso coscienza della realtà? e se così fosse (cosa di cui dubito) lo trovi un finale così "allegro"? certo drammatico nn è... ma è un finale aperto, non un "lieto fine"!!!...
è qst perlopiù che fa grande un'opera secondo me: la capacità di lasciare dei non detti che sopravvivano al "finale" e permettano all'opera di scavalcare i secoli e risultare sempre e comunque attuale, e mai, mai "risolta"...
Sono le opere che non siamo in grado di "risolvere" qll che sono capaci di parlarci ancora...
Per nn parlare del fatto che, se è vero che - come dici tu stesso - il male trionfa solo nella "vita vera"... da qst dovrei dedurre che tu nn ritieni ci siano grandi opere che trattino, appunto, della "vita vera"??? ma cosa leggi???

hai fatto delle osservazioni molto "filosofiche", che però sono molto diverse dalle mie.
Secondo me, il finale del Don Chisciotte della Mancia è aperto come lo è, per esempio, I promessi sposi: è aperto a pensieri, a interpretazioni, a diverse filosofie, ma, sostanzialmente, anche se non si può definire un finale lieto, trionfa il "bene divino": Don Chisciotte ringrazia Dio di aver riacquistato il senno, e poi muore, fra i pianti di Sancio e degli altri. Ma questa è la giustizia divina: Dio fa morire le persone, e una giustizia accettata, obbligata, è, appunto "giustizia e bene divino".
Riguardo alla tua affermazioni delle opere con finale aperto, personalmente non mi piacciono, e il mio libro certamente finirà in un preciso modo. Perché? Perché la fine è, a parer mio, la parte più bella di un'opera: che si conclude a tagliarla? Hai mai pianto per un film o per un libro? Quando lo hai fatto? Alla fine, o alla fine di una vicenda o proprio dell'intero libro/film, perché è la fine la parte più emozionante. Ti prendo un altro esempio: come finisce la Divina Commedia? Nel modo più lieto e chiuso di tutti: Dante riesce a stare insieme a Dio per un istante. Le mie parole possono sembrare poca cosa, ma ti assicuro che se leggi il Canto XXXIII del Paradiso ti renderai conto di quale felicità ha il poeta in quel momento. Ed è anche un momento finale: cosa si può scrivere dopo l'incontro con Dio?
Infine, riguardo alle opere tratte dalla vita reale, non dico che non ve ne siano di belle, dico solo che la realtà non è artistica: un autore, come Manzoni, che cerca d'imitare la realtà, otterrà un risultato maggiore rispetto a uno che riporta un avvenimento per filo e per segno. Questo è il mio pensiero.
 

Sopraesistito

Black Cat Member
Ma la finzione no: la vera arte esige che sia il bene a vincere.

Credo che... aspetta... sì, sì, mi stanno sanguinando gli occhi a leggere queste parole! :D
Insomma, potrei essere meno d'accordo solo se mi alzassi e intraprendessi un viaggio fino a Messina per colpirti sulla testa con tutta la vera arte che finisce male presente nella mia libreria.
 

Zaccone

New member
Credo che... aspetta... sì, sì, mi stanno sanguinando gli occhi a leggere queste parole! :D
Insomma, potrei essere meno d'accordo solo se mi alzassi e intraprendessi un viaggio fino a Messina per colpirti sulla testa con tutta la vera arte che finisce male presente nella mia libreria.

Credo di essermi spiegato male...ti faccio un esempio banalissimo come tesi di quello che ho detto: immagina uno di quei cartoni giapponesi super-violenti che fanno spesso in televisione. Lì ci sono sempre scontri tra buoni e cattivi che si svolgono secondo uno schema lineare: arriva il cattivo che si dimostra molto più forte del buono, il buono si allena (o comunque raggiunge uno stadio di forza superiore) e poi, dopo un combattimento quasi alla pari fra i due, vince il buono. Secondo te, colui che scrive tutto questo potrebbe mai far vincere il male? Come risulterebbe la storia? Lascio sfogo alla tua immaginazione.
 

Lin89

Active member
Odio quando la gente traccia una linea netta, demarcata con un font grande quanto una casa, in grassetto e in numero 666 (e non uso questo numero a caso :wink:), definitiva tra bene e male. Ma è solo una mia opinione. :)
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Teoricamente è molto più facile leggere un romanzo dove la storia si conclude con un bel lieto fine, o magari il lieto fine non c'è (o perché muore l'eroe..) ma è generalmente il bene a vincere, questo lo ammetto; ma ci sono anche molti romanzi dove il bene viene, se non distrutto, messo a tacere. Con questo non voglio premettere niente, ciononostante è l'autore a decidere la trama, più o meno come funziona anche nel testo delle canzoni, indipendentemente se sia frutto di fantasia o una storia reale.
Trovo questa discussione estremamente interessante.... non è che il nostro Zac sia alias di Dallolio? :? :mrgreen:
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Credo di essermi spiegato male...ti faccio un esempio banalissimo come tesi di quello che ho detto: immagina uno di quei cartoni giapponesi super-violenti che fanno spesso in televisione. Lì ci sono sempre scontri tra buoni e cattivi che si svolgono secondo uno schema lineare: arriva il cattivo che si dimostra molto più forte del buono, il buono si allena (o comunque raggiunge uno stadio di forza superiore) e poi, dopo un combattimento quasi alla pari fra i due, vince il buono. Secondo te, colui che scrive tutto questo potrebbe mai far vincere il male? Come risulterebbe la storia?

Risposta (che vale per me): molto più bella e diversa dal solito? :D :D :)
 
Alto