Hoffman, Michael - The Last Station

elisa

Motherator
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L'ultimo anno della vita di Tolstoj, dalla tenuta di Jasnaja Poljana, dove cerca di concretizzare il suo pensiero filosofico, religioso e politico, cristiano, pacifista, egualitario e non violento, una vita austera, essenziale e a contatto con la natura. Accanto a lui la moglie Sofja, che cercherà in tutti i modi di difendere gli interessi economici della famiglia contro il pensatore Chertkov, grande amico dello scrittore, che voleva che tutti i diritti andassero dopo la morte al popolo russo. Per poter allontanarsi dall'influenza della moglie Tolstoj scapperà di notte in treno, ammalatosi morirà dopo una ventina di giorni in un paese lungo la ferrovia. Vicini a sè avrà il medico amico, Chertkov, una figlia e il suo segretario personale, che scriverà poi un libro su quell'ultimo periodo a cui è ispirato il film. Alla moglie sarà permesso vederlo solo negli ultimi istanti.

La storia è affascinante ed interessante, gli attori sono tutti bravi ma la regia è piatta. Un po per colpa di una sceneggiatura un po' saltellante che rende le var parti della storia poco amalgamate tra loro, un po' perchè il regista sceglie di dirigere in modo un po' spento, senza nessun guizzo d'autore. La vita di Tolstoj e lui stesso sono però un soggetto unico. Per qualsiasi lettore e in particolare per chi ama questo gigante del pensiero e della letteratura rimane un film da consigliare.
 

LuvBeethoven

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A me non è piaciuto per il semplice fatto che il protagonista non è Tolstoj, il quale diventa una sorta di "sfondo storico" per le avventure di un semplice assistente (che fra l'altro sono sempre le solite).
Un po' un film sulla flasariga de L'ultimo Re di Scozia (e il giovane attore è pure lo stesso...)

Ne consegue che Tolstoj-Plummer, avendo pochi minuti a disposizione, non può mostrare al pubblico la grandezza dello scrittore russo e conta sul fatto che il suo pensiero sia arcinoto. Per me, scelta discutibile, perché se decidi di raccontare gli ultimi mesi di Tolstoj, è di lui che devi parlare, non di questo signor nessuno e delle sue banali situazioni.

Plummer era in gran forma e mi sarebbe piaciuto vederlo di più in scena. Anche Helen Mirren rendeva bene la "comprensibile sgradevolezza" del personaggio.
 

elisa

Motherator
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Hai ragione per quanto riguarda la scelta produttiva di seguire la storia del segretario Bulgakov e la diatriba tra la moglie e Certkov sull'eredità. Ma secondo me questa ci stava, perchè fa risaltare l'assoluto disinteresse di Tolstoj al denaro e alla ricchezza e quindi al di là delle parole che poteva dire o scrivere, la sincerità profonda del suo pensiero. Da questo contrasto e attraverso una visione soggettiva si sarebbe potuto fare un bel gran film, ma così non è stato.
 

LuvBeethoven

New member
Sì, Elisa. Hai detto tutto tu. Mostrare il pensiero e l'animo di Tolstoj in maniera "indiretta" è una scelta interessante da un punto di vista teorico, molto meno da quello pratico, con la telecamera costanemente a enfatizzare le vicende di un normalissimo tizio quando ci sarebba TANTO DI PIU' da mostrare.

Un po' come se uno scrive un romanzo su Beethoven e il suo servitore e, invece di seguire la vita del maestro, si focalizza sulle vicende del famulus...:mrgreen::D:mrgreen:
 
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