Faenza, Roberto - I viceré

elisa

Motherator
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E' la storia della famiglia Uzeda a Catania nel trentennio tra le imprese di Garibaldi, il nuovo Regno d'Italia e il Parlamento italiano. Racconta le vicissitudine familiari e politiche con il patriarca che tiene la famiglia usando l'odio per far fare a tutti quello che lui vuole e tutti gli altri familiari che pensano esclusivamente al proprio tornaconto personale anche chi sembrerebbe impegnarsi in politica per contibuire alla nascita della nuova patria, l'Italia.

Il film di Faenza tende ad essere adatto più alla televisione che allo schermo e quindi annacqua un po' il lato grottesco e crudele che invece è la cifra del romanzo di De Roberto. Alla fine ne risulta un film che non graffia più di tanto quanto invece il romanzo e soprattutto perde l'aspetto politico. Ma è godibile come feuilleton e le due ore non pesano.
 
G

giovaneholden

Guest
Decisamente il film,pur essendo un'opera godibile come puro intrattenimento,risulta essere una scialba riproduzione in termini televisivi di un romanzo ben più denso,sarcastico,di come scaturisce alla visione dello stesso. Gli darei una sufficienza stiracchiata,peccato perché c'era tanta carne al fuoco da poter usare per fare un bel film.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In effetti il paragone più prossimo è quello con Il gattopardo di Luchino Visconti tratto dal romanzo di Tomasi da Lampedusa, ma mentre l'opera di Visconti risulta essere la lettura di Visconti del romanzo, la decadenza della nobiltà siciliana è la decadenza di un'Italia che Visconti vive in prima persona, parlandone si dice proprio Il gattopardo di Visconti perchè l'autore riesce ad imprimere la sua cifra autoriale, l'opera di Faenza pecca di firma autoriale, cosa che ne diventa un limite, perdendo di personalità, firma autoriale che invece nel romanzo si sente fortemente facendone un'opera potente nelle mani di De Roberto.
 
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