4° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Vi invito a partecipare al 4° Poeticforum di Forumlibri :D

Ciascuno di noi può proporre una poesia su cui poi discuteremo tutti insieme.

Non è importante essere esperti in materia, ma divertirci e arricchirci condividendo le nostre impressioni.

Io personalmente nel poeticforum sto imparando tantissime cose...(mod maestrina off :mrgreen:)

Vorrei aprirlo proponendo L'albatros di Alda Merini, scoperta per caso, che mi ha colpito particolarmente.


L'ALBATROS


Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.

 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
[h=2]Addio a una vista di Wislawa Szymborska[/h] [h=3]da "La fine e l'inizio"[/h] Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora -
bella come era.

Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
su un tronco rovesciato di betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, a ridere
e a tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.

Una cosa soltanto non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza -
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
 
G

giovaneholden

Guest
InsonniadiElizabeth Bishop

La luna nello specchio del comò
guarda milioni di miglia lontano
(e forse con orgoglio, a se stessa,
ma non sorride, non sorride mai)
via lontano lontano oltre il sonno,
o forse è una che dorme di giorno.
Se l’Universo volesse abbandonarla,
lei gli direbbe di andare all’inferno,
e troverebbe una distesa d’acqua
o uno specchio, sul quale indugiare.
Tu dunque metti gli affanni in un sacco
di ragnatele e gettalo nel pozzo
nel mondo alla rovescia dove
la sinistra è sempre la destra,
dove le ombre in realtà sono corpi,
dove restiamo tutta notte svegli,
dove il cielo ha tanto poco spessore
quanto è profondo il mare e tu mi ami d’amore.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
scusate ragazzi, non ho ben capito una cosa visto che già ne avete postate 3:
prima si propongono delle poesie e poi si commentano dopo averle postate tutte? oppure se ne propone una e la si commenta subito, passando poi alla successiva? :?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
scusate ragazzi, non ho ben capito una cosa visto che già ne avete postate 3:
prima si propongono delle poesie e poi si commentano dopo averle postate tutte? oppure se ne propone una e la si commenta subito, passando poi alla successiva? :?

ciao Magenta, di solito facciamo così, ogni utente che vuole partecipare posta una poesia poi quando se ne raggiunge un determinato numero, iniziamo commentarle una alla volta tutti insieme, ci farebbe molòto piacere che tu partecipassi con la tua :)
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
ciao Magenta, di solito facciamo così, ogni utente che vuole partecipare posta una poesia poi quando se ne raggiunge un determinato numero, iniziamo commentarle una alla volta tutti insieme

ah ecco, perfetto!
se ne trovo una "degna" la posto. purtroppo non amo molto il genere ma questo può essere un incentivo a conoscerlo e ad indagarlo di più :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ah ecco, perfetto!
se ne trovo una "degna" la posto. purtroppo non amo molto il genere ma questo può essere un incentivo a conoscerlo e ad indagarlo di più :)

secondo me questo è lo spirito giusto, provarci a prendere gusto alla poesia insieme agli altri :)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io propongo un'altra poesia di Pessoa :wink: :

Non sono nulla di Fernando Pessoa

Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l'amore
marcisce sul morto tronco dell'illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell'ombra, incerto cuore.
 

Nerst

enjoy member
Dopo la tristezza


Questo pane ha il sapore d'un ricordo,
mangiato in questa povera osteria,
dov'è più abbandonato e ingombro il porto.

E della birra mi godo l'amaro,
seduto del ritorno a mezza via,
in faccia ai monti annuvolati e al faro.

L'anima mia che una sua pena ha vinta,
con occhi nuovi nell'antica sera
guarda una pilota con la moglie incinta;

e un bastimento, di che il vecchio legno
luccica al sole, e con la ciminiera
lunga quanto i due alberi, è un disegno

fanciullesco, che ho fatto or son vent'anni.
E chi mi avrebbe detto la mia vita
così bella, con tanti dolci affanni,

e tanta beatitudine romita!

Umberto Saba
 

bluemoon21

New member
ciao non ho mai partecipato ma volevo segnalare questa che secondo me è bellissima

Jorge Luis Borges
Un'altra poesia dei doni

Ringraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare,
per la ragione, che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto,
per il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse,
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità,
per il saldo diamante e l’acqua sciolta
per l’algebra, palazzo di precisi cristalli,
per le mistiche monete di Angelus Silesius,
per Schopenhauer,
che forse decifrò l’universo,
per lo splendore del fuoco
che nessun essere umano può guardare
senza uno stupore antico

per il mogano, il sandalo e il cedro,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede,
per certe vigilie e giorni del 1955,
per i duri mandriani che nella pianura
aizzano le bestie e l’alba,
per il mattino a Montevideo,
per l’arte dell’amicizia,
per l’ultima giornata di Socrate,
per le parole che in un crepuscolo furono dette
da una croce all’altra,
per quel sogno dell’Islam che abbracciò
mille notti e una notte,
per quell’altro sogno dell’inferno,
della torre del fuoco che purifica,
e delle sfere gloriose,
per Swedenborg,
che conversava con gli angeli per le strade di Londra,
per i fiumi segreti e immemorabili
che convergono in me,
per la lingua che secoli fa parlai nella Northumbria,
per la spada e l’arpa dei sassoni,
per il mare, che è un deserto risplendente
e una cifra di cose che non sappiamo,
per la musica verbale d’Inghilterra,
per la musica verbale della Germania,
per l’oro che sfolgora nei versi,
per l’epico inverno
per il nome di un libro che non ho letto,

per Verlaine, innocente come gli uccelli,
per il prisma di cristallo e il peso d’ottone,
per le strisce della tigre,
per le alte torri di San Francisco e di Manhattan,
per il mattino nel Texas,
per quel sivigliano che stese l’Epistola Morale,
e il cui nome, come preferiva, ignoriamo,
per Seneca e Lucano, di Cordova,
che prima dello spagnolo
scrissero tutta la letteratura spagnola,
per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
per la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,
per l’odore medicinale degli eucalipti,
per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per l’oblio, che annulla o modifica i passati,
per la consuetudine,
che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
per il mattino, che ci procura l’illusione di un principio,
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la patria, sentita nei gelsomini
o in una vecchia spada,
per Whitman e Francesco d’Assisi che scrissero già
questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e si confonde con la somma delle creature
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini,
per Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli
perché moriva così lentamente,
per i minuti che precedono il sonno,
per il sonno e la morte,
quei due tesori occulti,
per gli intimi doni che non elenco,
per questa musica, misteriosa forma del tempo.

mi emoziona sempre un sacco!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Cominciamo con la prima poesia da recitare tutti insieme :mrgreen:
Vi ricordo che è possibile continuare a fare proposte (una a testa) finchè il poeticforum non sarà concluso.


L'ALBATROS

Alda Merini

Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.
 
SAFFO
Tramontata e' la luna


Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

:HIPP
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
L'albatros di Alda Merini

Alda Merini è vissuta in un tempo in cui chi aveva una mente particolarmente fragile o fuori della norma veniva rifiutato dalla società e internato in manicomio, dove era costretto a subire trattamenti drastici e disumani. Non che adesso la vita sia facile per chi è privo di difese, ma di certo vi è una maggiore attenzione e un diverso riguardo nei confronti dell'individuo. Certamente si tratta di una donna dalla sensibilità estrema (uccello dal ventre bianco e gentile), che tuttavia mostra una forza superiore alla sua fragilità nel momento in cui, nonostante la tragedia, continua a "cantare le sue canzoni d'amore". Ciò che mi colpisce è lo slancio di quest'amore che sembra quasi rivolto ad ogni lettore e quindi universale, nonostante il mondo rifiuti e punisca il suo modo di essere fino a tentare, senza riuscirci, di annullare la sua personalità "senza nessuna carità di suono".
 

Nerst

enjoy member
L'ALBATROS Alda Merini

che triste questa poesia e devo dire la verità mi ha fatto tornare in mente la morte violenta rivolta alle persone. C' è quasi rassegnazione nel tono di voce dell' uccello ucciso, che non si spiega la sua morte avvenuta quasi per gioco. Il suo ricordo è legato al cielo, al mare e all' amore che ancora decanta, nonostante sia ferita a morte.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'albatros di Alda Merini

questa poesia dopo più letture mi stride dentro, come un gessetto sulla lavagna, fa male, quindi credo proprio che arrivi, segue l'idea che la poesia e la letteratura in genere per essere valida deve farti male, non riesco a dimenticare quel taglio alla gola solo per un macabro gioco. Un'immagine raccapricciante, che sottolinea la stupidità e la superficialità di chi fa del male senza neppure rendersene conto.
 
G

giovaneholden

Guest
Il riferimento della poetessa al suo amore rifiutato,attraverso la trasfigurazione in un Albatros,riprende la tradizione della morte cagionata per pura gratuità,che ha la sua origine nel celebre poema La ballata del vecchio marinaio di Coleridge,dove appunto l'uccisione di questo uccello porterà alla rovina tutto l'equipaggio della nave. Alda Merini porta su di se,questa lunga tradizione che annovera tra gli altri citazioni di Mary Shelley e di Charles Baudelaire,per far capire all'amato bene quanto questo gesto scriteriato farà male a lei ma anche a lui. Poesia di pura disperazione ma di grande intensità.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Passiamo alla seconda poesia da commentare :D

Addio a una vista di Wislawa Szymborska

da "La fine e l'inizio"

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora -
bella come era.

Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
su un tronco rovesciato di betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, a ridere
e a tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.

Una cosa soltanto non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza -
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
 
G

giovaneholden

Guest
Struggente,splendida poesia sul dolore dell'assenza della grande poetessa polacca. Nel suo dolore non nega che altri possano essere felici,negli stessi luoghi,con le stesse sensazioni da lei provate,ma non accetta di esserci di nuovo,nella sua condizione ormai orfana dell'amore della persona cara. Solo a debita distanza,temporale,fisica e geografica può seguire lo scorrere della natura nel suo perpetuo riproporsi ineluttabile e indifferente alle vicende umane e alla felicità di altri. Sommessa disperazione che fa da contraltare non meno disperato della celebre poesia di Auden, Funeral Blues
 
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