Kaufman, Philip - L'insostenibile leggerezza dell'essere

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Nella breve Primavera di Praga degli anni '60 sotto la presidenza di Dubcek vive la sua vita in leggerezza il neurochirurgo Tomas, tra successi professionali e belle donne, soprattutto l'artista Sabina, inquieta e trasgressiva. Nella vita del brillante dottore entra Tereza una ragazza sensibile e appassionata, che vuole diventare fotografa, si innamorano e si sposano. Tomas continuerà però ad avere rapporti con altre donne, sesso senza amore così per svagarsi, come giocare a calcio per lui, ma Tereza ne soffre pur accettando. All'arrivo dei russi a Praga i due giovani vanno in Svizzera, dove vive anche Sabina, ma rientreranno a Praga e Tomas rifiutandosi di firmare una lettera di abiura delle sue idee antisovietiche verrà degradato fino a diventare un pulitore di vetri e Tereza riprenderà a fare la cameriera in una bettola. Non potendo andare all'estero perchè senza passaporto, si rifugeranno in campagna diventando dei contadini.

Il film di Kaufman cerca di tenere in piedi tutti gli aspetti presenti nel romanzo di Kundera, giocando sulla dicotomia Tomas-Sabina uguale leggerezza, Tereza - Franz uguale profondità. E' un film molto lungo, dove vengono toccati molto aspetti di vita del periodo e tutti in modo molto ben rappresentato, ad esempio l'avanzata dei carri armati russi viene fatta montando scene dell'epoca con riprese fatte con i protagonisti, in modo che sembrino originali. Lena Olin nei panni di Sabina è decisamente sensuale e conturbante, io non mi ricordavo tutte quelle scene di sesso nel romanzo che comunque devo dire non sono affatto fuori posto, l'unica pecca del film è rappresentata dai due protagonisti che sono molto bravi ma poco cecoslovacchi, forse il film avrebbe richiesto una fisicità diversa. Un po' lungo ma credo che in questo caso ci sta tutto, il romanzo non è proprio una passeggiata.
 
G

giovaneholden

Guest
Non era semplice trarre un film da un'opera di tale complessità quale il romanzo di Kundera. Secondo me la scommessa è stata vinta,privilegiando ovviamente le parti più "cinematografiche" ma non omettendo alcuni accenni alle digressioni socio politico filosofiche di cui è intrinsecamente permeato il libro. Essendo ancora presente la cortina di ferro nel periodo delle riprese,si è girato a Lione che curiosamente e insospettabilmente risulta una Praga periferica convincente. Magie delle locations azzeccate...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
infatti questo è un film frutto della collaborazione di molti a partire dallo sceneggiatore Jean Claude Carriere che ha sceneggiato diversi film di Bunuel, per cui credo che avesse tutte le carte in regole per irridere quella borghesia praghese che ben viene rappresentata nel film, credo che buona parte del merito possa andare a lui se è riuscito a tenere in piedi tutte le sfaccettature del romanzo, la fotografia poi è di Sven Nykvist che aveva venti film girati con Bergman alle spalle. Si può dire che Kaufman aveva il meglio sulla piazza.
 

estersable88

dreamer member
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Se è vero che ad un libro complicato deve corrispondere un libro complicato, questo è un buon film. Lungo, ma adeguato alle aspettative; azzeccati gli attori, l'ambientazione e la realizzazione nel complesso. Una buona trasposizione cinematografica che mette in luce un po' tutti gli aspetti del romanzo.
 
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