Il corpo davvero parla più delle parole?

Nerst

enjoy member
Sulla scia del post di Dallolio riferito al libro Pacori, Marco - I segreti del linguaggio del corpo, ho pensato di chiedere a voi tutti che cosa pensate riguardo l' argomento. Io ho aperta una lunga diatriba tra gli atteggiamenti del corpo e ciò che realmente si pensa. Non credo che basti grattarsi il naso, guardare di lato o battere un piede per esprimere ciò che realmente si pensa. Credo che il contesto in cui ci esprimiamo, a parole e non, debba essere esaminato. Il pensiero che qualcuno possa giudicare vere e false alcune mie esclamazioni sulla base del numero delle mie deglutizioni mi innervosisce.

E voi, che cosa ne pensate in merito?
 

zanblue

Active member
Sulla scia del post di Dallolio riferito al libro Pacori, Marco - I segreti del linguaggio del corpo, ho pensato di chiedere a voi tutti che cosa pensate riguardo l' argomento. Io ho aperta una lunga diatriba tra gli atteggiamenti del corpo e ciò che realmente si pensa. Non credo che basti grattarsi il naso, guardare di lato o battere un piede per esprimere ciò che realmente si pensa. Credo che il contesto in cui ci esprimiamo, a parole e non, debba essere esaminato. Il pensiero che qualcuno possa giudicare vere e false alcune mie esclamazioni sulla base del numero delle mie deglutizioni mi innervosisce.

E voi, che cosa ne pensate in merito?

Io ho letto il libro "IL linguaggio segreto del corpo" della giornalista,psicosintesista,scrittrice Anna Guglielmi,che organizza work-schop di comunicazione verbale e non.
IL linguaggio segreto del corpo, é da prendere molto più sul serio di quello verbale.I riflessi dettati dal nostro inconscio, quindi non controllabili,sono più affidabili.
Dopo aver letto il libro,ho iniziato a osservare le persone sotto un'altro aspetto, e ho verificato che erano più sinceri i loro messaggi "segreti del corpo".
Un amico che ti parla indietreggiando e tenendo le mani in tasca,in realtà non vorrebbe essere lì,e non vorrebbe avere a che fare con te in quel momento.
Una persona che ti parla tenendo le braccia incrociate,é un segno di chiusura nei tuoi confronti.
Ci sono studi scientifici,che hanno dimostrato l'affidabilità di questi messaggi involontari.Esperti in questo ambito della psicologia,collaborano con le forze dell'ordine
durante gli interrogatori ad alcuni imputati.Responsabili delle risorse umane di grandi multinazionali,ne fanno uso durante i colloqui di lavoro.
E' interessante scoprire,cogliendone i movimenti,cosa ti vorrebbero dire in realtà le persone,che nel linguaggio verbale non hanno il coraggio di dirti.
 

Nerst

enjoy member
questo significa che quando parli con qualcuno non ti fidi mai al 100% di ciò che ti sta dicendo, perchè "esamini" sempre il suo comportamento. Significa che tale lettura ha la capacità di cambiare il modo di relazionarsi agli altri e questo lo trovo un tantino negativo.

Non metto in discussione l' utilità dello studio comportamentale negli interrogatori o nello studio psichiatrico o psicologico, perchè credo che siano riferiti a persone con dei problemi, ma nella vita comune non so....
 

Dallolio

New member
Hai ragione Nerst, io sono un appassionato dell'argomento e il rischio è quello di diventare degli osservatori freddi e distaccati e di diventare degli esaminatori, e nel mio caso ciò avviene pienamente... tuttavia i segreti che emergono osservando attentamente il linguaggio del corpo sono a volte molto istruttivi e permettono di evitare grosse delusioni nei rapporti interpersonali, anche perchè dopo tante ore di osservazione si capisce che l'interpretazione non è semplice come sembra tuttavia, tenendo conto di una pluralità di fattori (contesto, cultura in cui avviene l'interazione, clima ecc..) ciò che viene rilevato è quasi sempre esatto...
P.s. Spesso gli indovini e i cartomanti sono semplicemente persone con una grande capacità di interpretare i gesti segreti del corpo umano e quindi appaiono facilmente come persone dotate di poteri soprannaturali e di capacità di leggere nella mente altrui, cosa che in un certo senso è vera...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
il corpo agisce d'istinto, pensiamo alle due modalità di reagire alla paura ad esempio, bloccarsi o scappare, impallidire, iniziare a tremare, sudare, ecc. Quali parole potrebbero essere più efficaci, difficile simulare comportamenti di questo tipo, quando vedo questi comportamenti ad esempio non ho dubbi. Da questi due comportamenti innati poi ne discendono altri, le emozioni sono facili da leggere quando sono intense, dei buoni dissimulatori possono anche ingannarci, ma allora il rischio è che diventino inespressivi e già questo è una comunicazione, un forte controllo sulle proprie emozioni dice moltissimo sulla persona.
Pensiamo solo alla prossemica, quanto stiamo vicini alla persona con cui stiamo comunicando. Quanto cambia sia culturalmente, con l'età, con i ruoli, con la conoscenza. Argomento affascinante quello del corpo, che ci definisce nella realtà.
 

lillo

Remember
Ma il corpo ha un suo linguaggio? Assolutamente si. Così ad oggi ci dice la Scienza.
Ricordate quante volte avete detto ad una persona, soprattutto se un vecchio conoscente, “oggi ti vedo triste”, “Come sei allegra, fa piacere vederti” eccetera, eppure fino a quel momento quella persona non vi aveva rivolto la parola. Avete semplicemente letto il linguaggio delle emozioni nel suo volto.
Il linguaggio del corpo è transpecifico. Espressioni del tipo: “ha la coda tra le gambe”, “scodinzola come un cane”, “Finalmente ha mostrato i denti, “Ha le orecchie abbassate”, sono tutte frasi mutuate dal fatto che anche gli animali provano emozioni simili alle nostre e che vengono mostrate attraverso il corpo.
Il linguaggio del corpo è transculturale. In un famoso esperimento, più volte replicato con risultati sempre molto simili, ad un gruppo di persone, di origini etniche e culturali diverse, è stata mostrata, una serie di foto che presentavano visi di persone che provavano emozioni diverse: rabbia, gioia, tristezza ecc. Bene le risposte date dai vari soggetti, avevano un'elevata corrispondenza con le emozioni espresse dalle foto, a dimostrazione che il linguaggio delle emozioni non ha bisogno di essere tradotto. Due sole emozioni venivano frequentemente confuse, soprattutto nei soggetti di origine orientale (indocinesi e giapponesi) quella della paura e della sorpresa. Quest'ultima emozione è correlata alle novità; e tutti sappiamo che le novità a volte fanno paura. Si ha paura di ciò che non si conosce.
Il linguaggio del corpo può essere falsificato? Certo, se pensate agli attori che lo fanno per mestiere, questi mostrano emozioni che non provano veramente, anche se non è del tutto corretto dire in questo modo.
Secondo il neuroscienziato americano Antonio Damasio, esistono due tecniche per imitare emozioni: una è quella del famoso attore inglese Lawrence Olivier, interprete di tanti drammi shakespeariani, il quale poneva di fronte a se la foto di un volto che esprimeva una data emozione e cercava di imitarne i più piccoli particolari espressivi. E' un lavoro difficilissimo, praticamente impossibile; questo perchè molti dei muscoli che utilizziamo quando esprimiamo un'emozione non sono sotto il diretto controllo della volontà. Immaginate la differenza che vi è tra una risata di circostanza fatta per non offendere qualcuno che ha raccontato una barzelletta che non vi ha fatto ridere e la gioia presente sul volto di una madre quando abbraccia il figlio. E' un fatto di “muscoli”.
Il secondo metodo di fingere emozioni è quello del grande Stanislavskij, il quale ha inventato un metodo di recitazione che porta il suo nome. Si tratta “semplicemente” di far entrare il personaggio nella “parte”, ovvero l'attore, in quel momento deve provare veramente quella specifica emozione. Ricordiamoci quella volta che in auto o in motorino, quel cogl... ci ha tagliato improvvisamente la strada, facendoci rischiare un pauroso incidente. Cosa abbiamo provato, paura? Rabbia? O le due emozioni in sequenza successiva? Cerchiamo di riprovare di nuovo quelle emozioni, il nostro corpo, in nostro volto si predisporranno più o meno nello stesso stato. Ci vuole addestramento, ma è un metodo più diretto del primo. Se volete diventare degli esperti, basta frequentare un corso di recitazione dove si usa il metodo Stanislavskij. Grandi attori come James Dean, e in modi diversi, Sean Penn utilizzano questo metodo.
Un'ultima osservazione. Vi siete mai chiesti, qual'è il meccanismo per cui, quando siamo vicini ad una persona che prova una forte emozione, soprattutto se è una persona a cui siamo legati affettivamente, ne siamo in qualche modo investiti, e dopo poco anche noi siamo contagiati dalla stessa emozione? La risposta l'ha data un grande scienziato italiano, il professor Rizzolatti, direttore del dipartimento di Fisiologia Umana dell'Università di Parma. La sua scoperta dei “neuroni specchio” è la risposta alla domanda. Questa fondamentale scoperta ha squarciato il velo di Maya su numerosissimi problemi della neurofisiologia e di numerose patologie neuropsichiatriche. I neuroni specchio imitano in noi le espressioni, i gesti di chi ci sta di fronte, sono alla base dell'empatia, dell'apprendimento per imitazione ed il loro malfunzionamento è alla base dell'autismo.
Insomma il linguaggio del corpo è più antico, più universale del linguaggio delle parole e sottovalutarlo, negarlo comporta solo guai.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Non parla più delle parole ma CON le parole. C'è un'unità fondamentale fra conscio e inconscio, entrambi si esprimono allo stesso tempo e hanno la stessa dignità.
L'inconscio può emergere in molte forme diverse: nei lapsus, nel tono di voce, nella gestualità, nei movimenti del corpo etc...le persone e i loro comportamenti vanno visti nel loro insieme.
Quindi non parole contro corpo ma parole CON corpo.

Comunque, come insegna la psicanalisi, l'istinto (cioè una risposta automatica a una data situazione) non esiste: esistono invece le pulsioni, cioè le spinte interiori (il freudiano Id) che però non hanno una valenza assoluta come l'istinto. Perchè? Perchè l'uomo è ermeneutico, vive cioè in funzione del senso che attribuisce alla realtà: quindi anche spinte "fondamentali" che negli animali chiameremmo istintuali, come ad esempio l'agressività, la fame etc nell'uomo possono essere ridirezionate (sublimazione) o represse (censura). Un esempio:

Istinto: ho fame ----> mangio.
Cultura: ho fame ----> ma devo dimagrire ----> se non mi dimagrisco mi sento in colpa e non accettato ----> non mangio.

Quindi non c'è nessuna "natura" (che comunque è frutto delle nostre astrazioni e osservazioni, non è la cosa in sè) ma solo "cultura" nell'agire umano. Questa è la grande scoperta fondamentale dell'analisi che ancora oggi non è affatto assimilata, vedi il ritorno di positivismo o scientismo becero di matrice meccanicista ottocentesca e le premesse metafisiche fortissime che stanno alla base di questo pensiero.
 

Nerst

enjoy member
Sono d' accordo con lillo e Yamanaka, il corpo parla attraverso stimoli e necessità fisiologiche e queste sono comuni a tutti. Gli attori recitano i sentimenti che possono essere imparati e mimati all' occasione. Ma spontaneamente sensazioni come il disagio, può per alcuni essere palesato da gesti chiari, come indietreggiare, incrociare le braccia, ecc, per altri invece tali gesti possono essere adottati, senza minimamente provare la sensazione "disagio", ma ci si trova davanti ad una coincidenza. Ecco, mettiamola così: non possono essere coincidenze, a volte, l' insieme stati d' animo ed atteggiamenti del corpo?
 

lillo

Remember
Non parla più delle parole ma CON le parole. C'è un'unità fondamentale fra conscio e inconscio, entrambi si esprimono allo stesso tempo e hanno la stessa dignità.
L'inconscio può emergere in molte forme diverse: nei lapsus, nel tono di voce, nella gestualità, nei movimenti del corpo etc...le persone e i loro comportamenti vanno visti nel loro insieme.
Quindi non parole contro corpo ma parole CON corpo.

Comunque, come insegna la psicanalisi, l'istinto (cioè una risposta automatica a una data situazione) non esiste: esistono invece le pulsioni, cioè le spinte interiori (il freudiano Id) che però non hanno una valenza assoluta come l'istinto. Perchè? Perchè l'uomo è ermeneutico, vive cioè in funzione del senso che attribuisce alla realtà: quindi anche spinte "fondamentali" che negli animali chiameremmo istintuali, come ad esempio l'agressività, la fame etc nell'uomo possono essere ridirezionate (sublimazione) o represse (censura). Un esempio:

Istinto: ho fame ----> mangio.
Cultura: ho fame ----> ma devo dimagrire ----> se non mi dimagrisco mi sento in colpa e non accettato ----> non mangio.

Quindi non c'è nessuna "natura" (che comunque è frutto delle nostre astrazioni e osservazioni, non è la cosa in sè) ma solo "cultura" nell'agire umano. Questa è la grande scoperta fondamentale dell'analisi che ancora oggi non è affatto assimilata, vedi il ritorno di positivismo o scientismo becero di matrice meccanicista ottocentesca e le premesse metafisiche fortissime che stanno alla base di questo pensiero.

“Mi sapreste dire che cos’è un elefante?” disse a quattro ciechi il califfo Omar an-Numàn.
“No- risposero in coro i ciechi. È la prima volta che sentiamo questa parola”.
“Ebbene, riprese il califfo, di fronte a voi c’è un elefante. Toccatelo, palpatelo, cercate di comprendere di cosa si tratta.
Colui che darà la risposta giusta riceverà cento dinàr d’oro”.

I ciechi si affollarono attorno all’animale e cominciarono a toccarlo con attenzione soffermandosi via via a riflettere sulle sensazioni ricevute.
Un cieco stava lisciando da cima a fondo la grossa zampa dell’animale; la pelle dura e rugosa gli sembrava pietra, la forma era quella di un lungo cilindro, “l’elefante è una colonna" esclamò soddisfatto certo di aver guadagnato per primo la ricompensa.
”No!- gridò un secondo cieco- l’elefante è una tromba!”: Egli aveva toccato la proboscide e rivolto la sua attenzione solo a questa parte dell’animale.
”Niente affatto. L’elefante è una corda” disse il cieco che aveva toccato la coda.
“Ma no! L’elefante è un grosso ventaglio” ribatté chi aveva toccato l’orecchio.
”Vi sbagliate tutti- l’elefante è un pallone gonfiato” urlò il cieco che aveva toccato la pancia.
Tra i cechi regna il disaccordo perché ognuno aveva la presunzione di conoscere l’intero elefante pur avendone toccato solo una piccola parte.

Prima di tutte le teorie che affollano la descrizione della mente, dobbiamo sempre, a mio parere, considerare che ci troviamo nella stessa condizone dei ciechi di fronte all'elefante.
 

Nerst

enjoy member
Prima di tutte le teorie che affollano la descrizione della mente, dobbiamo sempre, a mio parere, considerare che ci troviamo nella stessa condizone dei ciechi di fronte all'elefante.


Bene, si avalla la mia teoria, solo se si conosce la persona e si analizza la circostanza si può tradurre lo stato d' animo attraverso gli atteggiamenti del corpo.
 

lillo

Remember
Bene, si avalla la mia teoria, solo se si conosce la persona e si analizza la circostanza si può tradurre lo stato d' animo attraverso gli atteggiamenti del corpo.
Assolutamente daccordo. Sono l'interazione tra la specifica persona (quella e solo quella) e lo specifico ambiente a determinare uno specifico stato d'animo che può essere recepito da alcuni atteggiamenti del corpo
 

Dallolio

New member
Sono d' accordo con lillo e Yamanaka, il corpo parla attraverso stimoli e necessità fisiologiche e queste sono comuni a tutti. Gli attori recitano i sentimenti che possono essere imparati e mimati all' occasione. Ma spontaneamente sensazioni come il disagio, può per alcuni essere palesato da gesti chiari, come indietreggiare, incrociare le braccia, ecc, per altri invece tali gesti possono essere adottati, senza minimamente provare la sensazione "disagio", ma ci si trova davanti ad una coincidenza. Ecco, mettiamola così: non possono essere coincidenze, a volte, l' insieme stati d' animo ed atteggiamenti del corpo?

Sì, può succedere che sia una coincidenza, ad esempio incrociare le braccia, gesto di autoconforto, può essere dettato solamente dalla temperatura della stanza, e l'esperto di linguaggio del corpo deve tenere conto di tutti i fattori... penso non sia una scienza esatta ma sia davvero molto molto affascinante!
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Che bel thread Nerst! :D

Il corpo parla molto, ma non credo possa esserci un "manuale d'istruzioni" per comprendere cosa pensi una persona. Se consideriamo che ognuno di noi manifesta atteggiamenti molto diversi, non solo in base al carattere ma anche all'educazione ricevuta, è difficile credere che un batter di ciglia possa significare imbarazzo per tutti.
Credo che di solito ciò che il corpo esprime sono le emozioni e gli stati d'animo, non i pensieri di una persona...
Faccio un esempio: quando mio fratello veniva ripreso dai genitori o dalle insegnanti aveva l'abitudine di sbattere le palpebre ripetutamente, e questo esprime un certo disagio e un certo imbarazzo.
Personalmente, invece, se sbatto le palpebre è solo perché sento gli occhi piuttosto asciutti. Il mio modo di esprimere un certo disagio si manifesta con gli occhi che saltano da un punto a un altro senza mai soffermarsi per più di tre secondi sullo stesso oggetto/soggetto. Però questo mio comportamento può essere frainteso con la noia, che invece esprimo guardando un punto fisso.
Per cui penso che il corpo dica davvero tanto di una persona; ma l'interlocutore deve conoscere molto bene quella persona per capire a primo acchito quello che prova. E i pensieri credo siano una cosa molto complicata per riuscire a capirli limitandosi a osservare alcuni movimenti, pur importanti che siano, e forse è per questo che una persona (imbarazzo a parte) cambia espressioni e gesti molto rapidamente.
 

lillo

Remember
Che bel thread Nerst! :D

Il corpo parla molto, ma non credo possa esserci un "manuale d'istruzioni" per comprendere cosa pensi una persona. Se consideriamo che ognuno di noi manifesta atteggiamenti molto diversi, non solo in base al carattere ma anche all'educazione ricevuta, è difficile credere che un batter di ciglia possa significare imbarazzo per tutti.
Credo che di solito ciò che il corpo esprime sono le emozioni e gli stati d'animo, non i pensieri di una persona...
Faccio un esempio: quando mio fratello veniva ripreso dai genitori o dalle insegnanti aveva l'abitudine di sbattere le palpebre ripetutamente, e questo esprime un certo disagio e un certo imbarazzo.
Personalmente, invece, se sbatto le palpebre è solo perché sento gli occhi piuttosto asciutti. Il mio modo di esprimere un certo disagio si manifesta con gli occhi che saltano da un punto a un altro senza mai soffermarsi per più di tre secondi sullo stesso oggetto/soggetto. Però questo mio comportamento può essere frainteso con la noia, che invece esprimo guardando un punto fisso.
Per cui penso che il corpo dica davvero tanto di una persona; ma l'interlocutore deve conoscere molto bene quella persona per capire a primo acchito quello che prova. E i pensieri credo siano una cosa molto complicata per riuscire a capirli limitandosi a osservare alcuni movimenti, pur importanti che siano, e forse è per questo che una persona (imbarazzo a parte) cambia espressioni e gesti molto rapidamente.

Bellissimo intervento, più esplicativo di qualsiasi manuale di psicologia. La causa della difficoltà di una scienza come la psicologia è proprio questa: ogni soggetto è diverso da qualsiasi altro e non esiste un manuale delle giovani marmotte che possa essere utilizzato per comprendere gli stati d'animo, le emozioni, e soprattutto i pensieri di una persona.
Diceva un famoso psicologo: "se vuoi sapere cosa pensa una persona, chiediglielo, forse te lo dirà". ma anche questa è solo un'esemplificazione.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Che bel thread Nerst! :D

Il corpo parla molto, ma non credo possa esserci un "manuale d'istruzioni" per comprendere cosa pensi una persona. Se consideriamo che ognuno di noi manifesta atteggiamenti molto diversi, non solo in base al carattere ma anche all'educazione ricevuta, è difficile credere che un batter di ciglia possa significare imbarazzo per tutti.
Credo che di solito ciò che il corpo esprime sono le emozioni e gli stati d'animo, non i pensieri di una persona...
Faccio un esempio: quando mio fratello veniva ripreso dai genitori o dalle insegnanti aveva l'abitudine di sbattere le palpebre ripetutamente, e questo esprime un certo disagio e un certo imbarazzo.
Personalmente, invece, se sbatto le palpebre è solo perché sento gli occhi piuttosto asciutti. Il mio modo di esprimere un certo disagio si manifesta con gli occhi che saltano da un punto a un altro senza mai soffermarsi per più di tre secondi sullo stesso oggetto/soggetto. Però questo mio comportamento può essere frainteso con la noia, che invece esprimo guardando un punto fisso.
Per cui penso che il corpo dica davvero tanto di una persona; ma l'interlocutore deve conoscere molto bene quella persona per capire a primo acchito quello che prova. E i pensieri credo siano una cosa molto complicata per riuscire a capirli limitandosi a osservare alcuni movimenti, pur importanti che siano, e forse è per questo che una persona (imbarazzo a parte) cambia espressioni e gesti molto rapidamente.

E' giusto, bisogna guardare l'insieme della persona e il senso delle situazioni, più che limitarsi ai gesti e alle parole (che alla fine sono forme). Poi ovviamente, fra forma e contenuto c'è un legame e niente accade davvero a caso in questi campi, però per poterlo cogliere bisogna appunto guardare all'insieme. Se si crea uno sterile meccanicismo di associare arbitrariamente un gesto a un significato aldilà del contesto o viceversa di associare una frase a un pensiero / significato univoco non si va da nessuna parte e anzi si deraglia.

Per questo il 90% i pseudo-manuali americani "divulgativi" sono delle gloriose scemenze. Non si può prescindere dall'individuo e dalla sua unicità.
 

LowleafClod

e invece no
Il corpo parla assolutamente più delle parole! Ma non è facile da capire come queste ultime.
Dice la verità, mentre le parole a volte tradiscono e confondono, non sono sempre nella stessa linea delle nostre emozioni. Col corpo riusciamo a essere anche intenzionali, ma tramite esso siamo più legati all'istinto.
Ho sempre pensato che le parole siano una facoltà incredibile per l'uomo (coi suoi pro e i suoi contro), ma spesso si sente davvero il bisogno di comunicare in un'altro modo, il modo più vecchio del mondo. Perché le parole dicono tutto ma non bastano stranamente? Perché niente riesce a dimostrare la verità di un'emozione più del nostro corpo, la vera prova di ciò che sentiamo in quel momento, la scattante sincerità che si impossessa degli arti, del volto e degli occhi. Posso ascoltare da una persona tutti i sentimenti di questo mondo attraverso la parola, ma la conferma posso averla guardando i suoi occhi.
 
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