Dorn, Wulf - Il superstite

fabiog

New member
12 Gennaio 1985 un uomo guida a tutta velocità per giungere all'appuntamento con la persona che qualche ora prima ha rapito suo figlio Sven mentre era fuori con il fratello maggiore. L'auto sbanda, l'uomo muore e sa che anche suo figlio morirà.
23 anni dopo lo psichiatra Jan Forstner vive con l'angoscia della scomparsa del fratellino e della morte del padre. Jan viene assunto nella clinica psichiatrica per cui lavorava il padre, è un'occasione per tornare a vivere, ma l'improvviso suicidio di una paziente apre nuovamente le porte dell'incubo e del passato.
Un buon thriller, una trama ben costruita, non raggiunge particolari picchi di tensione, ma riesce sempre ad interessare.
 

Nerst

enjoy member
Bel thriller, rispetto al primo libro i toni sono un pò più calmi, ma le tensioni sono comunque mantenute alte.
La trama è intrecciata e ben costruita, non annoia, ma si lascia leggere. Il tema è sempre legato ai disturbi psichici/psichiatrici e forse è questo il punto forte dell' autore. Non mancano elementi che lasciano il lettore suggestionato. Bella l' ambientazione invernale, fa sentire davvero freddo.
Consigliato.
 

Lauretta

Moderator
ho letto questo libro dopo aver letto gli altri due dell'autore.
per fortuna niente disturbo dissociativo di identità. non avrei letto un altro libro a riguardo.
mi è piaciuto molto. una trama molto intrecciata e, anche se scorrevole, per me è stato facile perdere il filo in un paio di occasioni..forse perchè ho abbandonato la lettura per una settimana proprio nel pieno dell'intreccio...
belle le descrizioni, inquietante in alcuni passaggi.
diciamo che tiene vivo l'interesse senza particolari picchi di curiosità.
un buon thriller comunque. Ben costruito.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
con Dorn ho chiuso

Mi chiedo cosa c’entri il titolo. Molto più azzeccato l’originale tedesco, kalte stille, silenzio freddo, vero protagonista di questo thriller psicologico peraltro “leggerino”. Parto dicendo che non mi ha coinvolto più di tanto, anzi, mi è sembrato trascinarsi stancamente senza mai decollare. L’ho letto in due giorni, l’unico suo pregio è la scorrevolezza. La storia non brilla per originalità (oramai pedofilia, abusi, shock infantili sono inflazionati) e la dose di suspence è davvero leggera. Non lo consiglio.
 

Reid

Member
Si riconferma Dorn.

Dopo aver letto "La psichiatra" ed esserne rimasto davvero entusiasmato, ho letto "il superstite".
Devo dire, al contrario di GermanoDalcielo, che nonostante sia più scontato nel finale della psichiatra, l'intreccio tra i personaggi e i continui richiami di passato-presente-futuro sono davvero notevoli.
Consiglio durante la lettura di questo libro di non prendere pause troppo lunghe, come dice Lauretta; ci sono dei punti nel libro dove si inseriscono delle storie parallele alla storia principale che possono creare un po' di confusione, potranno inizialmente sembrare irrilevanti inserite nella trama principale, ma non lo sono.
Confermo l'ambientazione molto suggestiva, ci sono dei punti del libro dove la descrizione della scena è fatta così bene che la fantasia non ha spazio.
Lauretta, come si potrebbe definire la patologia in questo paziente ? si potrebbe racchiudere nella Erotomania?
Consiglio inoltre, dopodiché concludo, di andare a vedere ed ascoltare la canzone che viene menzionata durante il funerale di una delle co-protagoniste.
Consigliato!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Leggendo l’intreccio imbastito, come al solito magistralmente, da Dorn si ha come l’impressione di entrare in un effetto domino, una spirale di morte che appare sempre più inestricabile ed inarrestabile, in un crescendo di rischio e suspense. Tutto, in queste pagine, sembra avvolto nell’immobilità del silenzio, coperto da una fitta coltre di neve, ma se il ghiaccio si spezzasse e il silenzio venisse squarciato l’esplosione sarebbe molto forte, quasi assordante.
Dorn ci ha abituati ad intrecci articolati, a rompicapo in cui nulla può considerarsi definito e fino alla fine può accadere davvero di tutto: anche in questo caso il colpo di scena finale è simile ad un boato, tanto più che per tre quarti del libro si è certi di aver individuato il colpevole. Mettendo a confronto i precedenti thriller che ho letto di Dorn, devo ammettere che questo è leggermente più lento e con meno picchi di tensione, ma non è meno affascinante, specie quando si arriva alla fine e si ha una visione d’insieme. In definitiva, probabilmente meno brillante rispetto ad altri, ma comunque consigliatissimo! Un consiglio ulteriore: se vi è possibile, leggete i libri in ordine di pubblicazione per cogliere meglio tutti i punti di contatto. Buona lettura e… buon brivido!
 
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