41° Minigruppo - La nausea di Jean-Paul Sartre

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Minerva6

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Io e Lin89 partiremo oggi con la lettura del romanzo "La nausea" dello scrittore francese Jean-Paul Sartre.

Se c'è qualche altro utente che desidera leggerlo con noi,sarà il benvenuto.

Visto che ci ho già provato una volta,anni fa,ma poi l'ho abbandonato,ho pensato di riprovarci,ma stavolta in compagnia.
Spero tanto che l''unione faccia la forza e che finalmente riesca a portarlo a termine.
 

Lin89

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Iniziato!

Ho l'edizione Einaudi, traduzione di Bruno Fonzi.

E' Antonio Roquentin a parlare tramite le pagine del suo diario. All'inizio è incerto, non sa se farlo oppure no. Avverte qualcosa di diverso in lui e nel mondo che lo circonda ma non è del tutto sicuro. Poi inizia e si presenta come una persona del tutto sola, ma non senza una esperienza alle spalle. Per ora mi prende. Molto anche. Le descrizioni sono parecchie ma direi ben calibrate.

La cosa più strana di questo personaggio fino ad ora non è tanto "la nausea dolciastra" che prova e che non sa ancora da dove provenga, ma il fatto che gli piaccia prendere e palpare la carta sporca da terra. :mrgreen:

Qualche stralcio che mi ha colpito:

"Il curioso è che non sono affatto disposto a credermi pazzo, anzi vedo chiaramente che non lo sono: tutti questi cambiamenti concernono gli oggetti. O almeno è di questo che vorrei essere sicuro."

"Quanto a me, io vivo solo, completamente solo. Non parlo con nessuno, mai; non ricevo niente, non do niente."

"Una volta, ancora per molto tempo dopo che m'ebbe lasciato, pensavo ad Anny. Adesso, non penso più a nessuno; non mi curo nemmeno di cercare parole. Tutto scorre in me più o meno svelto, non fisso nulla, lascio correre. La maggior parte del tempo, in mancanza di parole cui attaccarsi, i miei pensieri restanno nebulosi. Disegnano forme vaghe e piacevoli, e poi sprofondano, e subito li dimentico."

"Ma è raro che un uomo solo abbia voglia di ridere..."
 

Minerva6

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L'ho iniziato pure io,sono arrivata a pag 22.

La mia edizione è quella uscita in edicola con un quotidiano,per la serie La biblioteca di Repubblica,nel 2003,ma il traduttore è lo stesso della tua.

Vedo che anche tu,come me,hai la fissa delle citazioni...mi sa che riempiremo questo minigruppo di frasi :mrgreen:.
La prima e la terza le avevo sottolineate anche io.

Mi sono ricordata quello che l'altra volta trovai fastidioso: il libro che il protagonista sta scrivendo. Mi risultava pesante.

Le sue riflessioni non mi dispiacciono affatto,anzi.Ho trovato molto strano anche io il fatto che gli piaccia raccogliere le cartacce in terra :paura:.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
No anche io voglio leggerlo! (Solo che sto già leggendo tre libri contemporaneamente! Non ho tempo per almeno 15 giorni! :W)
 

Minerva6

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Mi sa che se continuo così a rilento,tra 15 giorni mi troverai ancora qui :mrgreen:.

E' affascinante il personaggio dell'autodidatta e soprattutto trovo interessante il suo modo di imparare le cose leggendo i libri in ordine alfabetico.
Avessi tempo per farlo,lo farei anche io,così sarei un'enciclopedia vivente :wink:.Oppure impazzirei del tutto :mrgreen:.

Come è strano,com'è emozionante che questa durezza sia così fragile.Nulla può interromperla e tutto può spezzarla.

Due anni fa era meraviglioso: non avevo che da chiudere gli occhi,e subito la mia testa cominciava a ronzare come un alveare.....Da molto tempo questa gioia è svanita.Che oggi rinasca?
 

Lin89

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Mi colpisce tutta la solitudine di quest'uomo. Sartre riesce a renderla così bene. Il fatto che Roquentin non abbia voglia di far nulla, che non riesce a guardarsi allo specchio, a come osserva tutto il mondo, alla noia profonda che prova verso tutto e tutti semplicemente perchè non trova un senso in tutto ciò. Come vorrebbe invece vivere insieme agli altri, ma di fatto non fa nulla per farlo.

Sono solo a pagina 32, ma per ora sono queste le cose che riesco a percepire. Non vedo l'ora di continuare.
 

Minerva6

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Io sono poco più avanti di te,a pag 50 (la mia edizione è di 221 pagine e la tua?).
Non sono ancora sicura di riuscire a comprendere fino in fondo il protagonista e la storia,ma sto apprezzando diverse sue riflessioni.Proseguo con calma per evitare un sovradosaggio che potrebbe farmelo abbandonare di nuovo :wink:.

I miei ricordi son come le pistole nella borsa del diavolo: quando la si aprì non vi si trovò che foglie morte. (questa frase mi ha fatto pensare a te,per la presenza del diavolo...mi riferisco alla letterina a Babbo Natale :mrgreen:)

Mai come oggi ho provato così forte la sensazione d'essere senza dimensioni segrete,limitato al mio corpo,ai pensieri lievi che da esso affiorano come bolle.Costruisco i miei ricordi col mio presente.Sono respinto,abbandonato nel presente.Il passato tento invano di raggiungerlo: non posso sfuggire a me stesso.
 

Lin89

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"Bisognerebbe prenderla per le spalle e condurla alla luce, in mezzo alla gente, nelle strade dolci e rosee: là non si può soffrire così forte; ella s'ammorbidirebbe, ritroverebbe la sua aria positiva ed il livello ordinario delle sue sofferenze.
Le volgo le spalle. Dopo tutti lei è fortunata. Io sono troppo calmo da tre anni a questa parte. Queste solitudini tragiche non possono più darmi nulla se non un po' di purezza a vuoti. Me ne vado."


Quanta verità in così poche righe... In mezzo alla folla i dolori si attutiscono e le sofferenze un pochetto svaniscono anche solo per poche ore. Si soffre tanto solo quando si è soli per poterlo fare.
Adoro anche il fatto che Roquentin la consideri fortunata. A lui non succede nulla dal punto di vista emotivo da tre anni, che è come dire che non vive da tre anni. Vivere equivale tra le altre cose anche a soffrire ed è una fortuna riuscire a provare emozioni, anche molto forti e negative. Roquentin invece ha la Nausea.

Bellissima anche la descrizione della musica che sente e il fatto che sentirla lo renda felice. La musica infatti anche secondo me è uno dei mezzi per arrivare alla serenità. Peccato che sia così forte e fragile allo stesso tempo, come la descrive per sommi capi Roquentin.

Ah, la mia invece è di 238 pagine. :) E anche io sto andando lentamente. Secondo me quest'opera va letta con molta calma, assaporando ogni parola per bene. Cogliendo ogni sfumatura piano, piano senza fretta e senza distrazioni. Proprio come adoro leggere di solito. :mrgreen:

Che fai? Mi identifichi col diavoletto ora? Fai bene... U_U :mrgreen:
 

Minerva6

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In mezzo alla folla i dolori si attutiscono e le sofferenze un pochetto svaniscono anche solo per poche ore. Si soffre tanto solo quando si è soli per poterlo fare.
Vivere equivale tra le altre cose anche a soffrire ed è una fortuna riuscire a provare emozioni, anche molto forti e negative.Roquentin invece ha la Nausea.

E' proprio vero,quando sei in compagnia ti senti più forte e riesci a soffrire meno,anche se poi una volta che ritorni da solo ricadi nella tua sofferenza interiore.
Però non si può sempre stare insieme gli altri,anche perchè a volte ci si sente soli pure in mezzo alla folla.Insomma per me è un circolo vizioso...spesso non sto bene né in compagnia né da sola :W.
Vorrei sempre stare con l'animo sereno,però mi rendo conto che le emozioni negative fanno parte della vita e sono necessarie per rafforzarci (o almeno lo spero :wink:).

Roquentin forse vorrebbe soffrire invece di provare solo Nausea,che alla fine è una sensazione sgradevole e incompleta. Almeno per me!
 

Lin89

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Non ho sinceramente ancora ben capito cosa sia questa Nausea che gli prende e lo circonda, ma sono sicura che ne parlerà più avanti. In fondo siamo ancora all'inizio. Comunque sì, è un pochetto invidioso di Lucia quando la vede soffrire/vivere. In quel "Me ne vado." così corto ci vedo la voglia di essere al posto di Lucia in qualche modo. :)
 

Minerva6

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...- anche se fossi stato in pericolo mortale,anche se avessi perduto una fortuna,un amico - penso che accetterei di rivivere tutto,nelle medesime circostanze,dal principio alla fine.
Ma un'avventura non si ricomincia né si prolunga.

Affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo.E' questo che trae in inganno la gente: un uomo è sempre un narratore di storie,vive circondato delle sue storie e delle storie altrui,tutto quello che gli capita lo vede attraverso di esse,e cerca di vivere ka sua vita come se la raccontasse.
Ma bisogna scegliere:eek: vivere o raccontare.
 

Lin89

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Tutta la parte sull'avventura e la vita vissuta è semplicemente fantastica. Non cito niente altrimenti dovrei copiare dieci pagine. :mrgreen:

E anche tutta la descrizione della domenica è meravigliosa. Coglie ogni sfumatura di una giornata così comune ma al tempo stesso particolare. Inoltre pare che il nostro Roquentin abbia trovato la sua avventura nelle vesti di una cassiera dai capelli rossi... Chissà... :D
 
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Minerva6

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Ho appena iniziato la descrizione della domenica...il resto lo leggerò domani,visto che è domenica :wink:.
 

Minerva6

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Mi sto trovando con i giorni,ho appena finito lunedì e domani inizierò martedì grasso,però a parte le citazioni che sto riportando,la storia non riesce a prendermi come vorrei :boh:.

Ma per me non c'è lunedì né domenica,ma soltanto giorni che si sospingono in disordine,e poi,d'un tratto,dei lampi,come questo.
Niente è cambiato,e tuttavia tutto esiste in un'altra maniera.Non posso descriverlo,è come la Nausea e tuttavia è esattamente l'opposto....
 

Lin89

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SPOILER!!!

Sto leggendo proprio ora, Martedì grasso e ho appena letto che Anny gli ha scritto una lettera. Mi sento come se un mio vecchio amore avesse scritto a me... mi sa che mi sto troppo immedesimando in Roquentin. :mrgreen:

Non so come faccia Anny a gonfiare le sue lettere a questo modo, dentro non c'è mai niente. Questa frase mi dà l'immagine di come gli/le ex sembrano sempre più belle/intelligenti/colte/sensibili quando non erano ex. Col senno di poi e col tempo tutto si ridimensiona a come realmente è, aria.

E' certo che sto per rivedere Anny, ma non posso dire che quest'idea mi renda allegro. Quanta verità...

Certo, andrò a trovarla. L'ammiro e l'amo ancora con tutti il cuore. No mio caro Roquentin, non sai quanto mi dispiace per te... La vedo nera, molto nera...

E poi, quando Anny mi ha lasciato, di colpo, in un solo blocco, i tre anni sono sprofondati nel passato. Non ho nemmeno sofferto, mi son sentito vuoto.

Tutto qello che so della mia vita mi sembra d'averlo appreso dai libri. A volte ce l'ho anche io questa sensazione...

Il passato è un lusso da proprietari. Ed io dove potrei conservare il mio? Non ci si può mettere il passato in tasca; bisogna avere una casa per sistemarvelo. Io non possiedo che il mio corpo; un uomo completamente solo, col suo corpo soltanto, non può fermare i ricordi, gli passano attraverso. Non dovrei lagnarmi: il mio solo desiderio è stato d'esser libero.

Mi fermo qui, dai. :mrgreen:
 
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Minerva6

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Lo sapevo che leggerlo insieme a te mi avrebbe spronata :wink:...appena ho visto la parola spoiler sono andata a finire martedì pure io :mrgreen:.
Questa parte mi è piaciuta abbastanza e mi ha dato la spinta per continuare.
Non saprei come comportarmi se mi scrivesse un vecchio amore,perchè sarebbe davvero vecchio nel senso temporale (sono accoppiata da troppi anni...da dicembre 2011 sono 17),però mi piacerebbe se mi contattasse un/una vecchio/a amico/a di cui ho perso le tracce...sarebbe una svolta alla mia routine e potrebbe rinascere una bella amicizia.
 

Lin89

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Lo sapevo che leggerlo insieme a te mi avrebbe spronata :wink:...appena ho visto la parola spoiler sono andata a finire martedì pure io :mrgreen:.
Questa parte mi è piaciuta abbastanza e mi ha dato la spinta per continuare.
Non saprei come comportarmi se mi scrivesse un vecchio amore,perchè sarebbe davvero vecchio nel senso temporale (sono accoppiata da troppi anni...da dicembre 2011 sono 17),però mi piacerebbe se mi contattasse un/una vecchio/a amico/a di cui ho perso le tracce...sarebbe una svolta alla mia routine e potrebbe rinascere una bella amicizia.

Ho finito martedì anche io. Mi pare di aver intravisto una certa rabbia tra le parole dell'ultima parte. Come se l'esperienza che gli altri credono di avere, la saggezza, alla fine non contano un emerito niente. Quel che conta è il presente. Anche se forse dovrei rileggerlo per capire meglio.

Minerva, lieta di averti spronato. Non mi abbandonare eh. :mrgreen:
 

Minerva6

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Questa cosa della saggezza non l'ho ben capita neppure io,in effetti sembra che tutta l'esperienza che uno accumula nella vita,secondo il protagonista,conti poco perchè alla fine è solo il presente che vale. Forse pure io dovrei rileggerlo o magari più avanti chiarirà il suo pensiero. Anche se a quanto pare Roquentin è un po' incoerente...ma d'altronde alla fine lo siamo un po' tutti,a volte.

Tranquilla,non ti abbandono :) !
 
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Minerva6

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Mi ha colpito la parte finale del venerdì:
il giovanotto,la ragazza,il vecchietto e Roquentin che sono in biblioteca e nessuno di loro sembra voler abbandonare la stanza nell'orario di chiusura,ma forse non indugiano solo per l'attaccamento ai libri,ma anche perchè non hanno un altro posto dove poter stare in pace con loro stessi.
 

Minerva6

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Sono a metà di sabato pomeriggio...questa frase mi ha fatto ritornare in mente il ragionamento di martedì che aveva fatto Roquentin sull'esperienza:
l'Esperienza è ben più di una difesa contro la morte;è un diritto: il diritto dei vecchi.

Sono andata a rileggermi la parte,ma ancora non ho chiaro il senso :??.

Intanto riporto quest'altra citazione che mi era sfuggita:
Ma non è un vecchio fissato: ha paura.Di che ha paura? Quando si vuol capire una cosa,ci si mette di fronte ad essa,da soli,senza aiuti;tutto il passato del mondo non ci servirebbe a niente,poi questa cosa sparisce e quel che si è capito sparisce con essa.

Lin,tu che dici? Magari ragionandoci insieme giungeremo ad una conclusione o è meglio prima proseguire ancora nella lettura?
 
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