La solitudine é indipendenza o isolamento e paura di amare e essere amati?

zanblue

Active member
"La solitudine é indipendenza:l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni.Era fredda,questo sì,ma era anche silenziosa,meravigliosamente silenziosa e grande
come lo spazio freddo e silente nel quale giravano gli astri" Herman Hesse

Questo era il pensiero di Hesse.
Io invece, mi chiedevo il perché dell'inspiegabile solitudine o paura di amare di molte persone.
Non vivendo più in Italia,ieri facevo il confronto della solitudine tra il paese asiatico dove vivo ora e il mio paese d'origine l'Italia.Qui la solitudine quasi non esiste.
Tutti sono circondati dalla famiglia,da tantissimi e fedeli amici,ricevi inviti per uscire in continuazione.In Italia la solitudine imperversa.Perché,secondo voi?
Conosco persone che ne sono impregnate e che non fanno assolutamente niente per cambiare la loro situazione.
La solitudine secondo voi,per molti é diventata un rifugio sicuro, per anestetizzarsi dalle emozioni?
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Si può essere molto soli anche in una folla. La solitudine prima d'essere una condizione esteriore è uno stato dell'animo.

Riguardo il colore e il senso della solitudine, secondo me non si può generalizzare, dipende dal singolo individuo: se si fugge DA qualcosa o VERSO qualcosa. Nel primo caso la solitudine è appunto una difesa, nel secondo un arricchimento.
 

SALLY

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La penso come Hesse....ma proprio uguale!
Credo che la solitudine di certe persone sia nel DNA,non è un peso,anzi...è libertà,creatività,è conoscenza di se...il che non vuol dire non apprezzare la compagnia,solo che periodicamente si sente il bisogno di disintossicarsene.
Altra cosa è la solitudine praticata per paura,il vorrei ma non devo...quella è una prigione invisibile,credo che sia quella la solitudine che fa paura di cui parlano,ed è anche quella che fa accettare tutto,senza selezione,pur di non essere solo...quella è sicuramente dannosa.
 

zanblue

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Quello che mi interessava, era sapere come l'avete vissuta.A tutti noi, é capitato di ritrovarsi a vivere periodi di solitudine.
Per nostra scelta o per scelta di altri.Si può essere soli anche in coppia però:quanti matrimoni si reggono in piedi solo sulla finzione?
La si può vivere serenamente alla fine di una relazione sentimentale, per creare quel distacco necessario,per disintossicarci dagli eventi negativi
vissuti con la persona che abbiamo lasciato o che ci ha lasciati.Per esempio,mi succede che amici mi scrivono:"sono single ora, ma non cerco,se capita però.."
E' una contraddizione:"non cerco,se capita però" vuol dire che non stai bene nella condizione di single,e che non hai abbastanza coraggio?
Si aspetta che capìti,che siano altri a prendere l'iniziativa.Perché delegare ad altri il nostro destino?
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Per esempio,mi succede che amici mi scrivono:"sono single ora, ma non cerco,se capita però.."
E' una contraddizione:"non cerco,se capita però" vuol dire che non stai bene nella condizione di single,e che non hai abbastanza coraggio?
Si aspetta che capìti,che siano altri a prendere l'iniziativa.Perché delegare ad altri il nostro destino?

Secondo me si può leggere la cosa in due modi. Uno saggio e l'altro meno.
Il modo saggio è quello della persona consapevole che sa che i rapporti umani profondi, di qualsiasi tipo, nascono dalla reciproca apertura e che quindi "non cerca" perchè non c'è un oggetto da "trovare" (e stringere) e quindi cerca di vivere bene ogni momento e occasione, il che non vuol dire coglierle tutte ma saper valutare bene ogni situazione in accordo con il bene di sè e dell'altra persona, inteso come armonia.

Il modo non saggio invece è semplicemente la classica scissione interiore fra voglio e non voglio...cioè di persone che sono rimaste ferite / deluse o semplicemente hanno paura e che quindi combattono la loro stessa spinta all'apertura (in senso ampio) e conseguentemente trovano un facile accomodamento nella frase da te riportata, dimentichi però del fatto che perchè le cose accadano debba esserci un'apertura a monte. Si ritrovano quindi come assetati nel deserto, persi e alla ricerca di acqua dove difficilmente la possono trovare oppure ottengono ciò che non vogliono davvero e sfuggono al loro vero desiderio, spesso nascosto alla ragione cosciente ma non per questo meno concreto e reale...

Ovviamente bisogna vedere caso a caso, ogni persona e ogni situazione è unica. Non si può generalizzare o tagliare con la scure brutalmente queste questioni.
 

maurizio mos

New member
<Quello che mi interessava, era sapere come l'avete vissuta.
A tutti noi, é capitato di ritrovarsi a vivere periodi di solitudine.Per nostra scelta o per scelta di altri.La si può vivere serenamente alla fine di una relazione sentimentale, per creare quel distacco necessario,per disintossicarci dagli eventi negativi vissuti con la persona che abbiamo lasciato o che ci ha lasciati.>

Come tutti anch'io ho vissuto momenti di solitudine tra cui uno terribile, molti hanni fa, per la perdita della persona che amavo. L'intensità del rapporto e la straordinaria comunione che c'era tra noi hanno fatto sì che la solitudine durasse a lungo prima che ritrovassi la voglia di vivere.
Ma grazie a Dio non tutte le separazioni sono così drammatiche: per le altre posso dire di averle vissute con sostanziale equilibrio, forse anche perché sono sempre avvenute civilmente (credo di essere fortunato). Certo il dolore per la fine dei sogni costruiti insieme, il senso di vuoto c'erano, così come la delusione per essermi "affidato", per aver svelato le mie emozioni, i miei ricordi c'era e naturalemente la durata e l'intensità del rapporto condizionavano il sentimento della solitudine. Poi rincomiciavo a sognare ( condizione indispensabile secondo me per andare avanti, per andare a vedere cosa c'è dietro alla curva) e a innamorarmi...


.<..amici mi scrivono:"sono single ora, ma non cerco,se capita però.."
E' una contraddizione:"non cerco,se capita però" vuol dire che non stai bene nella condizione di single,e che non hai abbastanza coraggio? Si aspetta che capìti,che siano altri a prendere l'iniziativa.Perché delegare ad altri il nostro destino?>

Non sono mai stato male da solo (ho anche la fortuna di non annoiarmi mai) e quando lo sono stato ho spesso pensato "ora sono solo e sto bene ma se capita..." e non ho mai pensato chre fosse delegare ad altri la mia vita. Al massimo delegavo alla vita il mio vivere.
Certo se uno si chiude in casa difficilmente troverà l'amore (perché, fuor di metafora, è di questo che si parla) ma anche andarne in cerca... non so, su questo aspetto condivido molto la prima parte dell'intevento di Yamanaka nella quale mi ritrovo in pieno.
L'unione tra due persone è frutto di complicate alchimie di emozioni, occasioni, gusti, interessi in tutti i campi (sessuale compreso, parliamo chiaro: e non mi si venga a dire che la solitudine non pesa spesso e soprattutto per questo) ed è necessario sempre esser aperti, guardare con curiosità a tutto


Si può essere soli anche in coppia però:quanti matrimoni si reggono in piedi solo sulla finzione?

Verissimo: vi sono molte coppie che tirano avanti perchè non vogliono riconoscere l'evidenza; per timore "degli altri", per pigrizia (in fondo andiamo avanti bene anche così, ognuno ha la sua vita...); per interesse; per paura della solitudine, sia da parte sua - l'uomo è spesso disabituato a vivere da solo - sia da parte di lei - non sono poche le donne che hanno sacrificato il lavoro alla casa; perché dopo tanti anni come si fà a vivere da soli?; perché si ha un'età nella quale avere qualcuno accanto...; perché ci sono i figli e per loro si finge e si tira avanti e come sempre tutto dipende dalle persone e dalle situazioni: se la coppia è formata da persone serie, che hanno saputo sostituire l'amore con il rispetto e la stima è tutto più facile... (scelta che ammiro molto e condivido ma solo se si è sicuri di reggere la situazione, altrimenti anche per i figli è meglio un ponderato e ragionato taglio netto)
 
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Apart

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Quello che mi interessava, era sapere come l'avete vissuta.A tutti noi, é capitato di ritrovarsi a vivere periodi di solitudine.
Per nostra scelta o per scelta di altri.Si può essere soli anche in coppia però:quanti matrimoni si reggono in piedi solo sulla finzione?
La si può vivere serenamente alla fine di una relazione sentimentale, per creare quel distacco necessario,per disintossicarci dagli eventi negativi
vissuti con la persona che abbiamo lasciato o che ci ha lasciati.Per esempio,mi succede che amici mi scrivono:"sono single ora, ma non cerco,se capita però.."
E' una contraddizione:"non cerco,se capita però" vuol dire che non stai bene nella condizione di single,e che non hai abbastanza coraggio?
Si aspetta che capìti,che siano altri a prendere l'iniziativa.Perché delegare ad altri il nostro destino?

E' che non c'è più un atteggiamento egoistico nella ricerca dell'altro. La mancanza spinge a cercare l'altro soltanto in funzione del tuo desiderio, vuole afferrare, ti fa credere che la conquista dell'altro dipende soltanto da te. Dunque vien da dire "cerco...".
Con la sensazione di sentirsi bene e appagati nonostante tutto, non si è preda del desiderio di trovare l'altro, si è svincolati dalla ricerca affannosa dell'altro. Ciò non vuol dire che non si cerca l'altro. Si attende e si spera che l'altro arriverà, ma non si cerca, nel senso che si cerca diversamente. L'altro arriverà se dovrà arrivare, ciò non dipenderà da me ma anche dall'altro, dal destino, da una serie di circostanze. Dunque vien da dire: "non cerco, se capita però...".
Sono due, dei tanti atteggiamenti mentali che fanno comprendere modi diversi di cercare e di vivere la vita. Penso di poterli interpretare così.

Per quanto riguarda la solitudine, dipende sempre dal senso che ha per una persona. La solitudine può diventare una prigione: ci si sente soli, ci si sente tristi, si sta male, la solitudine è come un'imposizione che si è costretti a subire.
Ma può diventare anche un rifugio, scelto e voluto: momento di silenzio, di pace, di intimità, di riflessione, di ricerca e di conoscenza di sè. Io vivo molto di più la solitudine nel secondo modo, spesso la cerco, come per staccarmi dal resto del mondo per un momento. Eppure in passato ho vissuto anche la prima.
 
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G

giovaneholden

Guest
Interessante argomento Zan,che si presta a una moltitudine di riflessioni. Secondo me,è fondamentale come l'individuo vive la cosa,come una coercizione,subendola,o come un arricchimento,che può magari partire da una situazione negativa,ma viene sublimata fino a farla diventare qualcosa di positivo. Ciò dipende molto dall'indole della persona stessa,c'è chi si lascia abbattere ed entra in una spirale negativa dalla quale risulta difficile uscire. Sicuramente una società come quella che descrivi tu,che potrebbe sembrare soffocante a uno di indole un po' solitaria,in questi casi diventa una bella valvola di sfogo,l'essere circondati da amici e parenti affettuosi aiuta senza dubbio. In Italia,tranne forse che nei piccoli centri,ormai si è perso questo plusvalore. Concludendo direi che una linea di condotta virtuosa,condivisibile in linea teorica,si scontra con l'individualità e l'unicità della singola persona,la quale per i motivi più vari potrebbe non riuscire o non volere seguire.
 

SALLY

New member
Io ad un certo punto della vita l'ho proprio cercata....ho avuto una vita affollata,anche troppo,per il mio carattere di figlia unica individualista :mrgreen:
Devo dire,comunque, che l'ho subita anch'io...ma sempre quando avevo un compagno,da single mai,sono una persona creativa,non conosco la noia...e la gente mi affatica,mi leva le energie...ero una persona disponibile,finchè mi sono accorta che c'è una specie di vampirismo in giro...non lo fanno apposta,ma tutti hanno sempre bisogno di qualcosa,genitori,figli,amici,compagni...involontariamente nessuno tiene conto del tempo dell'altro,delle voglie dell'altro...ed io pian piano ho lavorato per essere finalmente sola,libera ed indipendente...almeno per quel che ci è concesso esserlo.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Secondo me la solitudine deriva da una paura, più o meno consapevole, di confrontarsi con gli altri, di vivere con gli altri, di mettersi in gioco. Un modo per scappare dalla molteplicità del reale che non sempre sappiamo come affrontare, o pensiamo di affrontare male. Un bel modo per chiudersi in se stessi e non vivere a pieno quello che la vita ci offre! :wink:
 

elisabè

New member
<Certo se uno si chiude in casa difficilmente troverà l'amore (perché, fuor di metafora, è di questo che si parla) ma anche andarne in cerca... >

io non credo che si parli solo di amore.. a volte la solitudine è una brutta abitudine che le persone si portano dietro per nascondere qualcosa del loro essere, una sorta di rifugio, per evitare di dare spiegazioni o giustificarsi..
io sono una persona molto socievole, esco, mi diverto, ho un fidanzato..ma se la solitudine laporti dentro di te non cu puoi fare niente, e nessuno può aiutarti a superarla..
il mio meraviglioso compagno però la spartisce con me..in solitudine..e allora fosre si: parliamo d'amore!!!
 

Yamanaka

Space's Skeleton
A me sembra il contrario, cioè che genericamente è molto più facile fuggire in società e nei suoi riti, più o meno effimeri e più o meno vuoti, piuttosto che nella propria autentica interiorità. Non a caso parli di giustificarsi e dare spiegazioni, ma queste a chi vanno date? E' molto facile sfuggire nella facile trappola del riconoscimento sociale reciproco proprio delle società di massa in cui viviamo, e quindi evadere dalla vera ricerca di sè. E' facile raccontarsela, è vero, però la solitudine di per sè non è una fuga, al contrario, anche perchè saper stare soli con se stessi è una ottima qualità anche per i rapporti sociali e individuali con gli altri.
 

zanblue

Active member
... la solitudine di per sè non è una fuga, al contrario, anche perchè saper stare soli con se stessi è una ottima qualità anche per i rapporti sociali e individuali con gli altri.

Riuscire a vivere in totale armonia sia da soli che con gli altri,questo secondo me é un vero traguardo.
Personalmente,conosco molto bene la solitudine: potrei scriverne un "manuale per l'uso corretto".
All'inizio la vivevo male,poi ho iniziato a cambiare idea.Facevo un lavoro con un alto tasso di stress,lavoravo troppo,quindi
per la vita sociale rimaneva pochissimo spazio.Un giorno ho capito che quella rabbia dentro non mi faceva affatto bene.Ho iniziato
a uscire più spesso da sola,rispettando i miei ritmi e i miei spazi,andavo a vedere mostre,al cinema,ho fatto viaggi da sola,ma conoscevo sempre
molte persone.Non era triste,era appagante scoprire che la mia serenità non dipendeva più da niente e da nessuno
 

darida

Well-known member
Io alla mi eta' devo dire di non sapere cosa sia la solitudine e devo anche riconoscere che il solo pensiero mi spaventa un po'...non ho esperienza; nello stesso tempo sono una persona socievole che ama la solitudine tra pochi intimi, niente folle per me :)
 

Mizar

Alfaheimr
".In Italia la solitudine imperversa.Perché,secondo voi?
?
Perché non hai maivissuto a Napoli...


L'unica solitudine apprezzabile ed accettabile, per me, è quella che si consuma davanti ad un libro.
Per il resto, tutta fuffa e pippe mentali: l'uomo è un animale sociale
 

Apart

New member
Riuscire a vivere in totale armonia sia da soli che con gli altri,questo secondo me é un vero traguardo.
Personalmente,conosco molto bene la solitudine: potrei scriverne un "manuale per l'uso corretto".
All'inizio la vivevo male,poi ho iniziato a cambiare idea.Facevo un lavoro con un alto tasso di stress,lavoravo troppo,quindi
per la vita sociale rimaneva pochissimo spazio.Un giorno ho capito che quella rabbia dentro non mi faceva affatto bene.Ho iniziato
a uscire più spesso da sola,rispettando i miei ritmi e i miei spazi,andavo a vedere mostre,al cinema,ho fatto viaggi da sola,ma conoscevo sempre
molte persone.Non era triste,era appagante scoprire che la mia serenità non dipendeva più da niente e da nessuno

Lì era in gioco l'armonia con se stessi. Una volta che ci si sente bene anche la solitudine cambia forma. Anche a me è successo lo stesso, Zan. Ora cerco la compagnia, come cerco anche la solitudine. :)
 

zanblue

Active member
Perché non hai maivissuto a Napoli...


L'unica solitudine apprezzabile ed accettabile, per me, è quella che si consuma davanti ad un libro.
Per il resto, tutta fuffa e pippe mentali: l'uomo è un animale sociale

Hai ragione,forse perché non ho mai vissuto a Napoli.
Ho rimediato ora:sono una "meridionale" del Medio Oriente e anche qui,le persone del sud sono moooolto più socievoli.
Per quanto riguarda la tua affermazione "l'uomo é un'animale sociale",vale per molti ma non per tutti,ovviamente.
Quello che non capisco, e che mi fa tristezza vedere,sono certe persone, che evadono dalla propia vita e preferiscono chiudersi in totale solitudine.
Sono del parere che il mondo é la fuori,che va vissuto,affrontato,combattuto se capita...ma deporre le armi arrendendosi ad un'isolamento no!
 

darida

Well-known member
Hai ragione,forse perché non ho mai vissuto a Napoli.
Ho rimediato ora:sono una "meridionale" del Medio Oriente e anche qui,le persone del sud sono moooolto più socievoli.
Per quanto riguarda la tua affermazione "l'uomo é un'animale sociale",vale per molti ma non per tutti,ovviamente.
Quello che non capisco, e che mi fa tristezza vedere,sono certe persone, che evadono dalla propia vita e preferiscono chiudersi in totale solitudine.
Sono del parere che il mondo é la fuori,che va vissuto,affrontato,combattuto se capita...ma deporre le armi arrendendosi ad un'isolamento no!

Be', chiudersi in totale solitudine direi che indica piu' una patologia che un bisogno, non credo procuri benessere nemmeno a chi sceglie di farlo...sempre che scelga, mmh la cosa si complica :BLABLA
credo anch'io che l'uomo sia un animale sociale e che al massimo possa scegliere il grado di socialita' nel quale esprimersi :) :wink:
 

Yamanaka

Space's Skeleton
La socialità non è esclusa dalla solitudine, anzi, una socialità di buon livello è in grado di discriminare, e per discriminare bene bisogna prima di tutto conoscere molto bene sè stessi.
Per uscire dal gioco di maschere della società mirata al semplice funzionalismo e al reciproco riconoscimento (basato sulla reciproca nullità, nella maggior parte dei casi) e per poter avere dei rapporti davveri profondi e fruttiferi con l'altro bisogna in primis aver coltivato se stessi. Se non sei niente, come puoi dare? Se non sei in grado di capire e cogliere, come puoi accogliere e ricevere l'altro così com'è?
 

maurizio mos

New member
Mi pareva di aver capito che la discussione sollecitata da Zan riguardasse le nostre esperienze personali di solitudine, voluta o meno, e come l'abbiamo (o non l'abbiamo) affrontata (tra l'altro ho risposto in questi termini).

Mi accorgo invece che spaziamo ora nei massimi sistemi e mi viene spontanea la domanda: cos'è la solitudine?

Cioè, le varie risposte hanno spaziato dal personale alle citazioni, dai vari aspetti della società e dal nostro inserimento in essa a le caratteristiche sociali che limitano o amplificano la solitudine, taluno sembrava escludere il fattore "amore" dal contesto salvo poi reinserirlo, altri si sono spesi su ricette per affrontarla (mi è piaciuta molto Zan quando ci ha fatto presente che là fuori c'è un mondo da vivere)... ma nessuno ha detto "cos'è" quello di cui si parla: proviamo a dare una definizione di solitudine?
 
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