Scerbanenco, Giorgio - La mia ragazza di Magdalena

mame

The Fool on the Hill
Un gangster in fuga dal boss torna all’infanzia, ai suoi luoghi (il paesino di Magdalena nel Nuovo Messico), ai suoi ricordi, al suo primo, unico grande amore, Maddalena detta Zuñita. Tenta di ricostruire una vita onesta, ma il mondo circostante non glielo permette, e la fuga ricomincia, ma con sensazioni diverse nel cuore e nell’animo.

Davvero bella questa storia di criminali e innamorati. Molto anni Venti, molto alcaponesca. Ma anche molto cinematografica. I personaggi sono come gli eroi del cinema, che anche dopo botte da orbi che stenderebbero ogni comune essere umano, si rialzano e continuano la loro strada, pesti, sordi, ciechi e mezzo sciancati. Ci sono tutti gli elementi da cinema: il gangster, la pupa del gangster, la redenzione, e l’amore vero, cieco, immortale, che alla fine colma di felicità nonostante la fuga, i cattivi e il male che forse un giorno trionferà sul bene.

Una comunicazione di servizio per la redazione Sellerio: sta', va', ecc. con valore di imperativo si scrivono con l'apostrofo.
 
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elesupertramp

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Beh, Scerbanenco e' una garanzia!Poi Scerbanenco e Messico sebbene Nuovo..mi inviti a nozze! Dritto in wishlist!
 

darida

Well-known member
Sono tentata anch'io, Scerbanenco l'ho scoperto da poco con La Milano nera
la raccolta di tutti i quattro romanzi con protagonista Duca Lamberti, piaciuti tutti, uno meglio dell'altro :)

e aggiungiamo alla lista anche questo...
 

maurizio mos

New member
Personalmente lo trovo uno dei meno riusciti di Scerbanenco: troppi richiami all'hard boiled (peraltro S. ha scritto racconti ambientati degli USA - Boston mi pare, forse sulle tracce di Ben Benson - inventando un detective/archivista) e ai film anni "40 con Bogart gangster sulla via della perdizione e del drammatico riscatto finale. Lo preferisco molto di più nella "sua" Milano che pochi, dopo di lui, hanno saputo cantare, la Milano del Cerrutti Gino e del delinquente di mezza tacca che ha buttato giù l'Armando. Lì c'è veramente l'originalità dell'autore, fondatore del giallo "d'ambiente" italiano
 

elesupertramp

Active member
Personalmente lo trovo uno dei meno riusciti di Scerbanenco: troppi richiami all'hard boiled (peraltro S. ha scritto racconti ambientati degli USA - Boston mi pare, forse sulle tracce di Ben Benson - inventando un detective/archivista) e ai film anni "40 con Bogart gangster sulla via della perdizione e del drammatico riscatto finale. Lo preferisco molto di più nella "sua" Milano che pochi, dopo di lui, hanno saputo cantare, la Milano del Cerrutti Gino e del delinquente di mezza tacca che ha buttato giù l'Armando. Lì c'è veramente l'originalità dell'autore, fondatore del giallo "d'ambiente" italiano

Anche io lo preferisco nella sua nebbiosa Milano, ma non si può negare che Scerba, che io trovo “unto dal Signore della Felicità della Narrazione”, si muova a suo agio anche in paesi oltre-oceanici, che riesce a descrivere come se ci fosse nato o li avesse almeno visitati.
E invece la sua forza narrativa è tale che riesce a rendere reale l’ambientazione in un luogo in cui non è mai stato anche solo avendolo visto nei film western.
Superfluo dire che mi è piaciuto moltissimo.
 
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