Moravia, Alberto - La ciociara

"Adesso lui mi stava sopra; e io mi dibattevo con le mani e con le gambe; e lui sempre mi teneva fissa la testa a terra contro il pavimento, tirandomi i capelli con una mano; e intanto sentivo che con l'altra andava alla veste e me la tirava su verso la pancia e poi andava tra le gambe; e tutto ad un tratto gridai di nuovo ma di dolore; perché lui mi aveva acchiappato per il pelo con la stessa forza con la quale mi tirava per i capelli per tenermi ferma la testa"

Strano che nessuno abbia recensito questo libro di Moravia. Senza dubbio Moravia è uno dei più grandi romanzieri del '900 italiano. La storia di Cesira, che nell'immaginario collettivo ha le sembianze di una splendida giovane Loren, è comune a quella di moltissime donne della ciociarìa. La fuga, la violenza, il ritorno alla "normalità".
Da sempre nelle guerre ci si accanisce contro la parte più debole della popolazione. Algerini e marocchini hanno avuto il "merito" di lasciarle in vita e non le hanno uccise dopo averle stuprate come fecero i piemontesi durante l'invasione del Sud.

Scritto benissimo, si legge senza difficoltà alcuna, ci si ferma solo a far rallentare il cuore quando si leggono alcune scene.
Questo libro, sebbene sia un romanzo, ha il merito di averci fatto conoscere un altro lato della liberazione. In fondo tedeschi o americani o francesi, cambiava il padrone, ma i poveri cristi eravamo sempre noi.
 
Quando un libro ti invoglia a leggerne un altro

Ho letto "La ciociara" dopo aver letto Terroni.

"Maria Izzo forse era la più bella, perché erano tanti a volerla, fra i fratelli d'Italia
con libertà di stupro. Ma c'era del lavoro da fare in quel paese («Che non ne resti
pietra su pietra» era l'ordine). Così, forse per guadagnare tempo, la legarono nuda a un
albero, con le gambe alzate e aperte. Finché uno la finì, affondandole la baionetta
nella pancia.
Concetta Biondi, invece, dopo lo stupro, fu spenta con una pallottola in fronte: era
adolescente. Sua madre Rosa era stata violentata e sbudellata sotto i suoi occhi. Pure i
marocchini al seguito delle truppe francesi stuprarono, durante l'ultima guerra
mondiale (visto Sophia Loren e "figlia", ne La ciociara?); liberatori anche loro, ma
barbari e stranieri. Forse per questo non ammazzavano le donne, dopo averle usate.
Maria Ciaburri dicono fosse a letto, col marito Giuseppe. Le saltarono addosso,
dinanzi a lui. Poi li uccisero: prima l'uomo; lei dopo, quando se ne stancarono
"

da Terroni di Pino Aprile

L'eccidio di Pontelandolfo e Casalduni perpetrato dai piemontesi.
 

mame

The Fool on the Hill
Mi sembra che in questa discussione si sia data eccessiva importanza a UN solo episodio del libro che occupa sì e no tre paginette. E credo che in generale l'interesse per questo libro scaturisca dal desiderio morboso di arrivare a quelle tre paginette. Niente di più riduttivo. Questo libro è molto di più di quelle tre paginette. Racconta la guerra, quella di una donna più o meno abbiente, che si ritrova a lasciare le sue certezze per scappare tra le montagne e tra gli sfollati, perché le città venivano bombardate e le campagne quasi no. E' la guerra della fame, che non lascia scampo, perché i soldi non servono a niente quando molto semplicemente il cibo non c'è. E se non c'è non puoi crearlo. Ti resta solo la fame, ti restano solo quei quattro stracci che hai addosso e che non bastano contro il freddo dell'inverno. E' una vita di paura, dei colpi di cannone, delle mitragliatrici, delle deportazioni. E non c'è più morale o rispetto che tenga. Si può essere ladri perché si è in guerra, perché si è assolti dal fatto che rubano tutti. Quelle tre paginette di stupro sono soltanto una delle tante violazioni della dignità umana rasa al suolo più delle città sotto i bombardamenti. Vale la pena di leggere questo libro per conoscere la guerra che hanno visto i nostri nonni e i nostri padri, non per quelle tre paginette.
 
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