Tanizaki, Jun’ichiro - Pianto di sirena e altri racconti

Lollina

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Jun’ichiro Tanizaki (1886-1965), nei suoi racconti di esordio (siamo tra il 1910 e il 1917) realizza una mirabile sintesi tra le poetiche decadenti europee (Wilde, Poe), intrise di un culto raffinato per la bellezza e di un profondo senso del mistero, e un’innata capacità di indagare i più riposti recessi della psiche, a cui si aggiunge l’attrazione/paura della carne proveniente dalle sue radici culturali.
Ne nascono situazioni e personaggi caratterizzati da una sensualità languida e perversa, che oscilla tra un sadismo che fa della sofferenza arte (“Il tatuaggio”) e un masochismo che trae voluttà dal rendersi vittima della più raffinata crudeltà (“Kirin”) o dal conformarsi ai desideri altrui (“Buffone di professione”). La bellezza femminile, sensuale, perversa e crudele, si esprime attraverso la dominazione, anche quando essa rappresenta l’alter ego del protagonista nel gioco del travestimento (“Il segreto”).
Altre volte la donna è solo un medium, un “animale guida” nel bosco intricato dove convivono bene e male, bellezza e orrore, innocenza e perdizione: il Parco di “Il prestigiatore”. Il pellegrinaggio del protagonista e della sua compagna culmina al cospetto del mago, un androgino in cui bellezza (femminile) e forza (virile) appaiono finalmente risolti in unità. Davanti al suo fascino conturbante e soggiogati dalle sue parole, i protagonisti si lasciano andare alla danza sfrenata del satiro, in cui la perdita delle fattezze umane mediante la metamorfosi rappresenta la conquista della totalità e pienezza esistenziale.
Nel racconto che da il titolo alla raccolta, l’incontro tra Oriente e Occidente nella città frontiera di Nanchino genera un’atmosfera bizantina, lussuosa e lussuriosa, e l’omaggio (per noi straniante) dell’oriente alla nostra Europa “culla di civiltà”. L’incontro tra i due mondi, tanto agognato dal giovane ricco, vizioso e annoiato che ne è il protagonista, avviene attraverso l’apparizione della sirena (di cui un misterioso mercante olandese si disfa con dolore), ambigua sintesi di pura bellezza e sotterranea crudeltà, candida fanciulla e gelido serpente d’acqua, ardente passione e sovrana indifferenza. Il suo ultimo guizzo fuori dalle acque del mare lascia appena intravedere l’esistenza di un mistero insondabile, alla ricerca del quale il protagonista compirà, verso l’Europa, quel viaggio di ricerca che tanti giovani europei, decenni dopo, ripercorreranno a ritroso.
 
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claki

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Jun’ichiro Tanizaki (1886-1965), nei suoi racconti di esordio (siamo tra il 1910 e il 1917) realizza una mirabile sintesi tra le poetiche decadenti europee (Wilde, Poe), intrise di un culto raffinato per la bellezza e di un profondo senso del mistero, e un’innata capacità di indagare i più riposti recessi della psiche, a cui si aggiunge l’attrazione/paura della carne proveniente dalle sue radici culturali.
Ne nascono situazioni e personaggi caratterizzati da una sensualità languida e perversa, che oscilla tra un sadismo che fa della sofferenza arte (“Il tatuaggio”) e un masochismo che trae voluttà dal rendersi vittima della più raffinata crudeltà (“Kirin”) o dal conformarsi ai desideri altrui (“Buffone di professione”). La bellezza femminile, sensuale, perversa e crudele, si esprime attraverso la dominazione, anche quando essa rappresenta l’alter ego del protagonista nel gioco del travestimento (“Il segreto”).
Altre volte la donna è solo un medium, un “animale guida” nel bosco intricato dove convivono bene e male, bellezza e orrore, innocenza e perdizione: il Parco di “Il prestigiatore”. Il pellegrinaggio del protagonista e della sua compagna culmina al cospetto del mago, un androgino in cui bellezza (femminile) e forza (virile) appaiono finalmente risolti in unità. Davanti al suo fascino conturbante e soggiogati dalle sue parole, i protagonisti si lasciano andare alla danza sfrenata del satiro, in cui la perdita delle fattezze umane mediante la metamorfosi rappresenta la conquista della totalità e pienezza esistenziale.
Nel racconto che da il titolo alla raccolta, l’incontro tra Oriente e Occidente nella città frontiera di Nanchino genera un’atmosfera bizantina, lussuosa e lussuriosa, e l’omaggio (per noi straniante) dell’oriente alla nostra Europa “culla di civiltà”. L’incontro tra i due mondi, tanto agognato dal giovane ricco, vizioso e annoiato che ne è il protagonista, avviene attraverso l’apparizione della sirena (di cui un misterioso mercante olandese si disfa con dolore), ambigua sintesi di pura bellezza e sotterranea crudeltà, candida fanciulla e gelido serpente d’acqua, ardente passione e sovrana indifferenza. Il suo ultimo guizzo fuori dalle acque del mare lascia appena intravedere l’esistenza di un mistero insondabile, alla ricerca del quale il protagonista compirà, verso l’Europa, quel viaggio di ricerca che tanti giovani europei, decenni dopo, ripercorreranno a ritroso.

Come ti è sembrato? Piaciuto? Io non ho mai letto nulla di lui, ma mi incuriosisce moltissimo cm scrittore....
 
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