44° Minigruppo - La cognizione del dolore di Gadda

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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io e francesca abbiamo deciso di imbarcarci in quest'avventura.
Da parte mia ho già provato a leggerlo anni fa,ma poi l'ho abbandonato.
Stavolta invece voglio portarlo a termine (speriamo!)...l'unione fa la forza :wink:.
Se c'è qualche altro passeggero si faccia avanti...il biglietto è gratis :MUCCA.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
L'edizione che sto leggendo è quella dei Superpocket del 2005.
Ho letto appena 5 pagine e già mi sono persa :mrgreen:.
Ho notato che ha uno stile di scrittura arduo,piuttosto difficile da capire :boh:.
Facendo ricerche ho scoperto che l'autore usava dialetti,parole tecniche e parole inventate da lui,si parla infatti di "sperimentalismo gaddiano".
Questo romanzo è un mix di autobiografia e libertà stilistica.Speriamo bene!

@ francesca: anche per te è il primo approccio con Gadda?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Minerva te lo devo dire, Gadda è arduo assai :MUCCAio ci provo spesso ma mi devo sempre arrendere, ero tentata di aggregarmi ma ho voglia di leggerezza, non è detto però che tu non possa ingranare la marcia giusta :wink:
 
G

giovaneholden

Guest
Minerva,la prosa Gaddiana è assai complicata,il libro è qui che mi guarda ma non so se riesco a iniziare pure questo ne ho aperti troppi di libri,ma lascio aperto lo spiraglio se posso... :mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Anche io in realtà ho bisogno di leggerezza,ma ho pure voglia di sfidare me stessa....spero solo di non venire subito sconfitta :paura:.
Nei prossimi giorni saprò dire se è il caso di continuare o lasciare perdere definitivamente.
 

francesca

Well-known member
Eccomi!!!!
Mamma mia però, ho letto questi primi commenti e mi sto già spaventando.
Tanti anni fa ho provato a leggere Quel pasticciaccio brutto di via merulana,
ma ho rinunciato alla prima pagina.
Poi non ho mai considerato Gadda un autore per me.
Ma questa Cognizione del dolore mi ha incuriosito, così quando Minerva ha proposto di leggerlo ho pensato di approfittarne.
Questo per dire che sono assolutamente digiuna.
Ho preso il libro in biblioteca, nell'edizione dell'Einaudi con delle note che sono anche più difficili e cervellotiche del testo. E sono una marea, quindi ho rinunciato a leggerle, tranne le cose che proprio non riesco a capire.
L'impatto è stato duro, ma devo dire che è difficile che mi spaventi al primo impatto, perchè ho scoperto che per me è spesso così, devo entrare nel linguaggio e nella trama. E' come saggiare la temperatura dell'acqua prima di entrare a fare il bagno.
Insomma a me per ora non dispiace.
Per ora lo sto trovando molto ironico; lo stile è complicato, è vero, pieno di parole inusuali che più che appesantire lo rendeno originale.
Non è quindi un'ironia leggera e facile, tutt'altro, ma insomma mi incuriosisce e ho voglia di proseguire.
La cripticità dello stile, la trama fantastica ma così ancorata a tanti aspetti della realtà, mi ricordano per certi versi Landolfi e Manganelli, che sono autori che adoro.

Diciamo che per ora dopo il tuffo iniziale, mi sento di avere un bello slancio.
Io vado, Minerva non mi abbandonare

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Più leggo e più non ci capisco nulla.Però voglio continuare...sono masochista,lo so :mrgreen: !
Nel racconto sono appena comparse 3 figure di donne che con le loro descrizioni hanno saputo strapparmi un sorriso:
la lavandaia Peppa,la pescivendola Beppina e la moglie del becchino,Pina.

Riporto la frase (all'inizio della mia edizione) che mi ha incuriosito e fatto venire voglia di leggerlo:
Gonzalo Pirobutirro è un misantropo affetto da un male oscuro tra le cui molteplici manifestazioni spicca un odio feroce nei confronti dell' "imbecillagine generale del mondo".
 

francesca

Well-known member
Guarda anch'io per ora non ci sto capendo un granchè.
Ma sono fiduciosa.
La descrizione delle tre figure femminili ha divertito anche me.
Ne ho incontrate tante di frasi che mi hanno colpito, ho deciso di iniziare a trascriverne un po'.
La lettura è lenta, perchè spesso devo rileggere una frase più volte prima di capirla.
Ma comunque mi piace, mi piace.
Per ora non mi sono smontata.

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Questo Gonzalo me lo immaginavo un personaggio positivo,invece mi sa che è solo un gran furbone e per giunta pure viziato :wink: !
Non gli perdono di aver fatto precipitare il gatto più volte fino a farlo morire...con occhi velati d'una irrevocabile tristezza,immalinconito da quell'oltraggio.Poichè ogni oltraggio è morte.
Povera figlia del dottore -una delle 5- (prole che l'Ufficio Leva del Prado aveva sistematicamente negletto,essendo femmine,cinque) se il padre riuscirà a fargliela sposare.

Ho appena terminato il I capitolo,ma tutta la storia delle case con i parafulmini mi ha alquanto incasinata :??.

Divertente la ricetta del piccione ripieno in maniera esagerata come se l'uccello,una volta arrostito,avesse acquistato dei visceri più confacenti alla sua nuova situazione di pollo arrosto,ma più piccolo e grasso,del pollo,perchè era invece un piccione.

Posso dire che dal titolo "La cognizione del dolore" mi immaginavo una storia completamente diversa,più filosofica e riflessiva....però leggerla insieme mi è di aiuto,mi sprona a continuare.
 

francesca

Well-known member
non so se ti sprona
perchè io sono più indietro
te l'avevo detto che ero lenta.
A me la storia dei parafulmini mi è piaciuta, l'ho trovata divertente.

Anch'io per ora ho avuto la tua stessa impressione riguardo al titolo. Mi immaginavo un po' più di cupezza e tristezza, per ora ci sono cose assurde, tutte abbastanza divertenti.
Dov'è questo dolore?
Lo troveremo avanti?

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Per me rallentare non è un problema. Dimmi tu quando finisci il I capitolo così iniziamo insieme il II.
Se continua così sul divertente va pure bene,spero solo che più avanti il linguaggio diventi più comprensibile.

La storia dei parafulmini dovrei rileggerla in effetti...a proposito,ieri pomeriggio qui è caduto un fulmine talmente forte che mi ha fatto pensare al libro.
Se ho capito bene,però,avere un parafulmine non ti mette al riparo dai fulmini :??...
Non credo che oggi le case abbiano più i parafulmini.Ma so che la chiesa del mio paese ce l'ha,perchè un anno fa ne attirò uno bello forte.
 

francesca

Well-known member
Beh, Minerva se pensi di potermi aspettare alla fine del I capitolo...
meglio

ma senza impegno
se vuoi preseguire fai pure

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Riflettevo:
non amo particolarmente le descrizioni (paesaggistiche e simili),preferisco immedesimarmi in uno o più personaggi,nella loro personalità.
Qui non ci sono ancora riuscita...sarà anche per questo che non riesco ad appassionarmi più di tanto alla storia :boh:.
Però mi aspetto un cambiamento e sono curiosa di continuare a leggere :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Sto vivendo una situazione personale molto particolare,assolutamente spiacevole e che non accetto,quindi mi sono resa conto che qualsiasi lettura io intraprenda al momento per me sarà sempre poco appassionante e interessante.
Per questo motivo ho deciso di leggere questo libro così impegnativo.

A partire dal II capitolo ho deciso di segnare alcune parole che non conosco e di trovare il loro significato.
 

francesca

Well-known member
Beh, minerva mi dispiace saperti in una situazione del genere.
La lettura può essere un buon modo per cercare di evadere dalla realtà, per prendersi una pausa, e a volte ci dà spunti inimmaginabili.
E anche se in certe occasioni costa un po' di sforzo entrare in un mondo diverso, proposto da un libro, di solito ripaga.

Tornando al libro, ho finito il I capitolo.
Hai ragione nel dire che non c'è un personaggio finora in cui immedesimarsi, ma questo per me non è necessariamente un aspetto negativo. Non sempre cerco questo di tipo di esperienza nella lettura. A me piace proprio leggere storie. Ci sono poi personaggi che sento più o meno reali, in cui mi ci ritrovo più o meno, ma per me i personaggi dei libri sono come le persone vere: sono altro da me, non mi devono per forza somigliare, posso provare empatia, posso riconoscermi in certe cose, e, essendo un libro, non è detto nemmeno che devono essere per forza verosimili.

Dunque alla fine del I capitolo abbiamo conosciuto una serie di personaggi tutti abbastanza sopra le righe, da Pedro, alle varie Beppe e Beppine, al dottore e infine Gonzago.
Leggendo le note, ma anche per riminiscenze lontane degli studi del liceo, mi sembra di ravvisare in certe descrizioni e in un certo stile un rimando al Manzoni.
I personaggi come Pedro e Gonzago non sono solo descritti direttamente, ma attraverso quello che altri dicono di loro, attraverso le dicerie che circolano sul loro conto, che sono però sempre dubbie, perchè l'autore le riporta sempre con note che fanno pensare che altri dicono e pensano esattamente il contrario.
Per esempio, Gonzago ci viene presentato attraverso quello che si racconta di lui mentre il dottore raggiunge casa sua insieme a Josè. E in questa camminata il personaggio si delinea in un certo modo, ma i pensieri del dottore fanno intendere che sono esagerazioni, che non è così....
A questo punto come sarà veramente questo Gonzago?
Sarà verò che buttava i gatti dal tetto?
Sarà vero che vessa la povera mamma? o saranno solo le solite gridate che gli uomini fanno alle donne?
Non ci resta che conoscerlo di persona.

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Come ho anticipato,mi sono segnata alcune parole di cui non conoscevo il significato:
usmato = annusato
bigatti = bachi da seta
croconsuelo = formaggio tipico del Maradagal,simile al gorgonzola
marocchi = non ho trovato il significato,ma visto che viene citata insieme a ciottoloni,sarà un tipo di pietra :??.
Ce ne sarebbero tante altre da segnare,troppe in realtà,perciò mi limiterò ad alcune.

Poi girando in rete ho trovato questo vocabolario maradagalese-italiano:
Maradagalese-Italiano - Carlo Emilio Gadda
E ho trovato anche uno studio sul suo linguaggio,ma era ancora più complicato del linguaggio stesso :mrgreen:.

Ho finito il II capitolo in cui Gonzalo è ancora "raccontato" dalla domestica al dottore che si è recato da lui per visitarlo.
Per conoscerlo in prima persona mi sa che dobbiamo aspettare il III capitolo.
 

francesca

Well-known member
io l'ho conosciuto, ieri sera
all'inizio del III capitolo...
non ti anticiperò niente però.

Ma il tuo libro non ha note?
Il mio ne ha un caterva, per lo più incomprensibili, però le parole che hai messo erano spiegate.
Io comunque cerco di leggerne poche se posso, perchè mi interrompe troppo il filo del discorso.
Però inizio a capire chi dice che questo libro va letto minimo due volte di seguito.

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
La mia edizione è l'economica Superpocket ... quindi niente note :W.

Ho letto anche io qualche pagina del III capitolo e ho segnato queste parole:
goriello = fossato (usato anche da Montale)
crepidine = basamento,gradino
recipe = ricetta (in questo caso medica) -deriva dall'inglese-

Come al solito ne ho trovate anche altre,soprattutto mi sono imbattuta in un brano con tante parole che non conoscevo,ma non ce l'ho fatta a trascriverle tutte.

Ecco anche un paio di citazioni:

Gli occhi parevano desiderare e nello stesso tempo respingere ogni parola di conforto.

Ma l'ora con l'oro in bocca finì d'esasperare quel malato indietreggiante che ogni più cordiale annuncio di felicità pareva mettere in un inspiegabile allarme.
 
Ultima modifica:
G

giovaneholden

Guest
Grazie Minerva di aver postato questo vademecum gaddiano,molto utile! :) Alcune parole,mutuate dal lombardo sono per noi più facili da intuire,ma altre sono pure invenzioni!
 

francesca

Well-known member
ecco a proposito di crepidine,
volevo proprio postare questa frase:
Dalla finestra la luce della campagna; screziata di quella infinita crepidine

Ecco, così, senza sapere cosa voleva dire crepidine, senza nemmeno chiedermelo, io ho sentito questa frase, l'ho sentita e me la sono spiegata dentro di me.
Non so cosa volesse dire esattamente Gadda, cosa stesse descrivendo, non l'ho capito ad un livello razionale, ma nell'anima.
Dalla stanza, dal letto immacolato, dalla visita accurata del paziente, l'anima si espande oltre la finestra in quella luce screziata, crepitante, assordante, intensa, quasi dolorosa...
In alcuni caso leggo le note, e la nota per crepidine riporta "basamento del valore di 'crepitio'". Ma a volte, spesso vado oltre, quello che sento mi basta.
Non so se riesco a spiegarmi, ma io questo libro lo sto leggendo così.
Il più delle volte afferrandone il senso senza capire il significato e senza nemmeno stare a chiedermi se è quello giusto o no.
E' un'esperienza unica che non mi è mai capitata in nessun altra lettura e mi affascina.
E' come se stessi leggendo una poesia, non una prosa.
E' faticoso l'ammetto, ma incredibilmente appagante.

Francesca
 
Stato
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