Olivi, Fred J. - Nagasaki per scelta o per forza

Pinocef

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Marzo 2011. In questi giorni il Giappone è di nuovo in guerra, ma questa volta la lotta sembra impari, il nemico da combattere in realtà non lo si può sconfiggere: è la natura. E mentre ci si chiede se i nuovi eroi giapponesi, i nuovi kamikaze, riusciranno, seppur sacrificando le proprie vite, a salvare la popolazione raffreddando la centrale nucleare di Fukushima diventata ad alto rischio dopo il terribile terremoto e l’ancor di più maremoto che hanno messo in ginocchio il Giappone, si riflette sullo scherzo del destino che vuole proprio il Paese del Sol Levante,a distanza di quasi 70 anni, di nuovo sull’orlo del disastro nucleare. La memoria torna quindi a quei giorni di agosto del 1945, a Hiroshima e Nagasaki, alle due bombe atomiche, ai morti, alla distruzione, alla fine della guerra, alle successive sofferenze e alla domanda: ma erano davvero indispensabili? Fred Olivi nella sua autobiografia cerca di rispondere anche a questo, ma lo fa a modo suo, e la sua è la risposta scontata di un militare che combatte in prima linea. Ma non è sicuramente da ricordare per questo il suo libro. Nagasaki per scelta o per forza è l’onesto, appassionato, dettagliato racconto, ricco anche di documentazioni e foto di una certa rilevanza, della sua vita da italo-americano e di tutta la storia del 509° gruppo composito: la preparazione negli USA, l’arrivo nell’isola di Tinian, gli aerei e i particolari delle due missioni su Hiroshima e Nagasaki. Ma mentre tutta l’attenzione dei media è stata sempre concentrata sulla missione da manuale che portò a termine Tibbets a bordo dell’Enola Gay, in questo libro ci si sofferma soprattutto sulla seconda missione, che a differenza della prima trasportava una bomba molto più potente perché al plutonio, ma che non fu da manuale, basti pensare che Nagasaki è stata un ripiego dell’ultimo momento e soprattutto che la bomba, Fat Man, a causa di una serie di inconvenienti, stava per esplodere all’interno dell’aereo. Fred Olivi dalla sua postazione di copilota del Bockscar, racconta con minuzie di particolari quel drammatico volo e come il coraggio, il sangue freddo e la bravura dell’equipaggio riuscì alla fine a portare a termine una missione che sembrava ormai conclusa in tragedia (almeno per gli alleati).
 
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