Tratto dal romanzo di Don De Lillo questo film parla di una giornata, 24 ore, del giovanissimo miliardario americano Erick Packer, finanziere in lotta con lo yuan, che a bordo della sua limousine bianca attraversa Manhattan per andare a farsi tagliare i capelli proprio nel giorno in cui è in visita il Presidente degli Stati Uniti, c'è il funerale di un grande rapper sufi molto amato dalla popolazione e dal protagonista, una sommossa anticapitalista e anarchica, con la scorta che lo deve proteggere perché ha ricevuto minacce di morte imminenti. Sulla limousine bianca riceve ad uno ad uno tutto il suo staff mentre incontra in una sorta di casualità spazio-temporale la bionda e ricca moglie sposata da 22 giorni e va incontro al suo destino rovinoso sia dal punto di vista finanziario che umano.
Il film di Cronenberg è allucinato e ossessivo come lo sono solitamente lui e l'autore da cui è tratto. Colpisce la lucidità e la chiarezza con cui viene descritto tutto il processo mentale di Erick e dei suoi collaboratori, la estraneità e il distacco dal mondo reale di tutti i personaggi che sembrano muoversi all'interno di un mondo fantascentifico e vivere al di fuori della quotidianeità dove tutto è eccesso e maniacalità, quasi una rappresentazione della realtà. Cronenberg rispetta molto il testo di De Lillo, una sceneggiatura che riporta quasi fedemente i dialoghi e le situazioni, dove poco si discosta anche perché molto vicino alla sensibilità morbosa e claustrofobica del regista. Un film che sicuramente divide gli spettatori ma che altrettanto sicuramente fa riflettere e discutere, perché lo spessore nel testo e nel regista c'è, la direzione degli attori è altrettanto allucinata e lisergica.
Il film di Cronenberg è allucinato e ossessivo come lo sono solitamente lui e l'autore da cui è tratto. Colpisce la lucidità e la chiarezza con cui viene descritto tutto il processo mentale di Erick e dei suoi collaboratori, la estraneità e il distacco dal mondo reale di tutti i personaggi che sembrano muoversi all'interno di un mondo fantascentifico e vivere al di fuori della quotidianeità dove tutto è eccesso e maniacalità, quasi una rappresentazione della realtà. Cronenberg rispetta molto il testo di De Lillo, una sceneggiatura che riporta quasi fedemente i dialoghi e le situazioni, dove poco si discosta anche perché molto vicino alla sensibilità morbosa e claustrofobica del regista. Un film che sicuramente divide gli spettatori ma che altrettanto sicuramente fa riflettere e discutere, perché lo spessore nel testo e nel regista c'è, la direzione degli attori è altrettanto allucinata e lisergica.