Leni, Paul - Il gabinetto delle figure di cera

ayla

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TRAMA:
Un giovane scrittore accetta la proposta del proprietario di un museo di scrivere delle storie partendo da delle statue di cera tenute nel museo. La prima riguarda Haroun-al-Raschid, califfo di Bagdad, noto libertino, che cerca di sedurre la moglie di un panettiere proprio nella notte in cui questi cerca di ucciderlo per impossessarsi del suo anello magico.
Il secondo racconto riguarda il sadico e pazzo Ivan il Terribile, ma scrivendo la terza storia, su Jack lo Squartatore, lo scrittore si addormenta e sogna di essere egli stesso, assieme alla figlia del proprietario del museo, il bersaglio del maniaco criminale.

Definito da molti come una perla del cinema muto, questo film tedesco del lontano 1924 non può non essere paragonato al suo bellissimo predecessore, Il gabinetto del Dottor Caligari di Wiene. E dal paragone, questo di Leni ne risulta, almeno per me, sconfitto.
L'idea è indubbiamente interessante e le scenografie, per l'epoca, sono ben fatte, ma non è un film che scuote, che entra nella memoria, non è un film che cattura, mentre invece Caligari, un posto tutto suo, se lo sa ritagliare.
Delle tre storie che lo compongono, la più interessante e affascinante è l'ultima, forse anche la più horror, quella su lo Squartatore e, purtroppo, è anche la più breve. La prima profuma tanto di fiaba e di magia, con questo panettiere che cerca di recuperare l'amore della sua amata e per farlo è disposto a tutto, anche a tagliare la mano al califfo, ma è nel secondo episodio che c'è la scena più bella, proprio sul finale, quando Ivan, oramai diventato folle, gira e rigira freneticamente, con due occhi di fuoco, la clessidra. Memorabile, da vedere solo per questo!
Il rischio è quello di annoiarsi in alcuni punti, però è un esempio di cinema espressionista che è entrato nella storia, quindi è da vedere, assolutamente...poi se vi piace, ancora meglio!:mrgreen:
 
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