Werfel, Franz - Una scrittura femminile azzurro pallido

pokypoky

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Ho comprato questo libro per caso: era scontato. E' pubblicato da Adelphi anche in versione economica. E' breve, scorrevole, intenso come accade nei libri di scrittori dell' est. La storia gira attorno ad una lettera,non si sa se mai ricevuta, che unisce la sorte di due amanti.
Ragà leggetelo!!!
 
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zolla

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poky poky quoto la tua scelta libro di grande raffinatezza
 

elisa

Motherator
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Di Franz Werfel holetto "Un mondo al crepuscolo", tre racconti che hanno come tema la follia, la simulazione e l'autodistruzione.
Mi sembra che quello che hai letto tu abbia una tematica meno tragica
 

Alfredo_Colitto

scrittore
elisa ha scritto:
Di Franz Werfel holetto "Un mondo al crepuscolo", tre racconti che hanno come tema la follia, la simulazione e l'autodistruzione.
Mi sembra che quello che hai letto tu abbia una tematica meno tragica
Beh, non posso fare paragoni perchè "un mondo al crepuscolo" non l'ho letto, ma stando a quello che dici sì, questo forse è meno tragico, anche se non proprio leggero. Alla fine è un processo del narratore a se stesso. Mi sa che ho sbagliato aggettivi. :oops: Ho scritto "godibile" per sottolineare il piacere che provo sempre quando un libro è ben scritto, nient'altro.
 
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Biblio50

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Appena terminata la lettura. Lo consiglio caldamente. Nel leggerlo ho ritrovato un po' lo stile di Schnitzler (ve lo raccomando). La sua analisi introspettiva nel capirne le angosce, le fissazioni i pensieri. Ricco di sentimenti e considerazioni. Interessanti inoltre le introspezioni fatte dalla donna innamorata e che riguardano la gelosia.
 

Zefiro

da sudovest
Vienna anni ’30. Leon, alto funzionario ministeriale si sente un “pupillo degli dei”. La sua vita è perfettamente incastonata nella high society del tempo: ricco, impeccabile, con una moglie bella affascinante che sinceramente e profondamente lo ama.

Finché un mattino riceve una lettera, vergata, come appunto dice il titolo, da “una scrittura femminile azzurro pallido”. E’ il passato che improvvisamente irrompe. Chi scrive è una donna ebrea che Leon ha sedotto ed abbandonato in gioventù, quando lei era nel fiore dei suoi anni: bella, colta, affascinantissima e per di più figlia di un suo antico benefattore.

La donna, sorprendentemente, ma non troppo vista la immutata bellezza della sua dignitosa personalità, non chiede nulla per sé, ma chiede. Chiede qualcosa che ignorare è complicato davvero.

La cancellazione del passato volutamente operata da Leon incrina. La “tomba interrata che nessuno riesce più a localizzare”, quello che forse è stato l’unico vero amore della sua vita annegato da ciò che è venuto poi, quasi negato alla memoria torna e si ripropone con la pesantezza di un macigno ineliminabile.

Stile scrittorio molto raffinato e col sapore d'antico, suona a tratti al nostro orecchio un po’ di maniera, ma preciso e impeccabile. Quasi si respirara l’aria di quella Vienna negli anni in cui il nazismo in Germania si avvia verso i suoi trionfi e gli effetti in Austria si avvertono e pesantissimi. Notevolissima, qui il vero plus del libro, l’analisi sofferta e meditata e reiterata che Leon fa su stesso: un processo al proprio esistere presente e passato dove si è al contempo imputato e accusatore.

Molto belle le ultimissime righe, quelle con cui si chiude il romanzo che ci schiudono forse il senso della storia. Si sconsiglia a coloro che usano sbirciare il finale di leggerle prima: l’intero libro è quasi una preparazione ad esse.

Senza acclamare al capolavoro, questo romanzo di Werfel è stata una bella sorpresa. Perché vivendo lasciamo segni, a volte graffi. Come ladri di notte il nostro passaggio lascia indizi e cancellare del tutto le nostre tracce non ci è possibile. E le tracce, si sa, a volte urlano ed ignorarle non si può. E quando urlano, sempre, ci cambiano un po’.

Consigliato: 3,4/5
 
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asiul

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Una lettura molto piacevole. Scritto semplicemente. La storia scorre tra i dubbi e le incertezze del suo protagonista.
Si parla di un passato che ritorna in modo inatteso. Che risveglierà nel protagonista ricordi creduti lontani. C’è sempre la tentazione di voler assaggiare quel qualcosa che poteva essere e che non è stato. C’è il rimorso dell’averlo vissuto e tenuto nascosto. Il timore che, sebbene tentati dal suo ritorno, questo possa sconvolgere la vita che nel frattempo è andata avanti. Una vita perfetta, quella di Léon. Un’ottima carriera, la moglie perfetta .Una moglie che incarna la gelosia di chi ama,piena di pensieri ....i più strani, fatti di continui sospetti e che può diventare anche crudele.

Un uomo che fino a quando non avrà assaggiato la verità non conoscerà l’umiliazione e la sua pochezza.
Fa riflettere il fatto che un evento tanto piccolo possa spaventare e cambiare le una vita intera.
Qui, in realtà la vita di Léon era già compromessa, quella lettera non ha fatto altro che portare in superficie una perfezione apparente.

Però forse per Lèon ne è valsa la pena. Ritornare a quei ricordi. Viverli per un attimo, sentirsi vivo per un attimo durato quando l’inchiostro di quella lettera.

“Se uno non sa nulla non può essere chiamato a rispondere di nulla”.
“È inaudito da parte di questa donna che ancora una volta mi metta sotto il naso il fatto di esistere.Come sarà adesso, che aspetto avrà?”
Qui c’è tutta la sua supponenza, l’arroganza di pensare d’essere padrone anche della vita degli altri.Delle loro scelte. Ma c’è anche la curiosità di sapere cosa ha perduto.

“Le donne che amano hanno un sesto senso. Il loro intuito è sicuro come quello degli animali selvaggi che fiutano il nemico. Possiedono più virtù divinatorie che riguardano le colpe maschili”.

“Mentre continua a dormire sotto la cappa oppressiva di questa musica perennemente eccitata, Leonida sa con chiarezza indicibile che oggi gli è stata inviata un’offerta di salvezza, oscura, sommessa, irresoluta, come tutte le offerte di questo genere. Sa di non essere stato capace di raccoglierla. Sa che a questa non faranno seguito altre offerte.”

Poche le frasi da sottolineare. Il libro non da momenti di riflessione immediata, ma certamente consente di pensare.
È una lettura veloce e non bisogna aspettarsi troppo dal romanzo, ma è gradevole e si può leggere tutto d’un fiato.

Voto : 3,5/5
 

SALLY

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Ho in programma questo libro per la sfida,visto i commenti,sono contenta di averlo scelto,sicuramente mi piacerà.:YY
 

SALLY

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Finito di leggere oggi,bel libricino,scorrevole,incalzante,mi ha lasciato però un senso di tristezza,a tratti ho provato repulsione per il protagonista,questo meschino self made man che ha soffocato se stesso e le sue passioni per adattarsi alla buona società viennese,a tratti ne ho avuto pena...e che altro poteva fare?! chiunque avrebbe fatto la stessa cosa.Romanzo introspettivo,un autoprocesso nell'arco di una giornata dove il protagonista non si risparmia,sullo sfondo il tempo dapprima primaverile e tiepido che si trasforma in cupo e temporalesco,proprio come la sua giornata e la situazione politica con le prime avvisaglie del grande conflitto.
 

Zefiro

da sudovest
(...) Romanzo introspettivo,un autoprocesso nell'arco di una giornata dove il protagonista non si risparmia,sullo sfondo il tempo dapprima primaverile e tiepido che si trasforma in cupo e temporalesco,proprio come la sua giornata e la situazione politica con le prime avvisaglie del grande conflitto.

GRRRR.....!!!!! ODIO quando qualcuno riesce a dire in tre righe quel che a me necessita di almeno mezza pagina :W

Direi che la sintesi è perfetta. :)
 

SALLY

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GRRRR.....!!!!! ODIO quando qualcuno riesce a dire in tre righe quel che a me necessita di almeno mezza pagina :W

Direi che la sintesi è perfetta. :)

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

...io invece sono sempre stringata,a volte vi invidio (benevolmente!!) tu, Luisa e altri che riuscite a fare delle vere e proprie composizioni.:wink:
 

Meri

Viôt di viodi
Sally mi ha tolto le parole di bocca. A momenti anche io ho detestato Leonida che, consapevole, ha ingannato quella povera ragazza, cercando dopo 17 anni di rimediare con delle banali scuse. Non so, ma a volte mi lascio coinvolgere troppo dai personaggi, ho pensato a Vera, a quanto l'avrà aspettato, a quanti sogni poi infranti... x non parlare del bambino...
 

elesupertramp

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La giornata particolare di un uomo meschino, che inizia in uno sfavillante giorno di ottobre che sembra aprile e si chiude con un malinconico giorno di ottobre che sembra novembre, attraverso i mutamenti psicologici e temporali del protagonista. Una piccola perla questo brevissimo romanzo che si legge tutto d’un fiato, caratterizzato da una scrittura elegante e raffinata. La bella l’analisi introspettiva dei protagonisti e le loro elucubrazioni mentali mi hanno ricordato un altro bellissimo romanzo, Le braci di Sandor Marai.
Lettura soddisfacente e consigliata.
 
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