Walser, Robert - La passeggiata

newlife

New member
L'io narrante (presumibilmente lo stesso Walser) si sveglia una mattina e decide di andare a passeggio. Questa la trama.
Incredibile pensare com la potenza della scrittura possa trasformare questa effettiva “inconsistenza” in pagine di pura poesia!

Il racconto di una passeggiata in pieno giorno che ha in sé paradossalmente qualcosa di onirico, di fiabesco. Tutto è giocato su un'ironia sottilissima, condotta con grande maestria dalla prima all'ultima pagina.
Sembra che l'autore stia facendo un semplice resoconto del suo giro e invece ci accorgiamo subito che il vero intento di Walser è di giocare col lettore: lui è uno scrittore, evidentemente ha già fatto la sua passeggiata, ce la sta riportando e quindi sa già in anticipo (rispetto all'andamento del racconto) il succedersi degli eventi. Nonostante questo si diverte a presentarceli come se li stesse vivendo al momento, in presa diretta, e questo continuo gioco di rimandi, questo mescolarsi di impressionismo e di filtro letterario è ciò che rende il racconto così particolare, quasi surreale.
Se aggiungiamo il fatto che la maggior parte degli incontri e dei dialoghi sono a dir poco improbabili (è difficile spiagera il perchè, lo si capisce solo leggendo), ci rendiamo conto che l'operazione condotta dall'autore è molto più sofisticata di quello che non sembri.

Una piccola perla. Da non perdere.
 

Bacci

New member
La Passeggiata è un racconto veramente sorprendente di Robert Walser, lungo nemmeno 100 pagine, in cui l’autore ci fa immergere in un mondo magico e incantato, quello della sua mente solitaria. All’inizio pare di assistere ad un semplice elenco di ciò che il protagonista incontra durante il suo cammino, ma poi si rimane estasiati dallo stile usato e dalle immagini vive che lo scrittore riesce a creare, dalla sua sottile ironia e dal suo grido disperato e allo stesso tempo gioioso e malinconico, quello di una persona che tenta di trovare il suo posto nel mondo, cercando di trarre l'essenza di tutto ciò che lo circonda, con una incredibile sensibilità, che lo vede però sempre e solo come consapevole spettatore esterno, un escluso. La bellezza delle cose, delle persone e luoghi in cui si imbatte durante la passeggiata sono per lui fonte di incanto continuo, sembra che il protagonista scopra tutto ciò che lo circonda come se lo vedesse per la prima volta, in un’allegoria della vita veramente efficace, in cui non mancano i momenti meno entusiasmanti delle difficoltà di tutti i giorni. Si passa da attimi di vero entusiasmo ed euforia ad altri depressivi, e seguendo l’armonia del linguaggio ricercato si arriva fino al calare della sera e al finale che ho trovato davvero commovente nella sua semplicità. Due articoli per approfondire le tematiche e la vita di questo scrittore (il secondo è veramente splendido). Credo che cercherò di leggere ancora molti dei suoi libri…
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Complimenti Bacci, che bella rece! anche a me piace molto Walser e devo dire che tu hai espresso benissimo il senso di stupore e di amore per la vita che l'autore è riuscito a infondere nelle poche pagine di questo libro! Si sente che il protagonista vive ogni incontro, ogni dettaglio, come qualcosa di unico e speciale, e questa sua estrema sensibilità è davvero coinvolgente...
Grazie anche dei link, li leggerò al più presto!!!
 

Grantenca

Well-known member
Complimenti Bacci!!!! Penso non si possano descrivere meglio le sensazioni che il lettore prova a leggere questo lungo racconto. Lo stupore, la semplicità, la meraviglia che l'autore sembra provare per tutto ciò che incontra, sia persone che paesaggi, durante la passeggiata, le cose piacevoli e anche meno piacevoli descritte comunque con uno stile sobrio, leggero e , mi sembra, anche un po' ironico, fa pensare a un adolescente a cui il mondo sorride e che si appresta ad affrontare una bella giornata di sole con tutte le sue speranze intatte sul meraviglioso futuro che lo attende. Poi ci sono le ultime pagine, i rimpianti per qualche occasione di felicità lasciata fuggire e le delusioni della vita reale di tutti i giorni e questo epilogo "Ho raccolto fiori solo per deporli sulla mia infelicità ? " mi domandai, e il mazzolino mi cadde di mano. Mi ero alzato per ritornare a casa: era già tardi e tutto si era fatto buio.
(penso sia il più bel epilogo che io ricordi.)
 
G

giovaneholden

Guest
Cosa dire di questo ineffabile classico sul vagabondare che prende le mosse da un'ampia casistica che a cavallo tra settecento e ottocento ha pervaso profondamente la letteratura tedesca che non sia già stato detto?:mrgreen: innanzitutto la lievita' del racconto,dove Walser con pochi ma efficaci appunti ci schizza come in un acquarello gli incontri,trasfigurati dalla sua fantasia,di una semplice passeggiata vicino casa,acuendo i nostri sensi abituandoci ad osservare la vita che ci sta intorno,molto più ricca di quanto possa sembrare ad uno sguardo superficiale.Di seguito la profondità del suo pensiero a cui si lega la leggerezza di sopra,come insegna nel suo purtroppo incompiuto capolavoro Italo Calvino nelle Lezioni americane. Anche la brillante ironia presente in tutto il racconto va di pari passo con le precedenti notazioni. Curioso e significativo che lo scrittore ci abbia lasciato non tornando più da una passeggiata.
 

velmez

Active member
E' il primo romanzo che leggo di questo autore, o forse è meglio dire racconto... non ne conoscevo nemmeno l'esistenza e ho iniziato a leggerlo con molta curiosità!
L'ho trovato molto poetico, ironico, sensibile e giocoso! L'argomento non è affatto banale, anzi, l'argomento passeggiata giornaliera sarebbe da approfondire... potremmo scrivere tutti un racconto su cosa ci potrebbe capitare nel vagabondare per il proprio paese in una normalissima giornata lavorativa (certo ovviamente bisognerebbe prendersi un giorno di ferie e fare finta di non avere altri impegni o preoccupazioni, però sarebbe molto interessante!!)
L'unica cosa che mi ha infastidito è il frequente cambio di tempo verbale con la conseguente frequente non concordanza... ma lo stile in generale mi è piaciuto moltissimo!!
 

Spilla

Well-known member
Ehm, forse è meglio che non scriva nulla di ciò che ho pensato durante la lettura di questo libretto.
Diciamo che le mie opinioni non sono esattamente in linea con le vostre :??
 

Monica

Active member
Dpo così tante recensioni ben fatte,mi rimane davvero poco da dire :).La prima cosa è che,essendo la prima opera di questo autore che abbia letto,mi ha piacevolmente sorpresa.Uno stile particolare,salti di tempo continui,un passare dalla realtà alla fantasia dei suoi pensieri,un giocare con il lettore,chiamandolo spesso in causa per coinvolgerlo in quel suo mondo trasognato.E' capace con quelle sue descrizioni così particolareggiate di evocare immagini e suggestioni fantastiche rivelando il lato più profondo della mente umana.Un inno alla leggerezza,alla bellezza,all'arte.Un mondo per me tutto nuovo che non mancherò di approfondire.
 

SALLY

New member
Mi dispiace, è il primo racconto che leggo di questo autore e francamente 99 pagine mi sono sembrate 999...terribilmente noioso.
 

Trillo

Active member
Premessa: questo commento contiene spoiler. Mi scuso in anticipo per la lunghezza del post, ma questo racconto mi è piaciuto talmente tanto che non sono riuscito a trattenermi.

Non avrei mai creduto che un libro come questo, senza una vera e propria trama ma intessuto con un semplice susseguirsi di immagini e di pensieri che accompagnano una normale passeggiata, potesse rivelarsi così splendido ed entrarmi nel cuore. Pagine di pura poesia si dispiegano in questo breve racconto, in una passeggiata che mai avrei potuto immaginare così ricca di sentimento, di accorate esortazioni, di pensieri nobili e sublimi, che vanno intrecciandosi in modo tanto naturale a scene e momenti di normale vita quotidiana. Una passeggiata che non si svolge solo fra strade, boschi e uffici di un tranquillo paese di inizio Novecento, ma anche fra i vicoli del mondo interiore dell'autore, che con delicatezza ci accompagna nei meandri della sua anima con questo canto apparentemente leggero e spensierato, ma in realtà molto profondo e malinconico.

"In un bel canto si concentra e si condensa sempre un'esperienza, un sentimento, un agglomerato esplosivo di energia di vita oppressa e di animo commosso."
Con questa frase si potrebbe esprimere bene ciò che questo racconto racchiude in sé, potrebbe essere stata scritta da qualcuno appositamente a tale scopo, e invece si tratta di alcune delle parole di cui Walser fa dono alla fanciulla cantante incontrata per caso durante il suo cammino, per complimentarsi con lei. Sì, perché le parole che lo scrittore caldamente rivolge a persone sconosciute, o i pensieri che gli sovvengono a seguito di un incontro inaspettato o di una particolare visione sembrano spesso svelare proprio qualcosa del suo mondo interiore. Tutto ciò però lo si comprende solo nel finale, al termine della passeggiata che, rivelandoci la solitudine e la tristezza del viandante-scrittore, trasporta la mente indietro nel racconto per conferire pieno significato a quanto in precedenza apparso solo come un fugace pensiero in quel flusso di parole e riflessioni che accompagnano il suo vagabondare.

Ne sono un ulteriore esempio i pensieri che gli balzano in mente sul senzatetto Tomzak dopo averlo incrociato per strada, che a posteriori sembrano proprio parlare di sé:
"Dai suoi occhi brillava l'angoscia di mondi sepolti e di mondi eccelsi, e un dolore inesprimibile parlava da ogni stanco, flaccido gesto. [...] E mi sembrava pure che dovesse vivere eternamente, per essere eternamente non vivo. Moriva ogni momento, eppure non riusciva a morire."
Proprio come per Tomzak, anche gli occhi di Walser, pur sognando mondi eccelsi nel suo girovagare, nascondono dei mondi ormai sepolti ma che non smettono di esalare fumi dolorosi di azioni passate di cui lui sommessamente si pente chiedendo intimamente perdono agli uomini così come in fondo anche a se stesso, con il rimpianto forse più grande di aver lasciato andare il suo grande amore senza comunicarle il reale sentimento che nutriva per lei. E seppur in modo diverso, anche Walser come Tomzak muore ogni momento, pur non riuscendo a morire.
"Cerca di passartela per il meglio" mormora Walser fra sé, rivolgendosi idealmente a quel Tomzak ma indirettamente a se stesso, schivando senza indugio il senzatetto, quel riflesso della sua condizione che lui va rifuggendo per lasciarsi completamente inondare dagli attimi di intensa felicità che si schiudono nella contemplazione della vita e della bellezza del mondo.

Ed è forse proprio perché ha imparato su se stesso l'amara lezione della vita, che ora non si lascia trattenere dal rivolgere a persone sconosciute le parole belle e sincere che gli sgorgano dal cuore, e che esorta noi lettori a preservare e a lasciar fiorire tutto ciò che è espressione di bellezza, ogni senso di onestà, ogni forma di talento e sentimento puro. Sono tante le occasioni in cui Walser ci parla di queste preziose qualità da custodire e coltivare, così come si sente forte l'impegno dello scrittore nell'invitarci a combattere i "distruttori del bello", ogni marchio di egoismo, vanità, avidità, ogni peccato "contro lo spirito del bello e del degno".

"Al diavolo la miserabile frenesia di voler apparire più di quel che si è! È un'autentica catastrofe. Cose come queste diffondono sul mondo pericoli di guerra, morte, miseria, odio e vilipendio, e impongono a tutto ciò che esiste una deprecanda maschera di cattiveria, di egoismo abominevole".
Parole forti come quelle proferite in questi casi si alternano a pensieri dolci e sublimi e a faccende di vita quotidiana in un equilibrio perfetto, il tutto con uno stile sempre molto ricercato e affascinante, per poterci forse trasmettere la forza e l'assoluta necessità del bello e del puro, così da poter come lui esclamare "com'è bella la bellezza, come può affascinare il fascino", e renderci forse uomini migliori.

Il finale, con la passeggiata che giunge al termine, è di una bellezza disarmante nella sua infinita tristezza, con una fusione di pensieri, visioni ed elementi naturali che fanno rimbombare fortemente in lui quella "nota grave" che gli riempie il cuore di tristezza e che lui aveva cercato di coprire con la dolce melodia della sua passeggiata.

Concludo con un'ultima osservazione. A fine libro, dopo la nota del traduttore, c'è scritto che Walser ci ha lasciati durante una delle sue passeggiate solitarie. In questo accadimento si può vedere quasi l'avverarsi dell'augurio che l'autore rivolge a se stesso attraversando il bosco durante la passeggiata immortalata in questo racconto:

"Tutt'a un tratto mi invase un indicibile sentimento dell'universo, e insieme, strettamente unito, un fiotto di gratitudine prorompente con forza dall'anima lieta. [...] Suoni di un mondo primordiale giungevano, provenienti chissà da dove, al mio orecchio. Così sarei contento anch'io di morire, se così dev'essere. Un ricordo mi ravviverà ancora nella morte, una gioia mi allieterà nella tomba: un atto di grazie per quanto goduto e il gaudio per l'atto di grazie. [...] Giacere qui discretamente sepolto nella fresca terra silvestre, oh, sarebbe dolce! Sentire e gustare da morto anche la stessa morte! [...] Forse potrei udire sopra di me gli uccelli cantare e gli alberi stormire. Ecco quel che mi auguro".

Spero che Walser possa aver davvero provato queste sensazioni nel suo momento fatale, e lo ringrazio per questo piccolo, splendido racconto con le parole che lui rivolge alla giovane cantante:

"Bisogna dirlo: lei è veramente un essere che per sua natura è portato a cantare, che solo quando incomincia a cantare sembra riuscire a vivere e a godere la vita, convogliando ogni slancio e forza vitale nella sua arte a tal punto che tutto quanto ha un significato umano e individuale, ogni pienezza d'animo e d'intelletto, si sublima in qualcosa di più alto, in un ideale".
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ricordami che non leggo più niente insieme a te... Scrivi delle recensioni "meravigliose" :ad: (e tu capirai il significato delle virgolette :wink:) e poi io non so come commentare :mrgreen:. Scherzo, ovviamente, tanto da un po' di tempo ho preso l'abitudine di non postare nulla qui se ho letto in GdL o MG... Preferisco i commenti in corso di lettura :wink:.
Ecco il link http://www.forumlibri.com/forum/showthread.php?t=23967&page=2
 

Nefertari

Active member
Questo libro contiene delle pagine scritte in modo meraviglioso, in alcuni momenti mi sembrava di essere accanto al protagonista e di vedere con i miei occhi quello che descrive, è pura poesia. Devo ammettere che alcuni passaggi mi hanno coinvolto meno e faticavo a seguire il filo poi però si tornava alla magia e tutto sommato posso dire che mi è piaciuto parecchio.
 
Alto