Julie è americana, chiama al telefono Valerio, un ingegnere italiano che ha conosciuto per pochi minuti, proponendogli di passare due giorni assieme. Lui acconsente e i due giorni diventano dieci. I due amanti passano insieme giorni d'incanto fino ad accorgersi di essere innamorati. Lui scopre che lei ha un male incurabile e che le restano pochi giorni di vita, lei vorrebbe lasciarlo ma l'amore è più forte di ogni ragione.
E' un film del 1968 stroncato dalla critica, per me invece è da rivalutare perché il regista riesce a costruire una storia delicata, non particolarmente melodrammatica anche se il tema lo potrebbe far presupporre, un tema caro a De Sica nei suoi ultimi film, quello della malattia, che nella interpretazione di Faye Dunaway acquisisce una finezza interpretativa di malinconica rassegnazione e in Mastroianni di innamoramento quasi inconsapevole. Certo il film è poca cosa, perché oltre a questo non c'è niente altro però si fa vedere e lascia soddisfatti, ti aspetti una ciofeca che invece non c'è. La classe non è acqua anche se applicata con apparente svogliatezza. Bellissime le ambientazioni.
E' un film del 1968 stroncato dalla critica, per me invece è da rivalutare perché il regista riesce a costruire una storia delicata, non particolarmente melodrammatica anche se il tema lo potrebbe far presupporre, un tema caro a De Sica nei suoi ultimi film, quello della malattia, che nella interpretazione di Faye Dunaway acquisisce una finezza interpretativa di malinconica rassegnazione e in Mastroianni di innamoramento quasi inconsapevole. Certo il film è poca cosa, perché oltre a questo non c'è niente altro però si fa vedere e lascia soddisfatti, ti aspetti una ciofeca che invece non c'è. La classe non è acqua anche se applicata con apparente svogliatezza. Bellissime le ambientazioni.