Classici vs contemporanei

ilsognatore91

New member
Buonasera! In questa calda serata vi chiedo: Preferite i libri considerati "classici" e fondamentali per la letteratura, o preferite immergervi nel mare degli autori contemporanei? Vediamo in quanti mi rispondete :D
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Ciao ilsognatore! Per prima cosa benvenuto! (scusa se non te l'avevo ancora dato :ad:)

Sai che ti rispondo? Al momento sono alle prese con I tre moschettieri di Dumas (un classico bellissimo); mentre qualche giorno fa finii di leggere Esco a fare due passi di F. Volo (bellissimo anche quello).
Ammetto che i classici, soprattutto la letteratura dell'ottocento mi ispira moltissimo, però adoro anche gli autori contemporanei, per cui.. proprio non saprei scegliere :mrgreen:

Bye!
 

nitina

New member
Ciao a tutti forumlibrosi!
Io non posso fare a meno dei classici... sono fondamentali secondo me!
ma vado molto a periodi. Generalmente alterno classici a novità letterarie!
I miei preferiti sono sicuramente i classici contemporanei e anche per me la letteratura dell'800 ha un fascino particolare ;)
Poi basta che si legga qualcosa che ti lasci un regalino...che ti arricchisca anche solo un pò. Per come affronto la lettura, quando chiudo il libro sono sempre almeno un pelino "cresciuta"!
:HIPP
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Non ti dico come lo definirei io il mare cui fai riferimento perchè sennò mi ribannano :)
Io sto decisamente coi classici, benchè legga alcuni contemporanei li ritengo decisamente inferiori e nella maggior parte dei casi inutili :)
Anzi, voglio essere onesto, non riesco a capire cosa, "i lettori forti", ci trovino di tanto interessante nei contemporanei, specie se italiani, best sellers o insipidi gialli/sentimentali.. :mrgreen:
 

velmez

Active member
cavolo Des che risposta scontata :mrgreen:
non nego l'immortalità e la bellezza dei classici, ma, se faccio i conti, leggo decisamente più contemporanei! comunque non amo gli italiani, i best seller o gli insipidi gialli/sentimentali...
 

pigreco

Mathematician Member
Trovo proprio sbagliato il titolo del topic: quando si usa il "vs" si presuppone che prima e dopo ci siamo termini avversi, che si contrappongono. Invece mentre "contemporaneo" è un termine che indica il periodo temporale di un romanzo, il termine "classico" è qualcosa di più e non necessariamente legato ad un periodo storico. Non a caso ci sono i classici dell'800, quelli del '900 e, perchè no?, i classici contemporanei.

E' vero, può sembrare un azzardo e quasi un paradosso dato che spesso per poter parlare di "classico" bisogna aspettare che un'opera superi il giudizio degli anni ed entri di diritto in quall'immaginifico pantheon dei libri imprescindibili. Detto questo non credo sia un'eresia considerare, almeno per il momento, personaggi come Roth, Franzen, Rushdie, Saramago, Pamuk, Murakami e chi più ne ha più ne metta, se non proprio classici almeno papabili per diventarlo. Ovvio che il lettore forte deve saperli distinguere dai vari Faletti, Follett, Grisham etc etc.

Di conseguenza io non sono nè per l'uno nè per l'altro e se adoro leggere Balzac, grande narratore capace di raccontare come pochi la sua era pur rimanendo assai attuale, non trovo contraddittorio alternarlo a "Le correzioni" dove Franzen riesce in modo splendido a raccontarci la vita di oggi.
 

white89

InLove Member
Trovo proprio sbagliato il titolo del topic: quando si usa il "vs" si presuppone che prima e dopo ci siamo termini avversi, che si contrappongono. Invece mentre "contemporaneo" è un termine che indica il periodo temporale di un romanzo, il termine "classico" è qualcosa di più e non necessariamente legato ad un periodo storico. Non a caso ci sono i classici dell'800, quelli del '900 e, perchè no?, i classici contemporanei.

E' vero, può sembrare un azzardo e quasi un paradosso dato che spesso per poter parlare di "classico" bisogna aspettare che un'opera superi il giudizio degli anni ed entri di diritto in quall'immaginifico pantheon dei libri imprescindibili. Detto questo non credo sia un'eresia considerare, almeno per il momento, personaggi come Roth, Franzen, Rushdie, Saramago, Pamuk, Murakami e chi più ne ha più ne metta, se non proprio classici almeno papabili per diventarlo. Ovvio che il lettore forte deve saperli distinguere dai vari Faletti, Follett, Grisham etc etc.

Di conseguenza io non sono nè per l'uno nè per l'altro e se adoro leggere Balzac, grande narratore capace di raccontare come pochi la sua era pur rimanendo assai attuale, non trovo contraddittorio alternarlo a "Le correzioni" dove Franzen riesce in modo splendido a raccontarci la vita di oggi.


Concordo! Aggiungerei però uno spunto alla riflessione: Non pensate che anche fra i classici sia necessario fare una scelta? Alcuni superano brillantemente l'esame degli anni ma altri rischiano di essere ormai troppo lontani dalla sensibilità moderna...
 

ilsognatore91

New member
Concordo! Aggiungerei però uno spunto alla riflessione: Non pensate che anche fra i classici sia necessario fare una scelta? Alcuni superano brillantemente l'esame degli anni ma altri rischiano di essere ormai troppo lontani dalla sensibilità moderna...

Classici lontani dalla sensibilità moderna? Aizzatemi pure i cani contro, ma in questa lista metterei al primo posto "i promessi sposi" di Manzoni. E non lo odio dopo che me li sono dovuti sorbire a scuola, ma perchè è un libro buonista e ipocrita!
 

Nerst

enjoy member
Io credo che i classici siano necessari per capire i contemporanei.
Un lettore non può non amare i classici, ovviamente i classici spazziano in ogni genere, non adoro la Austen, troppo romantica per me, ma Dostoevskji, Zola, Wilde, sono necessari per me.
Di contemporanei, a dire il vero, ne leggo pochi, solo se il genere è thriller. Ma credo che i classici siano la base per crescere, perchè sempre attualissimi.

Difficile discernere l' uno dall' altro, per i motivi sopra detti.
 

Dallolio

New member
Ciao Sognatore benvenuto!
Per quanto riguarda la domanda che poni faccio alcune considerazioni:
1) Personalmente leggo quasi esclusivamente classici, cioè opere scritte tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, in quanto rispondono maggiormente alla mia sensibilità di lettore. Di solito le mie letture non oltrepassano il 1950, con alcune eccezioni.
2) Interessante la nozione di "classico contemporaneo" che propone Pigreco; è infatti difficile mettere assieme autori come Ballard e Moccia, è evidente che occorerebbe distinguere il grando dal loglio (e non da dallolio).
Ad esempio io inserirei tra i "classici contemporanei" Pynchon, Ballard, David Foster Wallace...
 

ila78

Well-known member
Classici, contemporanei ma che ci frega?!?!?! L'importante è che un libro coinvolga e lasci "un segno" in noi dopo che l'abbiamo letto. :wink:
Ciao sognatore, benvenuto!
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Classici, contemporanei ma che ci frega?!?!?! L'importante è che un libro coinvolga e lasci "un segno" in noi dopo che l'abbiamo letto. :wink:
Ciao sognatore, benvenuto!

Visto che sei tu so che mi posso permettere! :D
No, l'importante è "leggere bene".. ;)

"Contemporaneo" e "Leggere bene", a mio parere, sono in antitesi :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io credo che ci sia un tempo per ogni cosa, si cresce, si cambia, si maturano scelte diverse. I classici li ho preferiti in un periodo in cui avevo meno sicurezza in me stessa e quindi un bisogno di conforto, di apprendere, imparare, cosa c'è di meglio di un classico quando si è adolescenti? Poi c'è stato il periodo del confronto, della ricerca, dell'evoluzione, scoprire da me, senza avvallo altrui, quello che per me "valeva", sono diventata una lettrice "adulta". Adesso con grande serenità non riconosco neanche la differenza, anche perché per me leggere è stato aprire la mente a 360° e un conto è la critica letteraria e un conto sono io come lettore. Distinguo bene le due cose e mi immergo con altrettanto piacere nella lettura di un classico con tanto di imprimatur che in quella di un contemporaneo che neanche mamma sua ha letto, senza dimenticare il godimento di quelli che non sono nè classici nè contemporanei. :)
 

ila78

Well-known member
Visto che sei tu so che mi posso permettere! :D
No, l'importante è "leggere bene".. ;)

"Contemporaneo" e "Leggere bene", a mio parere, sono in antitesi :mrgreen:

visto che sei tu so che mi posso permettere (parte seconda)
Chi definisce cos' è "leggere bene"? Una cosa che per te è "leggere bene" per me è una palla mortale e una cosa che per me è "leggere bene" per te è una schifezza....ma è il solito circolo vizioso in cui ci siamo già più volte intorcinati....io la penso così, tu colà...ed è bello così. :D
 

Jessamine

Well-known member
Per me l'importante è leggere qualcosa di bello, ben scritto e che mi lasci qualcosa dentro. E che questo sia stato scritto trecento anni fa, o il mese scorso, poco cambia. Non do giudizi a priori su un autore guardando solamente la sua data di nascita, preferisco leggere e giudicare con le mie (forse inadeguate, inutili, impreparate, insignificanti, ma pur sempre mie) idee.
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
visto che sei tu so che mi posso permettere (parte seconda)
Chi definisce cos' è "leggere bene"? Una cosa che per te è "leggere bene" per me è una palla mortale e una cosa che per me è "leggere bene" per te è una schifezza....ma è il solito circolo vizioso in cui ci siamo già più volte intorcinati....io la penso così, tu colà...ed è bello così. :D

Mmmm, vero ci siamo avvitati qui diverse volte, però non credo che ci sia qualcuno pronto a sostenere che "Twilight" sia leggere bene..
E': "leggere male, che per qualcuno può essere comunque piacevole" :)
Ergo, una distinzione tra "leggere bene e male" è possibile.. ;)
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Credo che il bello di questa discussione sia il poter portare alla luce le preferenze di ciascuno, senza doverle necessariamente giudicare...

Per come la vedo io, ci sono modi e modi di leggere: da un po' di tempo a questa parte, per esempio, sento il bisogno di leggere soprattutto classici o comunque opere del cui "spessore" sono certa (e tra questi non ho problemi a inserire contemporanei come Saramago o P.Roth...), per la semplice ragione che sento forte il desiderio di acquisire un minimo di "consapevolezza letteraria" che io, per me, sento indispensabile... Non posso non sottoscrivere che un altissimo numero di classici sono imprescindibili, anche "solo" per capire meglio la contemporaneità: spesso le più autentiche chiavi di lettura del tempo presente sono da cercare nel passato (e questo vale nella letteratura come in tante altre cose).

Se poi parliamo solo di "piacere", devo ammettere che non smetterò di stupirmi di come alcuni classici, pur "costretti" entro certe regole linguistiche e narrative che hanno iniziato a sgretolarsi solo dai primi decenni del secolo scorso, riescano ugualmente bene (se non meglio) a coinvolgerci, a incantarci, a "dirci" cose capaci di entrarci dentro... Non so se riesco a spiegarmi, ma se a volte paragono la libertà espressiva contemporanea con quella sicuramente più "rigida" della letteratura passata, mi rendo ancora più conto della grandezza oggettiva di certi scrittori "classici" che hanno davvero oltrepassato le barriere del loro tempo per regalarci opere ineguagliabili, spesso tuttora senza "rivali".

Ultima piccolissima considerazione (già fatta in altre "sedi" del Forum): è indubbio che saper discernere la buona letteratura contemporanea (i libri che un domani diventeranno classici) è per forza di cose molto più difficile e richiede una lucidità e una consapevolezza maggiori, doti che secondo me solo chi si nutre da entrambe le sorgenti è in grado di acquisire...
 
Ultima modifica:

nitina

New member
Credo che il bello di questa discussione sia il poter portare alla luce le preferenze di ciascuno, senza doverle necessariamente giudicare...

Credo che le tue parole siano azzeccatissime, oltre che ben espresse...
Condivido il tuo pensiero in toto.

Classici e contemporanei a braccetto!!! :wink:
 
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