Dallolio
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Invito tutti a una riflessione sul rapporto che ci lega o ci ha legato alla latinità e quindi alle opere latine; la domanda non è nè scontata nè ingiustificata, specialmente perchè negli ultimi 50 anni abbiamo vissuto a un progressivo assentarsi nelle scuole e nella formazione obbligatoria di questa lingua.
Facciamo il confronto fra l'importanza che aveva il latino nel 1961 nella scuola e l'importanza che ha oggi, e praticamente vediamo che il latino ha perso quasi tutto il peso che aveva; il tema a cui tengo particolarmente però non è il latino nelle scuole e la sua evoluzione bensì il significato del latino nella nostra formazione. Inizio io.
Ho frequentato un socio psico pedagico, in cui i classici latini erano letti per lo più in traduzione, e le vissi come opere lontanissime, che non avevano più nulla da comunicarmi; per me il latino era l'enumerazione dei popoli galli di Cesare o le parti della retorica di Cicerone.
All'università iniziai a capire la profondità dei nostri legami con la latinità, ma in modo ormai indiretto, in quanto essendo studente di filosofia studiavo piuttosto la grecità, e la latinità solamente come canale di trasmissione di essa (es. Gellio che tramette Parmenide).
Ora sono insegnante nei professionali e non ho più alcun rapporto con questo mondo, ma devo dire che ne sento fortissima la mancanza, specialmente quando studio nel mio tempo libero mistici cristiani o autori medioevali.
Tocca a voi!
Facciamo il confronto fra l'importanza che aveva il latino nel 1961 nella scuola e l'importanza che ha oggi, e praticamente vediamo che il latino ha perso quasi tutto il peso che aveva; il tema a cui tengo particolarmente però non è il latino nelle scuole e la sua evoluzione bensì il significato del latino nella nostra formazione. Inizio io.
Ho frequentato un socio psico pedagico, in cui i classici latini erano letti per lo più in traduzione, e le vissi come opere lontanissime, che non avevano più nulla da comunicarmi; per me il latino era l'enumerazione dei popoli galli di Cesare o le parti della retorica di Cicerone.
All'università iniziai a capire la profondità dei nostri legami con la latinità, ma in modo ormai indiretto, in quanto essendo studente di filosofia studiavo piuttosto la grecità, e la latinità solamente come canale di trasmissione di essa (es. Gellio che tramette Parmenide).
Ora sono insegnante nei professionali e non ho più alcun rapporto con questo mondo, ma devo dire che ne sento fortissima la mancanza, specialmente quando studio nel mio tempo libero mistici cristiani o autori medioevali.
Tocca a voi!