L’amante è il primo libro di Yehoshua che ho letto e mi è piaciuto molto. Bella innanzitutto la scelta della narrazione corale, per cui tutti i fatti vengono raccontati da tre diversi punti di vista: quello di Adam, di sua figlia Dafi e di Na’im. E questo permette di cogliere i fraintendimenti e gli equivoci.
Fuori dal coro sono invece le narrazioni di Asya – moglie di Adam – e della vecchia Vaduccia Hermoso. Asya infatti racconta per lo più i suoi sogni, mentre i racconti di Vaduccia all’inizio sono solo dei farfugliamenti, un lento tornare alla lucidità e al recupero della memoria e della propria identità. Alla fine arriva anche il lungo racconto di Gabriel, l’amante del titolo.
Ad essere sinceri la storia in sé e per sé l’ho trovata diciamo stiracchiata in alcuni punti, se non proprio assurda. Come è possibile infatti che un uomo innamorato della propria moglie se ne vada in cerca dell’amante di lei? E che faccia di tutto per riportarglielo vivo a casa? Eppure questo libro è talmente “tanto altro”, ha talmente tanti piani di lettura che queste piccole incongruenze passano in secondo piano.
E’ un libro sui rapporti e sulla difficile convivenza tra israeliani e arabi, sulle tante sfumature dell’essere ebrei, sull’incomunicabilità fra le persone, sul dolore umano e sui diversi modi di viverlo, sull’odio “tramandato” che prima o poi rivela tutta la sua inconsistenza, sui pregiudizi, sulla solitudine, sull’amore e soprattutto sulla speranza…
E come se ognuno dei personaggi rappresentasse un aspetto di Israele: la memoria, la guerra, le divisioni, il cambiamento, la speranza…
Consigliatissimo