Soavi, Michele - Deliria

ayla

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TRAMA:
Un gruppo di ballerini sta provando un musical dove Alicia ha il ruolo della protagonista.
Una settimana prima del debutto, in una sera di pioggia, Alicia va con Betty, la sarta degli abiti di scena, nell'ospedale vicino al teatro per una storta. Finiscono in un ospedale psichiatrico, dove vedono in un letto Irving Wallace, uno squartatore di donne, finalmente arrestato e ora sotto controllo. Al rientro in teatro, Betty viene assassinata. Da quel momento, uno dopo l'altro, tutti gli artisti vengono brutalmente uccisi...

Ecco l'opera prima, datata 1987, di Michele Soavi, regista divenuto famoso per il suo Dellamorte Dellamore.
Questo è un film che si ama o si odia, perché altro non è che uno slasher all'americana, dalla sceneggiatura un pò traballante, che si rifà ai grandi cult del genere, come Halloween o Venerdì 13.
Qui, secondo me, l'intento del regista, o meglio, la sua preoccupazione primaria, non è quella di costruire una trama originale e convincente(solitamente non è mai il primo pensiero di nessun regista di slasher), piuttosto quella di creare un'atmosfera angosciante e diversa dal solito, realizzando uno sfondo per gli omicidi dotato di gran fascino. Punta tutto sul lato estetico e visivo, con un teatro che da luogo di divertimento e allegria, diventa, poco per volta, una trappola mortale, una tomba senza via di fuga, dove i topolini non possono che augurarsi una morte rapida e indolore(speranza vana ovviamente).
Oltre alla scelta azzeccata del teatro, mi è piaciuta molto anche la maschera del killer, questa testa di gufo, molto macabra e efficace e le musiche.
Non bisogna soffermarsi troppo sulla trama o gli errori e le assurdità saltano subito all'occhio, ma bisogna lasciarsi ammaliare e affascinare dalle scenografie e dal luogo, senza arrovellarsi troppo il cervello, poi gli omicidi brutali e il sangue non mancano, il top è quello avvenuto durante le prove, davanti agli occhi ignari e stupiti degli attori e ci sono pure un paio di scene veramente splendide, come la resa dei cadaveri sul palcoscenico.
Da vedere solo per la bellezza estetica, perché visivamente è di grande impatto, e per la comparsata del regista che si dice bello come James Dean:mrgreen:
 
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