Dallolio
New member
Vorrei suscitare un dibattito aperto sull'università e il vostro rapporto con essa, sia che l'abbiate conclusa, sia che l'abbiate abortita a metà, sia che non vi siate mai iscritti. Inizio io con la mia esperienza...
Iscritto a filosofia, ho sostenuto tutti gli esami in modo brillante. A questo punto però mi bloccai e per ben due anni non ho scritto una sola riga di tesi, limitandomi a oziare e a sperimentari nuovi mondi letterari e vitali.
So che non è il massimo della vita fare per due anni il fuoricorso, ma le cose che ho imparato in quei due anni non sono nemmeno enumerabili: prima ero un ragazzo e dopo quei due anni finalmente divenni un quasi - adulto 25enne. Inoltre in quei due anni ho potuto "ammirare" quanto le persone che mi circondavano (non la famiglia) mi considerassero un buono a niente e destinato ai gloriosi ponti cittadini (probabilmente anche prima, ma non me ne ero accorto, preso dal sacro fuoco della filosofia).
Alla fine happy end: decisi di lasciare quel limbo di crescita che rischiava di avvitarsi su se stesso, in pochi giorni scrissi con furia la tesi (come il matematico Galois) e mi laureai con il massimo.
I momenti più formativi per me sono stati quei due anni fuoricorso in quanto negli altri anni mi sono tediato a studiare i testi dei prof e dei loro amici e non certo i grandi classici della filosofia.
Iscritto a filosofia, ho sostenuto tutti gli esami in modo brillante. A questo punto però mi bloccai e per ben due anni non ho scritto una sola riga di tesi, limitandomi a oziare e a sperimentari nuovi mondi letterari e vitali.
So che non è il massimo della vita fare per due anni il fuoricorso, ma le cose che ho imparato in quei due anni non sono nemmeno enumerabili: prima ero un ragazzo e dopo quei due anni finalmente divenni un quasi - adulto 25enne. Inoltre in quei due anni ho potuto "ammirare" quanto le persone che mi circondavano (non la famiglia) mi considerassero un buono a niente e destinato ai gloriosi ponti cittadini (probabilmente anche prima, ma non me ne ero accorto, preso dal sacro fuoco della filosofia).
Alla fine happy end: decisi di lasciare quel limbo di crescita che rischiava di avvitarsi su se stesso, in pochi giorni scrissi con furia la tesi (come il matematico Galois) e mi laureai con il massimo.
I momenti più formativi per me sono stati quei due anni fuoricorso in quanto negli altri anni mi sono tediato a studiare i testi dei prof e dei loro amici e non certo i grandi classici della filosofia.