Mauriac, François - Thérèse Desqueyroux

fernycip

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Da IBS: Sin dalle prime pagine di questo libro - quando vediamo Thérèse, il piccolo volto "livido e inespressivo", uscire dal Palazzo di Giustizia dopo essere stata prosciolta dall'accusa di omicidio premeditato - ci appare chiaro per quale ragione questo memorabile personaggio non abbia mai smesso di ossessionare Mauriac. E non potremo che essere anche noi soggiogati dal fascino ambiguo di quella che l'autore non esitava a definire "una creatura ancora più esecrabile" di tutte quelle uscite dalla sua penna. La seguiremo, questa scellerata eppure irresistibile creatura, nel viaggio verso Argelouse: un pugno di fattorie oltre il quale ci sono solo i viottoli sabbiosi che si inoltrano verso l'oceano in mezzo a paludi, lagune, brughiere, "dove, alla fine dell'inverno, le pecore hanno il colore della cenere". Là Thérèse ritroverà quel marito che ha tentato di avvelenare, ma che l'ha scagionata per salvare "l'onorabilità del nome": un ragazzone di campagna amante della caccia e del buon cibo, che lei ha sposato nella speranza di trovare rifugio da se stessa e da un pericolo oscuro. Ma neanche mettersi una maschera, cercare di vivere come anestetizzata, inebetita dall'abitudine, è servito: le "sbarre viventi" di una famiglia ottusa e conformista non sono riuscite a impedire che si compisse ciò che era scritto.

Un romanzo che si legge in pochi giorni. La protagonista è un personaggio alquanto inquietante che ha un odio profondo verso il marito e la famiglia perché non le permettono di esprimere la sua personalità libera e anticonformista.
 

bouvard

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Francois Mauriac Premio Nobel per la Letteratura nel 1952 è in Italia un autore quasi dimenticato di cui non è facile reperire le opere. Groviglio di vipere (secondo me il suo libro più bello) è da anni fuori catalogo, non so se vada meglio per questo libro che è anche la sua opera più famosa, io l’ho cercato direttamente tra l’usato.
Parto subito col dire che Therese Larroque sposata Desqueyroux è uno di quei personaggi letterari di cui non sono riuscita a cogliere appieno la natura. Sarà che io certi gesti li giustifico solo in situazioni-limite - e quella di Therese non lo è – mi è venuto difficile capirla e provare empatia per lei. E nonostante il suo lungo monologo interiore per me è rimasta sfuggente e indecifrabile.
Durante il viaggio di ritorno a casa Therese - dopo essere stata prosciolta dall’accusa di tentato omicidio del marito (tranquilli non ho fatto alcuno spoiler perché il libro parte proprio da qui) - ripercorre mentalmente le vicende che l’hanno portata a commettere quel gesto.
Capiamo così che si è sposata per le ragioni sbagliate e soprattutto con l’uomo sbagliato. La sua mente vivace mal si abbina infatti con quella metodica e squadrata di Bernard. Lui è un uomo tutto d’un pezzo, che non è mai colto da un dubbio o una incertezza.
Sinceramente se Therese non mi ha suscitato simpatia lui me ne ha fatto anche meno. Se qualcuno con cui ho vissuto per anni e con cui ho avuto una figlia cercasse un bel giorno di avvelenarmi io cercherei di capire almeno il motivo di un gesto tanto estremo. Invece Bernard mente alla Giustizia pur di salvare Therese – solo ovviamente per proteggere il buon nome della famiglia – ma le chiede la spiegazione di quel gesto solo dopo mesi.
Questa richiesta di spiegazione è il dubbio che Therese ha sempre cercato in suo marito. Per un attimo le sembra di essere finalmente riuscita ad incrinare la sua staticità. Ma è solo un attimo, poi tutto torna come sempre e per i due non c’è alcuna possibilità.
Come ho detto non ho capito fino in fondo Therese e di sicuro non l’ho amata, ma il libro è ugualmente un’interessante lettura.
 
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