Crialese, Emanuele- Terraferma

isola74

Lonely member
In un'isola del Mare Nostrum, Filippo, un ventenne orfano di padre, vive con la madre Giulietta e il Nonno Ernesto, un vecchio e irriducibile pescatore che pratica la legge del mare. Durante una battuta di pesca, Filippo ed Ernesto salvano dall'annegamento una donna incinta e il suo bambino di pochi anni. In barba alla burocrazia e alla finanza, decidono di prendersi cura di loro, almeno fino a quando non avranno la forza di provvedere da soli al loro destino. Diviso tra la gestione di viziati vacanzieri e l'indigenza di una donna in fuga dalla guerra, Filippo cerca il suo centro e una terra finalmente ferma.(da Mymovies)

Mi aspettavo molto di più da questo film che non è male ma lascia, secondo me, molte cose in sospeso. Sicuramente ciò è stato voluto dal regista che , con una forma molto asciutta, non fa altro che descrivere una realtà, dal punto di vista opposto alle istituzioni, dando voce a persone che in genere non contano. Lo promuovo per il coraggio e l'impegno.
 

isola74

Lonely member
"Andavamo a pesca di pesci ed ora peschiamo solo cristiani!"

"La legge dice che non dobbiamo caricarli a bordo, ma la legge del mare non conta più"?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Quello che Crialese vuol far emergere in questo film è la scelta individuale di fronte a una situazione tragica in cui si può scegliere la legge oppure la solidarietà umana, come Antigone che sceglie la sepoltura del fratello contro la legge di Tebe. Quindi la realtà dolorosa e profondamente ingiusta dei clandestini che sbarcano sulle nostre coste e la legge che impedisce ai marinai di accoglierli sulle loro barche se li vedono in mare va contro la legge umana centenaria di chi in mare ci va per "campare", i pescatori. Altro punto importante è il contrasto e il confronto con il mondo marinaio, il mondo dei turisti e il mondo dei profughi africani, Crialese non esprime tesi e non fa un film politico ma lascia ad ognuno di noi interrogare la propria coscienza. Un film molto interessante e a tratti indimenticabile nella sua forza espressiva, rischia di non riuscire a mantenere coerente l'intensità, perdendosi un po' nelle storie di contorno, un po' scialbe rispetto al tema principale. Bello ma incompiuto.
 
G

giovaneholden

Guest
Come già fatto notare,un capolavoro mancato. Non aver tenuto la rotta sulla storia principale rischia di sfarinare quella indubbia forza espressiva che il film ha,grazie al notevole talento di Crialese. Peccato,malgrado sia un'opera da vedere a tratti veramente notevole. Tutti hanno pensato che l'isola fosse Lampedusa,ma è un'idea dell'isola stessa trovata in realtà a Linosa.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E' un film molto vero e senza fronzoli, soprattutto se visto in questi giorni fa accapponare la pelle, perché le immagini e la storia si sovrappongono nella mente alla tragedia reale appena avvenuta, quasi a tratti si confondono. Un conto è la legge dello stato, altro conto è la legge del mare, che coincide con quella della solidarietà umana, della coscienza individuale e collettiva. Quale delle due seguire? Correre il rischio o vivere una vita con il rimorso? Come in Respiro, il regista gira un altro film legato al mare, in questo caso al suo aspetto più drammatico e inquietante. A suo modo il film è anche una storia di formazione, Filippo è costretto a crescere in fretta: la morte del padre, un lavoro poco sicuro, la protezione nei confronti della madre. Alla fine farà la sua scelta.
 
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