Dory
Reef Member
L'isola di Arturo è un film del 1962 tratto dal famosissimo e splendido romanzo omonimo di Elsa Morante.
Il libro, uno dei miei preferiti, l'ho letto almeno cinque o sei anni fa, il film l'ho visto ieri, quindi non so fare un confronto punto a punto.
Vero è che un confronto millimetrico non è necessario, certo la trama non è articolata ed è per il 90% una scrittura superba e delicata della Morante, con descrizioni meravigliose del paesaggio di Procida e del rapporto puro e intenso del protagonista, Arturo, con l'isola, con il padre e con la sua nuova matrigna/bambina dai grandi occhi neri.
Tutto questo doveva essere trasposto in un film, cosa a mio avviso non facile. Eppure mi sembra che ci siano riusciti, se non per un particolare: la mancanza del colore. Il film è infatti in bianco e nero, e questo penalizza, a mio avviso, la parte che riguarda proprio il rapporto di Arturo con l'isola.
Pur non essendo una esperta di cinema, qui ci vedevo bene una regia alla Malick, con la sua grandiosa "poetica dei paesaggi".
Perché, in fondo, l'isola di Arturo è una storia di paesaggi: quelli naturali e poetici dell'isola, quelli immaginari di Arturo quando fantastica sui viaggi del padre per il mondo, e quelli dei sentimenti forti e profondi, che lasciano spaesati quando si fanno largo, per la prima volta, nel cuore e nella mente di un ragazzino di 16 anni.
Il libro, uno dei miei preferiti, l'ho letto almeno cinque o sei anni fa, il film l'ho visto ieri, quindi non so fare un confronto punto a punto.
Vero è che un confronto millimetrico non è necessario, certo la trama non è articolata ed è per il 90% una scrittura superba e delicata della Morante, con descrizioni meravigliose del paesaggio di Procida e del rapporto puro e intenso del protagonista, Arturo, con l'isola, con il padre e con la sua nuova matrigna/bambina dai grandi occhi neri.
Tutto questo doveva essere trasposto in un film, cosa a mio avviso non facile. Eppure mi sembra che ci siano riusciti, se non per un particolare: la mancanza del colore. Il film è infatti in bianco e nero, e questo penalizza, a mio avviso, la parte che riguarda proprio il rapporto di Arturo con l'isola.
Pur non essendo una esperta di cinema, qui ci vedevo bene una regia alla Malick, con la sua grandiosa "poetica dei paesaggi".
Perché, in fondo, l'isola di Arturo è una storia di paesaggi: quelli naturali e poetici dell'isola, quelli immaginari di Arturo quando fantastica sui viaggi del padre per il mondo, e quelli dei sentimenti forti e profondi, che lasciano spaesati quando si fanno largo, per la prima volta, nel cuore e nella mente di un ragazzino di 16 anni.