ayla
+Dreamer+ Member
TRAMA:
Bob Harris è un attore americano in declino che va a Tokyo per girare lo spot di un whisky, non parla giapponese ed è insonne. Nello stesso albergo abita anche Charlotte che ha seguito il marito fotografo di moda che, però, non vede quasi mai. Pure lei non parla giapponese ed è insonne. Alla fine s'incrociano...
Secondo film della Coppola, vincitore nel 2003 del premio Oscar per la Miglior sceneggiatura originale.
Questo film racconta con tocco delicato, tenue e quasi sognante la nascita di un legame tra due persone che abitano in un mondo in cui si sentono estranee, dove camminano impacciate per le strade e vivono intrappolate in un tran tran deludente e senza aspettative per il futuro. Poi finalmente s'incontrano, si sorridono, parlano e, per sconfiggere la bolla di solitudine che li inghiotte, decidono di prendersi per mano. La Coppola (saggiamente) non risolve questo bisogno di affetto, di contatto umano e di comunicazione nel solito rapporto sessuale, e così facendo, secondo me, non fa altro che rendere più realistica la storia, perché certe volte l'amore è incerto, non ha voce, quasi avesse paura di se stesso e dei suoi effetti, resta lì fermo e poi arriva il momento in cui è troppo tardi, in cui, anche se si sa che è sbagliato, bisogna dirsi addio.
Bellissimo il finale, ha la forza di una condanna inevitabile: alla fine siamo soli a questo mondo.
Bob Harris è un attore americano in declino che va a Tokyo per girare lo spot di un whisky, non parla giapponese ed è insonne. Nello stesso albergo abita anche Charlotte che ha seguito il marito fotografo di moda che, però, non vede quasi mai. Pure lei non parla giapponese ed è insonne. Alla fine s'incrociano...
Secondo film della Coppola, vincitore nel 2003 del premio Oscar per la Miglior sceneggiatura originale.
Questo film racconta con tocco delicato, tenue e quasi sognante la nascita di un legame tra due persone che abitano in un mondo in cui si sentono estranee, dove camminano impacciate per le strade e vivono intrappolate in un tran tran deludente e senza aspettative per il futuro. Poi finalmente s'incontrano, si sorridono, parlano e, per sconfiggere la bolla di solitudine che li inghiotte, decidono di prendersi per mano. La Coppola (saggiamente) non risolve questo bisogno di affetto, di contatto umano e di comunicazione nel solito rapporto sessuale, e così facendo, secondo me, non fa altro che rendere più realistica la storia, perché certe volte l'amore è incerto, non ha voce, quasi avesse paura di se stesso e dei suoi effetti, resta lì fermo e poi arriva il momento in cui è troppo tardi, in cui, anche se si sa che è sbagliato, bisogna dirsi addio.
Bellissimo il finale, ha la forza di una condanna inevitabile: alla fine siamo soli a questo mondo.