56° Minigruppo - Le piccole virtù di Natalia Ginzburg

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

francesca

Well-known member
Eccoci ai nastri di partenza.
Con giovaneholden e holden, quindi con salingeriani compagni di lettura, iniziamo questa avventura.
Benvenuto a chiunque si voglia unire a noi.

Minerva6, spero che anche se magari piano piano, tu possa partecipare, o almeno raggiungerci.

Francesca
 
Ultima modifica di un moderatore:

Holden

New member
Ho appena iniziato il libro, lo leggerò insieme ad un altro libro anche se penso che lo finiro a breve..
già dalle prime pagine sono nel mondo della scrittice :)
chissà se nella bottega di Girò sono arrivate le arancie :)
 
G

giovaneholden

Guest
Inizio anche io ora il libro,sono certo mi piacerà,apprezzo molto il modo di scrivere della Ginzburg :)
 

Holden

New member
invece questo per me è il primo libro della scrittrice e non mi dispiace affatto, comunque buona lettura anche a voi compagni :wink:
 

isola74

Lonely member
Vorrei partecipare anch'io visto che avevo proposto il libro per il Gl! lo inizio appena finisco la sfida, spero entro un paio di giorni, mi aspettate?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
La Ginzburg mi piace e l'ho pure votata.
Ma ora sono già in un altro mg,poi ho un libro di Proust iniziato per la sfida e l'ultimo da iniziare sempre per la sfida...però pensandoci bene,potrei cambiare l'ultimo libro della sfida con questo,ammesso che lo trovi nella stessa casa editrice :??.
Insomma,è un po' un casotto :?...vi farò sapere.
Comunque in ogni caso vi seguirò.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
voi che edizioni avete, così vedo se posso sostituirlo anche io per la sfida?
 

francesca

Well-known member
Iniziato anch’io, anch’io edizione Einaudi.
Premessa: mi avvicino a questo libro con emozione, perché adoro la Ginzburg ma sono anni che non la leggo. E perché è suo uno dei libri più belli che abbia mai letto, letto e riletto: e non è il famoso Lessico Familiare, ma Tutti i nostri ieri.
Tanto è vero che ieri, già dalle prime pagine una folla di ricordi dei personaggi di Tutti i nostri ieri, avvenimenti, frasi, mi sono venuti incontro come amici che non aspettavano altro che facessi loro una telefonatina per salutarmi.
Ho letto i primi tre capitoli.
Già delle prime frasi di Inverno in Abruzzo ho ritrovato lo stile meraviglioso che ricordavo.
Anzi già dalla prima frase, l’ho riconosciuta subito:
“In Abruzzo non c’è che due stagioni: l’inverno e l’estate.”
E’ quel “non c’è” il segnale di riconoscimento.
La Ginszburg non scrive, pensa: la sua scrittura è solo il corso dei suoi pensieri e in quanto tale non c’è bisogno che le frasi siano corrette grammaticalmente, i generi combacino, non ci siano ripetizioni. E’ la sostanza dei suoi pensieri che dà forma al suo stile, che rimane quindi molto vicino al linguaggio colloquiale più che a quello scritto. E che raggiunge livelli di poeticità che solo la libertà della forma permette.
Anche in Scarpe rotte, il continuo ripetere le due parole “scarpe rotte”, quasi come una nenia, una filastrocca di bambini, invece ci appesantire la narrazione, le dà profondità.
Attraverso queste “scarpe rotte”, quasi senza accorgercene, riceviamo una quantità di informazioni incredibile.
Le “scarpe rotte” parlano dell’infanzia dell’autrice, del suo modo di essere mamma, dei suoi figli, della sua amica, della Roma del dopoguerra.
Cito un’altra frase che mi ha colpito per la sua potenza:
“Forse anzi per imparare poi a camminare con le scarpe rotte, è bene avere i piedi asciutti e caldi quando si è bambini”.
Un frase semplice per esprimere un concetto profondo, moderno e anche complesso: quello che abbiamo ricevuto nell’infanzia sarà sempre il punto di forza con cui affronteremo ogni avversità. E’ questa la Ginzburg che ricordo.

Ma secondo voi, chi è l’amico che la Ginzburg cita nella brevissima prefazione? Dice che non compare nel libro, quindi non può essere Cesare Pavese.
 
G

giovaneholden

Guest
Anche io ho iniziato la lettura,bello il pezzo su Pavese,il quale non è certamente l'amico cui la Ginzburg dedica il libro...
 

Holden

New member
la descrizione parla di Pavese.

comunque commento quello che ho letto

il primo è uno dei migliori, mostra la vita abruzzese di quei tempi, splendida sembra quasi di vivere quel periodo.
E' bello leggere i commenti delle donne che vedono lei e i suoi figli uscire in inverno (e pensare che io amo fare le passeggiate quando piove o quando fuori c'è vento).
Alla fine del primo saggio parla della morte del marito, rinchiuso in una prigione di Roma se non sbaglio, perchè andava contro il regime fascista dell'epoca
Adoro la parte in cui dice "ma era quello il momento migliore della mia vita e solo adesso che mi è sfuggito per sempre, solo adesso lo so"

Le scarpe rotte purtroppo è molto breve, parla dei tempi in cui era bimba, della sua famiglia e della sua conquilina.. ma sopratutto del fatto che non possiede più paia di scarpe, spesso si ritrova a camminare con scarpe apertissime. racconta anche che questa abitudine non l'ha presa affatto dai suoi familiari, abituati a possedere grandi quantità di scarpe.

Ritratto di un amico è uno dei saggi che per adesso preferisco, anche io mi sono affezionato come loro a quell'uomo. Sono quelle persone che anche se non sono sempre disponibili nel chiacchierare sanno rubarti il cuore, ho conosciuto anche io persone così e devo dire che mi hanno rubato il cuore :)
Dopo aver letto la biografia di Pavese penso sia proprio lui visto che morì in un agosto.

Elogio e compianto dell'Inghiterra per adesso è quello che ho preferito meno, parla all'inizio dei pregi di quella nazione e poi entra nei difetti parlando degli inglesi.
A volte cita gli italiani chiedendosi il perchè questi vogliano mandare i propri figli nel periodo delle vacanze estive in quella nazione.

La maison Volpè parla delle abitudini culinarie degli inglesi e dove essi vanno a mangiare quando non sono a casa.

Ho iniziato Lui e io, presto lo commenterò ma devo dirvi che all'inizio descrive quello che a lui piace fare e quello che lei detesta, spesso le cose sono opposte, e proprio quella pagina mi ha colpito parecchio.

E' una buona lettura, grazie per avermi fatto scoprire questa grande donna :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
non vedo l'ora di leggerlo anche io, appena potrò spero di farcela, spinta da questa citazione che ho trovato tratta da uno degli articoli contenuti

L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza, come un vivido sangue. È un'intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di un poco la condizione umana. Tuttavia scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d'un ingannevole, e forse insensato, conforto.
 

darida

Well-known member
Ci sono anch'io! lo sto leggendo
per il momento il racconto che mi e' piaciuto di piu' e quello dedicato a Pavese, ritratto d'un amico, toccante.

E,tratto dal primo racconto, copio direttamente dal commento di Holden, perche' avrei scritto le identiche parole:
"Adoro la parte in cui dice "ma era quello il momento migliore della mia vita e solo adesso che mi è sfuggito per sempre, solo adesso lo so" :)

una lettura interessante, mi piace :D
 

isola74

Lonely member
"ma era quello il momento migliore della mia vita e solo adesso che mi è sfuggito per sempre, solo adesso lo so"

questa frase ha stregato anche me...così come i primi racconti che ho letto. Come scrive bene, me n'ero dimenticata!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
oggi lo inizio anche io, il primo saggio è Inverno in Abruzzo e già l'incipit mi piace, mi piacciono quegli inizi, chiari, semplici, immediati.

In Abruzzo non c'è che due stagioni: l'estate e l'inverno. La primavera è nevosa e ventosa come l'inverno e l'autunno è caldo e limpido come l'estate.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Inverno in Abruzzo

Il primo brevissimo racconto mi ha folgorato tanto da mettermi in moto per cercare di più e approfondire le cose che raccontava.
In primis le specialità gastronomiche come le sagnoccole (pasta con l'uovo a forma di tagliatelle o triangoli?), gli sfrizzoli (che noi chiamiamo ciccioli), le salsicce pazze (confezionate con fegato, polmoni, cotiche, milza, aglio, pepe e peperoncino).
Poi gli anni del confino della famiglia Ginzburg, Leone, condannato per antifascismo e i tre figli, Carlo, Andrea e Alessandra, che hanno soggiornato a Pizzoli, vicino L'Aquila, che è il paese descritto nel racconto, dal giugno 1940 all'ottobre 1943.

da un'intervista radiofonica con Marino Sinibaldi su RaiTre del 1990:

Nel ’38 c’erano state le leggi razziali, Leone aveva perso la nazionalità italiana, era diventato apolide. Poi era scoppiata la guerra, l’hanno mandato al confino il giorno dopo. E l’hanno mandato in un paese vicino a L’Aquila che si chiamava Pizzoli. Io l’ho raggiunto con i bambini dopo due mesi, mi pare che lui era già lì. E abbiamo trovato una casa: era una bella casa, c’erano tre grandi stanze coi soffitti affrescati, però c’era una cucina terribile. Io avevo orrore di questa cucina perché c’erano i fornelli a carbone e io non li sapevo accendere…”.
 
G

giovaneholden

Guest
Letti i due racconti ambientati in Inghilterra,ci sono delle giuste intuizioni su com'era quel paese in quegli anni,ma ora è tutto cambiato,la globalizzazione,in questo caso positiva,dato che si tratta di un modo di mangiare migliore,ha colpito anche in quelle lande. Molti sono i produttori di qualità certificati da Slow food anche nel paese di Albione e Londra è diventata una delle capitali del cibo. Per quanto riguarda invece la libertà,la politica,la giustizia,il rispetto della persona fortunatamente è rimasto com'era.
 

isola74

Lonely member
Ho letto la prima parte del libro, cioè i primi 6 racconti. Forse quello che mi è piaciuto di meno è La Maison Volpè, tutti gli altri mi hanno conquistata...ho trovato in ognuno di essi una profondità mascherata da una semplicità disarmante:

Le scarpe rotte sulla necessità di dare il giusto valore alle cose e di capire che non sempre va così male come ci sembra
forse per imparare a camminare con le scarpe rotte, è bene avere i piedi asciutti e caldi quando si è bambini

Elogio e compianto dell'Inghilterra mi appare in realtà come un atto d'amore per il nostro Paese, pur con i suoi mille difetti....l'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. E' un paese dove tutto funziona male..dove regna il disordine.. (cosa è cambiato?)Tuttavia per le strade si sente circolare l'intelligenza..che non serve a niente.... tuttavia scalda il cuore e lo consola

Lui ed io così diversi, così vicini...bello!
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto