Gilliam, Terry - Brazil

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Sam Lowry è uno dei tanti impiegati della burocrazia che nel futuro controllano tutto e tutti affidandosi completamente alle macchine e alla precisione e certezza delle procedure, fino a quando per un insetto il meccanismo si inceppa e viene arrestato e ucciso un innocente. Sam è un sognatore che cerca di uscire dal grigiore e dallo squallore della vita quotidiana sognando di essere un cavaliere alato che salva una fanciulla, che nella realtà è una vicina di casa dell'uomo che è stato ingiustamente arrestato. E mentre Sam si dibatte per salvare il suo amore tutto sembra andare storto, con la madre che ringiovanisce sempre di più a furia di chirurgie plastiche, gli amici di cui si fida che sono invece degli ipocriti burocrati sanguinari, alla fine, forse, troverà la realizzazione dei suoi sogni. Forse.

Un film visionario che mette in guardia contro la burocrazia e la disumanizzazione dei poteri pubblici, incapaci di rendere umano il rapporto con i cittadini, dappertutto trionfa la burocrazia, l'apparenza e la superficialità. E' la traduzione al modo di Gilliam di 1984, nella sua paradossalità, ancor più reale di quello profetizzato. Brazil è il motivetto che accompagna tutto il film, quasi a sottolineare la differenza tra la gioiosità aspirata e il grigiore perenne con cui la realtà ci sovrasta. Da vedere assolutamente.
 
G

giovaneholden

Guest
Capolavoro della straordinaria visionarietà di Terry Gilliam,inesauribile miniera di trovate per i pubblicitari di tutto il mondo che lo saccheggiano bellamente da anni,è un profetico film sul mondo vessato dalla dittatura,ideale seguito di 1984,sarebbe piaciuto a George Orwell! Questo è uno dei tanti possibili aspetti di un film multiforme,dove ogni immagine può essere analizzata per trarne una riflessione,penso per esempio al continuo ringiovanimento della madre del protagonista,così come una sua amica che poi nella bara diventa un mucchietto di ossa. Meraviglioso il contrappunto del celebre pezzo musicale che lega le dittature di ispirazione sudamericana della realtà ai sogni del protagonista,con quell'agghiacciante finale da non svelare assolutamente. Imprescindibile!
 

ayla

+Dreamer+ Member
L'ho visto tanto tempo fa e lo ricordo solo a sprazzi.(La scena di De Niro mi è rimasta incollata alla mente)!:mrgreen:
Indubbiamente è un film che colpisce e che fa riflettere, però ricordo che l'avevo trovato piuttosto lunghetto e macchinoso...Gilliam è un regista che si ama o si odia e io non rientro tra le sue fan, però questo è un cult ed è giusto vederlo, per chi non l'ha mai visto, e rivederlo, per chi lo ha quasi dimenticato, come nel mio caso.
 

Lin89

Active member
Io adoro i film distopici, perchè nella loro visionarietà, a tratti così onirici, rappresentano la realtà nuda e cruda di tutta una società e sembrano non perdere mai la loro contemporaneità. Estremizzano aspetti della nostra vita che sono già estremi e li portano alla coscienza dello spettatore.
Questo in particolare affronta molti di questi aspetti, tra cui la burocrazia e l'ossessione della vecchiaia fra tutti, ma lo fa strappando sorrisi, come quello che Sam sembra indossare nell'ultima scena. Quasi a suggerire che nonostante tutto, il sorriso è l'unica chiave di salvezza di fronte a un sistema, anzi a un mondo sempre più legato alle catene sociali e amministrative che lo stesso essere umano si è forgiato.
Onirico, visionario, comico, satirico, giallo, noir, commedia sentimentale, distopico, contemporaneo, ultracitazionista... in una sola parola, capolavoro.
 
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