Sono diversi anni ormai che qui Firenze, a partire dall'autunno il cielo è invaso da stormi di passeri, che più che migrare si fermano proprio a svernare.
E io mi incanto continuamente a guardarli, perchè sono tantissimi e assumono sempre forme diverse, sembrano nuvole di fumo.
La cosa più bella è vederli contro il cielo nei tramonti invernali, nel rientro a casa da lavoro.
Nel traffico li osservo spesso ed è così che mi è venuta l'idea di questo racconto, ferma ad un semaforo, sinceramente molto tempo fa, c'era in ballo un altro concorso.
Ho pensato che sarebbe stato bello se questi stormi fossero diventati i protagonisti di una storia. Ma non sono riuscita a sviluppare la storia.
Quando è venuto fuori il tema di questo concorso, ho pensato che era la volta buona.
Volevo un racconto semplice, non ad effetto, un racconto che fosse come è l'autunno: misterioso, ma non cupo, non volevo che avesse la faccia oscura delle feste dedicate ai morti, ma quella serena dei boschi ingialliti.
Già nell'osservare dal vero questi stormi mi era venuto in mente che avrebbero potuto essere magici, fare qualcosa.
Avverare i desideri era la cosa più ovvia.
Ma mi sarebbe piaciuto che tutto rimanesse in un clima di favola, i desideri dovevano essere semplici, piccole cose dei nostri cuori.
All'inizio avevo pensato di ambientarla in un paese non ben identificato ma non in Italia, mi venivano in mente certe ambientazioni alla Stephen King, paesini sperduti nel cuore dell'america.
E infatti nella prima stesura era proprio così: paesotto americano, nomi stranieri, solo che mi sembra che il tutto si banalizzasse, perdesse l'idea della favola.
Così l'ho riambientato e sono riuscita a riportarlo in Italia, il mio scopo era di farne una favola di quelle che le nonne raccontavano davanti al fuoco le sere di autunno, sbucciando castagne.
I personaggi invece sono nati molto spontaneamente, uno dietro l'altro, si sono presentati quasi da soli, come se aspettassero solo un buon motivo per venire fuori.
Io non scrivo molto, ma quando lo faccio, lo faccio sempre così. Parto da un'idea, il resto viene quasi da sè.
Sono abbastanza soddisfatta del risultato finale, anche perchè dai commenti mi sembra che sia stato capito il senso di fondo del racconto.
Ringrazio tutti, soprattutto Nerst che nel suo giudizio ha colto benissimo lo spirito con cui ho cercato di scrivere.
Francesca